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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Casa dei Papà, a rischio il nuovo bando: "Troppe spese e posti vuoti"

Venti alloggi a Casal Monastero assegnati dal 2010 a padri separati in difficoltà. La presidente della commissione Politiche Sociale, Catini: "Valuteremo rimodulazione diversa del servizio"

Una spesa eccessiva per un servizio dal numero di posti esiguo, che non riesce a intercettare i bisogni dell'utenza. L'esperienza della Casa dei Papà potrebbe chiudersi con l'anno in corso. Struttura d'accoglienza per padri separati a Casal Monastero, località Torre di Prato Lungo, nasce nel 2010 sotto l'ex sindaco Gianni Alemanno: 20 piccoli alloggi autonomi messi a disposizione del genitore, in difficoltà economiche a seguito della situazione di fragililità familiare. Mini appartamenti di circa 40 metri quadrati dove i papà possono ospitare i figli minori secondo gli accordi di separazione. Ritrovare una quotidianità persa, sviluppando con gli assistenti sociali un'autonomia gestionale e organizzativa, è l'obiettivo. Ma quanto costa all'amministrazione e con che grado di efficienza riesce a intervenire realmente sul fenomeno?

Risponde il dottor. Gianpaolo Di Virgilio, assistente sociale del dipartimento di viale Manzoni, chiamato a fare il punto in Commissione. "La Casa dei Papà offre un importante servizio al genitore, anche di sostegno psicologico inerente al lavoro. Nasce con uno spirito: dare uno spazio di sollievo ai padri separati che si trovano improvvisamente a vivere un quadro economico difficile legata al momento separativo". E sul funzionamento chiarisce: "Sono i servizi sociali dei municipali a segnalarci i casi che potrebbero necessitare del nostro aiuto. L'assegnazione dell'alloggio ha durata annuale con possibilità di prorogare un altro anno nel caso in cui venga accertata la permanenza della condizione di disagio iniziale". Il secondo anno eventuale i papà si spostano all'Infernetto, nella Casa dei Papà 2, succursuale della prima con altri dieci posti, inaugurata nel 2011 dall'allora assessore al Sociale Sveva Belviso.  

Un progetto sperimentale che non è detto possa replicarsi. Stellari infatti le cifre di spesa. A fornirle la presidente della commissione Politiche sociali del IV municipio, Germana di Pietro. "La cooperativa che si aggiudica il servizio (ad oggi la Apriti Sesamo, ndr) prende in affitto da privati gli appartamenti a 800 euro l'uno. Ai papà viene richiesto un contributo di 200 euro mensili all'affitto. E il canone corrisposto dal Campidoglio alla cooperativa è di 47 euro a utente al giorno". Somma quest'ultima, precisano dal dipartimento, risultato di un fisso che consente alla coop di organizzare il tutto e di un variabile in base alla richiesta effettiva dell'utenza. Altro tasto dolente. Su 20 alloggi presenti nella Casa dei Papà, al momento solo la metà viene utilizzata effettivamente da padri separati. "Solo dieci sono occupati - spiega Di Virgilio - altri sono stati nel tempo assegnati a ex detenuti, ma sempre con problematiche relative alla famiglia". 

Escludendo che non ci sia domanda a sufficienza (parliamo di 10 alloggi, nemmeno un papà accolto per municipio), si avanzano ipotesi sullo scarso successo del progetto. Secondo i tecnici del dipartimento è mancata nel tempo un'adeguata sponsorizzazione. I papà non sono a conoscenza di questa possibilità se non si sono precedentemente rivolti ai Servizi sociali del territorio, cosa che fanno in pochi. E allora tocca pensare a una strada diversa.  

"Dovremmo rivedere il progetto alla luce di diversi aspetti" spiega la presidente Catini "anche in linea con quella che sarà una rimodulazione della legge 163". Il contributo all'affitto rilasciato da Roma Capitale e finanziato dalla regione Lazio. Se vi rientrassero anche questi papà, per molti di loro il problema sarebbe parzialmente risolto. In ogni caso "così come ci è stato raccontato oggi il servizio lascia più di una perplessità. Non è pensabile una spesa del genere per una così scarsa copertura. Lo stesso dovrebbe interessare tutto il territorio con forme di assistenza integrate, capaci di intercettare realmente le situazioni più critiche". 
 

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