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Politica Serpentara / Via Gian Maria Volontè, 9

La palazzina occupata di nuovo a rischio sgombero: 30 famiglie annunciano resistenza

Si tratta della storica occupazione di Casale Nei. Costruita con i soldi della Regione, è stata venduta all'asta e acquisita da un privato a 450mila euro. Il 17 gennaio previsto l'ufficiale giudiziario con la forza pubblica

Ci risiamo: la palazzina occupata di via Gian Maria Volontè, a Casale Nei, è a rischio sgombero. Il 17 gennaio l'ufficiale giudiziario, probabilmente insieme alla forza pubblica, si presenterà al civico 9, in uno dei piani di zona del III municipio. E ancora una volta circa 30 famiglie corrono il rischio di trovarsi in strada. Per questo il movimento per il diritto all'abitare, con in testa i Blocchi Precari Metropolitani, ha convocato un'assemblea pubblica davanti alla palazzina, domenica 15 gennaio alle 11.

Lo stabile costruito con soldi pubblici occupato nel novembre 2007

La storia dello stabile è ormai nota. Costruito da una cooperativa sociale con finanziamento pubblico al 90% (Regione Lazio), era destinato agli anziani over 65 con affitti calmierati. D'altronde Casale Nei è pur sempre un piano di zona, quindi un quartiere all'interno del quale affitti e vendite dovrebbero rispettare determinati parametri, non superare certi limiti, perché la vocazione è quella di fornire alloggi a famiglie non abbastanza povere per chiedere la casa popolare ma nemmeno abbastanza benestanti per cercarla sul libero mercato. L'operazione non è andata bene, la palazzina è rimasta vuota dal 2005 al 2007, fin quando a novembre di quell'anno è stata occupata a scopo abitativo. 

Le famiglie: "Siamo preoccupati, non sappiamo cosa succederà"

Un'occupazione particolare, quasi unica nel suo genere come ricorda Luciano Iallongo, che vive lì sin dall'inizio: "Siamo quasi tutte famiglie italiane - spiega - circa 25 su 30, sin dall'inizio. Una quindicina di minori, pochi anziani sopra i 65 anni. Quando abbiamo saputo dell'accesso del 17 gennaio? Una decine di giorni fa, perché la proprietà ha scritto al Comune e al municipio". L'aria a via Volontè è pesante: "Siamo preoccupati - prosegue - perché non sappiamo se si presenteranno con due volanti del commissariato di polizia della zona o con cinque blindati, è un'incognita. Noi comunque siamo pronti, non molliamo, faremo resistenza. Viviamo qui da quindici anni, anche se il nuovo prefetto ci ha rassicurati sulla gestione di queste situazioni, che sarà simile a quella impostata dal precedessore Piantedosi, fino in fondo non ci fidiamo, perché non lo conosciamo bene". 

L'annuncio: "Resisteremo allo sgombero, da qui non ce ne andiamo"

E poi c'è un elemento di novità, riportato dagli occupanti di via Volontè: "Sembra che la proprietà abbia dato disponibilità a vendere la palazzina al Comune, inserendola nel piano di dismissioni da cui l'assessorato potrà attingere per aumentare lo stock di alloggi destinati all'emergenza abitativa, però vorrebbe farlo a prezzo di mercato". Va ricordato che quando lo stabile venne messo all'asta, ad aprile 2019, l'attuale proprietà lo strappò a circa 450.000 euro, alla terza seduta, dopo che le prime due erano andate deserte, con il prezzo di partenza ben superiore al milione di euro. E con la Regione Lazio che non prese mai parte alla competizione. "Come abitanti di via Volontè abbiamo deciso di resistere il 17 gennaio - si legge nel comunicato che convoca un'assemblea per domenica 15 gennaio alle 11 proprio davanti allo stabile - e di non consentire lo sgombero previsto. Per questo proponiamo alla città e agli amministratori locali di incontrarci. L’idea è di ripartire da qui per dichiarare Roma città libera dagli sgomberi e dagli sfratti e verso un piano casa degno di questo nome, capace di dare risposta a chi attende un alloggio in graduatoria e al forte disagio sociale abitativo sfociato in migliaia di occupazioni per necessità. Percorso che nell’ultimo anno e mezzo ha visto la nostra città affrontare positivamente diversi sgomberi e andare in deroga all’articolo 5 della legge Renzi/Lupi che nega la residenza a chi non aveva un titolo per occupare un alloggio". 

Piano di zona Casale Nei, protesta in Regione: "Palazzina finanziata con soldi pubblici è all'asta"

L'assessore municipale: "Siamo con loro, mandarli via non è soluzione"

All'assemblea sono stati invitati il sindaco Roberto Gualtieri e l'assessore alle politiche abitative e al patrimonio Tobia Zevi. Sicuramente ci sarà quello del III municipio, Luca Blasi: "Stiamo seguendo la vicenda da vicino e saremo presenti la mattina dell'accesso - spiega a RomaToday - ma interverrò anche all'assemblea del 15 dove spero ci sarà la presenza del Comune. Lì ci sono oltre 15 nuclei seguiti dai servizi sociali e uno sgombero sarebbe molto critico dal punto di vista sociale e umanitario. All'interno del tavolo per l'emergenza abitativa monitoriamo la situazione, ma non bisogna assolutamente procedere allo sgombero. Stiamo interloquendo per arrivare a una soluzione d'altro tipo, che rispetti il diritto alla casa e convinca la proprietà a non fare scelte speculative. Pur rispettando i suoi diritti di proprietario, non si può pensare che ci sia un plusvalore sull'immobile. Serve un intervento più complessivo, che possa essere un cohousing, sostegno all'affitto, affitti calmierati. Al primo posto va considerato che ci sono persone che stanno lì da 15 anni e hanno fatto una battaglia di difesa del patrimonio pubblico. Quella di Casale Nei e di via Volontè è una storia che andrebbe indagata più a fondo: soldi pubblici dati in mano alla rendita privata. Ed è stato comunque un fallimento". 

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