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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Bibite e alimentari al posto della “Casa delle bambole”: la Cesaretti si incatena

Ieri la titolare della storica bottega romana, insieme con il capogruppo Udc Alessandro Onorato, si è incatenata alla balaustra di legno dell'aula Giulio Cesare

"Una delle vergogne di questa città". Così Alessandro Onorato, capogruppo Udc in Campidoglio, definisce la situazione della "Casa delle bambole", storica bottega di Roma, sfrattata dal Comune. Ieri lo stesso Onorato, insieme alla titolare. Pierina Cesaretti, si è incatenato alla balaustra di legno dell'aula Giulio Cesare.

"Il ruolo che in questa vicenda ha avuto l'amministrazione comunale" - quella in carica e quella passata - è scandaloso", attacca Onorato. "Una persona e la sua famiglia sono state private della fonte di sostentamento e nel contempo alla città è stata tolta una storica attività artigiana, il cui patrimonio è stato riconosciuto pubblico dal Ministero dei Beni Culturali. Ci troviamo peraltro di fronte ad una situazione che in base alla disciplina attuale sarebbe del tutto illegale. La Delibera 36 del 2006 stabilisce infatti all'art. 6 che alla cessazione di un'attività storica debba subentrare un'altra attività storica. In caso contrario dovrebbero passare almeno cinque anni prima di intraprendere negli stessi locali un'attività di tipo diverso. Oggi nella vecchia sede della Casa delle Bambole, alla faccia della tutela del diritto, vendono invece bibite e generi alimentari".

Aperta dal '39, riconosciuta "bottega storica" ed inserita nell'apposito albo nel 2001, la "Casa delle bambole" si trovava in via Magnanapoli. L'anno scorso, a seguito di una vicenda di assurda burocrazia, la signora Cesaretti è stata costretta a lasciare i locali storici di proprietà del Comune di Roma, e ad oggi, nonostante le tante promesse della Giunta Alemanno, non le è stata data alcuna alternativa valida, se non paventata a fronte della cessazione della causa in corso con il Comune. La signora Cesaretti non ha potuto avvalersi del legittimo diritto di prelazione sull'acquisto del vecchio immobile. La società subentrata, dopo averla sfrattata, attraverso un decreto ingiuntivo sta per arrivare a pignorare l'unico bene rimastole: la casa.

Pierina Cesaretti afferma di aver raggiunto "l'ultimo grado di esasperazione. Esercitavo in un negozio che il Comune di Roma non avrebbe potuto vendere nei termini in cui lo ha fatto. Avevo un chiaro diritto di prelazione. Su quei locali, ristrutturati a mie spese, la mia famiglia ha investito tutto. Oggi mi trovo sbattuta fuori, senza un lavoro e con seri problemi. Se da una parte le istituzioni mi hanno dato formale sostegno, dall'altra sono stata abbandonata e senza risposte. Sono stata presa in giro e rischio di perdere tutto: la possibilità di esercitare la mia abilità artigiana e soprattutto vogliono togliermi anche la casa".

Conclude Onorato: "La vicenda della "Casa delle bambole" è una storia di raggiro e di immorale indifferenza da parte del Comune di Roma. La signora Cesaretti è una semplice artigiana che porta in dote alla città un'attività unica, dalla valenza artistica e turistica. È stata fatta carta straccia di tutte le tutele offerte dalle delibere in merito alle botteghe storiche. Nel nome della più assurda incoerenza la signora Cesaretti è stata prima sfrattata dal Comune e poi premiata dal Sindaco Alemanno e dall'Assessore Bordoni come "Maestra dell'artigianato 2009". La sua collezione storica di bambole - accumulata in 70 anni di attività e riconosciuta patrimonio storico-artistico dalla Regione Lazio - rischia di danneggiarsi definitivamente in un deposito. Con la chiusura della Casa delle Bambole si riduce in povertà una famiglia, si perde l'ennesima bottega storica e, soprattutto, si uccide la legalità".

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