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Casapound, assolti i dirigenti dell'Agenzia del Demanio: nessun risarcimento per danno erariale

Respinta la domanda risarcitoria nei confronti dei presunti responsabili dei danni derivanti dall'occupazione ultradecennale dell'immobile pubblico di via Napoleone III

Nessun risarcimento per l'occupazione di Casapound all'Esquilino. E nessun danno erariale. Sono stati assolti infatti per mancanza di colpa grave gli otto dirigenti dell'Agenzia del Demanio e del ministero dell'Istruzione, a processo per la ultradecennale occupazione da parte di Casapound dell'immobile in via Napoleone III a Roma. 

La sentenza di assoluzione

Il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio, Pio Silvestri, nel corso della sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario ha dato conto "della sentenza n. 94 pubblicata il 9 febbraio 2021 con cui la Sezione giurisdizionale ha respinto la domanda risarcitoria nei confronti dei presunti responsabili dei danni derivanti dall'occupazione ultradecennale dell'immobile di proprietà pubblica sito in Roma, via Napoleone III, n. 8 (un intero edificio di sei piani) da parte dell'associazione non riconosciuta 'CasaPound' e di altri soggetti. Il bene immobile, di proprietà dello Stato, appartiene al patrimonio indisponibile ed era (è) in uso governativo al (ex) Ministero della Pubblica Istruzione - Ispettorato per l'istruzione Media non Governativa (poi MIUR), il quale lo ha utilizzato per oltre quarant'anni, per le proprie finalità istituzionali, come sede di alcuni uffici dell'Amministrazione centrale". 

Le ragioni della Procura

Secondo la Procura, che nel giudizio aveva chiesto una condanna al risarcimento di circa 4 milioni di euro, "l'occupazione sarebbe stata tollerata senza peraltro che nè il titolare del diritto di uso governativo (MIUR) nè il titolare dei diritti demaniali (Agenzia), abbiano mai avviato le azioni amministrative, civili e penali del caso, finalizzate allo sgombero e al risarcimento dei danni e senza che entrambi i predetti soggetti pubblici, in attesa che lo sgombero venisse realizzato, si siano preoccupati di richiedere all'associazione occupante e ai singoli occupanti il pagamento dell'indennità di occupazione (dapprima in via amministrativa e, ove non corrisposta, attivando le conseguenti iniziative di natura contenziosa)". 

La Procura ha contestato un danno concreto e attuale alle pubbliche finanze derivante dal mancato utilizzo o messa a reddito dell'immobile occupato, "con relativa perdita economica per le finanze pubbliche, calcolata utilizzando quale parametro di quantificazione l'ammontare complessivo dei canoni che si sarebbero dovuti riscuotere da CasaPound e dalle famiglie occupanti nel periodo dal 1 aprile 2004 al 31 maggio 2019". 

Gli inquirenti della Corte dei Conti regionale si accingono ad impugnare la sentenza in appello: "L'Ufficio - ha scritto Silvestri nella relazione - sta attentamente valutando le motivazioni della sentenza per decidere in ordine ad una eventuale impugnativa che valorizzi il danno derivante dalla perdita di disponibilità del bene pubblico secondo la metodologia del 'criterio reddituale' (nella specie nell'atto di citazione era stato contestato un danno in via principale consistente nel mancato e perdurante inutilizzo del bene immobile pubblico in luogo dell'uso governativo o della locazione) e stimato in 4.507.092,00 euro e un danno in via subordinata pari alle somme che si sarebbero dovute riscuotere a seguito delle omesse azioni civili e penali volte ad ottenere l'indennità di occupazione o il risarcimento dei danni pari ad 3.448.281,06 euro". 

Raggi: "Si proceda con sgombero al più presto"

"L'immobile di Casa Pound è di fatto occupato dal 2003 e si deve procedere allo sgombero" ha dichiarato durante una diretta Facebook pochi giorni fa la sindaca Virginia Raggi, tornando ancora una volta su un tema a lei caro. "Ciò che è evidente, è che né il Demanio né il Miur sono interessati a questo immobile mentre posso dire che il Comune di Roma è molto interessato e quindi l'idea è quella di poterlo prendere noi in carico e trasformarlo in un edificio di case popolari. Vogliamo arrivare a conclusione di questa triste vicenda nel più breve tempo possibile".

Raggi e la guerra a Casapound

Una battaglia su cui Raggi ha messo da tempo il cappello quella dello sgombero dei neofascisti dal palazzo di via Napoleone III. Lo scorso settembre puntò il dito contro il Partito Democratico, reo di non essere sceso in strada, al suo fianco, durante un sopralluogo davanti alla struttura. Mentre a luglio 2019 lanciò a CasaPound l'ultimatum: "Rimuovete la scritta dal palazzo, o ci pensiamo noi in maniera coatta", notificando con un atto la 'completa illegalità' della scritta, accompagnata dagli agenti della polizia di Roma Capitale. Qualche giorno più tardi venne rimossa. 

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