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Casa delle donne, attiviste sulle barricate. Regione: "Comune riapra dialogo"

La settimana si aprirà all'insegna della protesta per le donne di via della Lungara. Alle 11di domani conferenza stampa in Senato, nel pomeriggio l'incontro con gli assessorati competenti del Campidoglio e un sit in

Non possono non interpretarla come una "dichiarazione di guerre alle donne". Alla quale rispondono con la mobilitazione a oltranza. Sono le attiviste della Casa Internazionale delle donne, sulle barricate da venerdì scorso quando in aula Giulio Cesare è passata la mozione Guerrini, dell'omonima consigliera M5s presidente della commissione delle Elette, che chiede la sostanziale "liquidazione" e chiusura del progetto di aiuti e sostegno alle donne vittime di violenza e discriminazione. Così la settimana alle porte si aprirà con due impegni importanti sul fronte della protesta. Per domani, lunedì 21 maggio alle ore 11, un'importante conferenza stampa in Senato. Poi il sit in alle 18 davanti all'assessorato alla Roma Semplice in via del Tempio di Giove. 

Mentre nelle scorse ore è intervenuta anche la Regione Lazio: "Seguiamo con molta apprensione quanto sta avvenendo intorno alla vicenda della Casa internazionale delle donne: un luogo la cui storia ed autonomia rappresentano la cifra di un patrimonio enorme per tutta la città" ha commentato tramite nota stampa il vice presidente del Consiglio regionale Massimiliano Smeriglio. "Auspichiamo quindi che in un clima più disteso rispetto a quello vissuto nei scorsi giorni si possa riaprire il dialogo tra Istituzione comunale e attiviste. L’incontro di lunedì è l’occasione giusta per tornare a parlare, riconoscere alla Casa il valore sociale che ha e rimettere in fila i nodi di un discorso che interessa la città e la sua capacità di valorizzare esperienze e ricchezza culturale". Poi una promessa: "La Regione Lazio dal canto suo è pronta, se necessario, a fare la propria parte per il bene di Roma". 

Una vicenda quella della Casa internazionale delle donne che va avanti da mesi. Precisamente dall'avviso di sfratto arrivato dal Comune di Roma con richiesta di versamento di 800mila euro. Le associazioni hanno un debito sul pagamento del canone d'affitto, secondo quanto stabilito dalla delibera 140 (licenziata dall'ex giunta Marino), il provvedimento che doveva riordinare il patrimonio pubblico del Campidoglio dato in concessione, ma che ha finito per mettere in ginocchio decine di realtà sociali e onlus alle quali gli spazi erano stati accordati in passato a canone ribassato proprio in forza delle attività svolte senza scopo di lucro. Tra questi anche il palazzo di via della Lungara. 
 

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