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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Borghetto San Carlo aspetta ancora la ristrutturazione dei casali. Scatta la lettera alla Raggi: "Danno da milioni di euro"

La cooperativa Coraggio, vincitrice del bando per la loro gestione, denuncia l'ennesimo ritardo. I lavori spettano alla Impreme spa. E ora il Comune minaccia di ricorrere alla fideiussione

Le palazzine residenziali nel cosiddetto ‘Parco Talenti’, tra Monte Sacro e Casal Boccone, sono state costruite e messe in vendita ormai da tempo. Ma per le opere di compensazione che questa operazione immobiliare avrebbe dovuto portare in dote al patrimonio comunale bisogna attendere ancora: dopo anni di proroghe e ritardi, i casali di Borghetto San Carlo, 22 ettari di terreno agricolo lungo via Cassia (civico 1420), non molto distante da La Storta, non sono ancora stati ristrutturati. Il cantiere per la manutenzione straordinaria e restauro conservativo degli immobili prevista nella convenzione per la realizzazione del Programma urbanistico Parco Talenti, a carico della Impreme spa, società dei costruttori Mezzaroma, è fermo.

Per questo la cooperativa agricola Coraggio, che nel 2015 ha vinto il bando ‘Roma città da coltivare’ con un progetto che punta a rendere la tenuta abbandonata da anni un centro agricolo, il 19 novembre scorso ha scritto una lettera alla sindaca Virginia Raggi denunciando, il "danno erariale, sociale, agricolo e ambientale di milioni di euro" derivante dai ritardi nella ristrutturazione. “Facciamo presente come le interruzioni effetto della gestione della pandemia da Covid19 non possono risultare pretesto dei ritardi, già precedenti alla primavera 2020, e proseguiti poi nonostante la ripresa dei lavori in estate”, scrive la cooperativa Coraggio alla sindaca Virginia Raggi. “Il cantiere al momento, e già da quasi due mesi, risulta completamente abbandonato, senza che nessuna giustificazione sia stata date nè, peggio, richiesta dagli uffici competenti”.

I lavori di ristrutturazione, per un investimento totale di circa 2 milioni e mezzo di euro, dovevano essere conclusi nel 2013. Il termine è stato prorogato più volte: la prima nel 2016 e poi ancora nel 2019. L’ultimo cronoprogramma inviato nel gennaio 2019 al dipartimento capitolino Programmazione urbanistica dalla Impreme spa parlava di 10 mesi per l'ultimazione dell'opera “dalla ricezione delle approvazioni da parte degli enti”. I lavori, secondo quanto scrive la cooperativa Coraggio nella lettera alla sindaca, sono partiti all’inizio di dicembre del 2019. Da allora sono passati 12 mesi ma i casali sono poco più che un rudere.

Il 24 novembre 2020 l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, in una comunicazione alla direttrice del dipartimento Programmazione e attuazione urbanistica, Cinzia Esposito, segnalava la “ennesima interruzione” del cantiere “non per cause derivanti dall’amministrazione” e chiedeva agli uffici di “predisporre l'avvio della procedura di escussione della polizza fideiussoria a garanzia dell'opera in questione”. Il 27 novembre la direttrice Esposito, in una comunicazione alla Impreme spa e a tutti gli enti coinvolti, raccomandava alla società “la ripresa costante delle lavorazioni e l'invio del cronoprogramma dettagliato delle lavorazioni entro 7 giorni dal ricevimento di tale sollecito, in mancanza del quale questo ufficio sarà costretto a intraprendere l'avvio della procedura di escussione delle polizze”.

Una decisione che preoccupa cittadini attivi, associazioni afferenti a Roma Food Policy e gli operatori della cooperativa Coraggio che temono ulteriori ritardi. “Dopo cinque anni di indifferenza, durante i quali le nostre sollecitazioni sono rimaste senza risposta, viene proposto uno strumento calato dall’alto, senza consultare i diretti interessati. Ricorrere all'escussione delle polizze”, commenta Giacomo Lepri a Romatoday “rischia infatti di vanificare le contrattazioni portate avanti fino ad oggi e avviare un iter infinito che potrebbe non portare al risultato sperato: la consegna dei casali entro l'estate”.

Romatoday ha contattato la Impreme spa per capire i motivi del ritardo ma non ha ottenuto risposta. Per giovedì 3 dicembre è in programma una commissione municipale Lavori pubblici con un sopralluogo sul posto alla quale dovrebbero partecipare tutti gli enti coinvolti e l’impresa privata.

Intanto la cooperativa Coraggio, a distanza di cinque anni, sta ancora aspettando di poter realizzare il progetto con il quale ha vinto il bando. “Una volta ristrutturati, un terzo dei casali verrà affidato al municipio XV, per servizi pubblici, mentre due terzi verrà assegnato a noi, dopo aver negoziato un ulteriore contratto d’affitto”, spiega a Romatoday il presidente della cooperativa, Giacomo Lepri. La mancata ristrutturazione dei casali ha generato un danno economico alla cooperativa e sociale per le ricadute che il progetto avebbe potuto avere sia per i servizi alla cittadinanza sia in termini occupazionali. “Il danno economico non deriva solo dal fatto che, non avendo uno spazio per ricoverare gli attrezzi agricoli, abbiamo subito furti per 10mila euro. Ma anche perché siamo costretti a posticipare a data da destinarsi lo sviluppo del nostro piano industriale. Oltre alla coltivazione bologica dei terreni, attività che oggi si regge in piedi solo grazie alla nostra ostinazione, nei casali avremmo dovuto avviare laboratori agricoli, con il doppio scopo di produrre cibo e di formare a un mestiere, sia con i bambini sia gli adulti che si vogliono avvicinare all’agricoltura. Erano previsti un piccolo frantoio e un mulino, spazi per l’associazionismo locale e per l’ospitalità di pellegrini e turisti lungo la via Francigena, che passa proprio di lì. Il progetto prevedeva di dare lavoro a una trentina di persone, oggi siamo 4 o 5”.

Nel dicembre del 2016 Romatoday dava conto dell’affidamento dell’appalto per la realizzazione dei lavori. Il cantiere, scrivevamo, sarebbe dovuto partire nei primi mesi del 2017. Invece, tra elaborazione del progetto definitivo, firma del contratto d’appalto, via libera degli enti preposti e interruzioni varie sono passati anni. Nel settembre del 2017, come si apprende in una comunicazione della Impreme spa del 29 gennaio 2019, era stato aperto il cantiere e parte della struttura dei casali è stata demolita per la messa in sicurezza. “Sono stati tolti il tetto e gli infissi”, racconta Lepri. “Così ora la struttura è ancora più esposta alle intemperie e per ristrutturarla serviranno sempre più tempo e più soldi”.

L’assegnazione di Borghetto San Carlo era una delle conquiste di una vertenza più ampia, che vede in prima fila proprio la cooperativa Coraggio, che chiede di rendere accessibili e coltivabili le terre agricole di proprietà pubblica presenti sul territorio comunale e che in buona parte sono abbandonate. Non a caso la lettera indirizzata alla sindaca Virginia Raggi, firmata da Lepri, è stata sottoscritta anche dalle decine di sigle del Consiglio del cibo di Roma, un’alleanza composta da associazioni, aziende agricole, personalità del mondo della ricerca scientifica e dell’Università, nata nel 2019 con l’obiettivo di promuovere l’adozione di una ‘Food Policy’, una politica alimentare, per Roma. Così nella lettera alla sindaca non si chiedono solo date certe per la ristrutturazione dei casali di Borghetto San Carlo ma anche una “maggiore attenzione a tutte le compensazioni edilizie legate a Roma Capitale” che, scrivono, sono “rimaste perlo più inesaudite”. Si legge nella lettera:

“L'assenza di controlli approfonditi o costanti da parte degli uffici tecnici, l'abitudine delle grandi sigle di aziende edilizie romane ad infrangere o rimodellare gli accordi a loro favore, il danno erariale che Roma Capitale subisce ed il sentirsi inermi da parte dei cittadini, rappresentano il quadro sconfortante che richiede la necessità finalmente di una buona amministrazione urbanistica e civica”. La vicenda di Borghetto San Carlo non è isolata. Ė per questo che giovedì la cooperativa Coraggio ha chiesto a tutte le realtà che hanno sottoscritto la lettera di essere presenti per far sentire la propria voce durante la commissione municipale. Tra le richieste alla sindaca c’è infatti anche l’apertura di un tavolo sulle assegnazioni delle terre pubbliche, quelle già avvenute o ancora da organizzare, “per uno sviluppo virtuoso dell’agro romano”. 

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