Caro bollette, il Lazio punta sulle comunità energetiche: “Per svilupparle ci sono 110 milioni di euro”
Fanno risparmiare, creano occupazione e riducono le emissioni di C02. Assessora Lombardi: “Stiamo incontrando gli amministratori locali per far nascere nuove comunità energetiche”
Dotarsi di impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Per ridurre l’impatto sull’ambiente ed anche per contrastare il “caro bollette”. E’ questo il duplice fine cui ambiscono le associazioni di cittadini, le attività commerciali e le istituzioni che decidono di realizzare una “comunità energetica rinnovabile” (CER). Un fenomeno in crescita nel Lazio anche per impulso dell’assessorato regionale alla transizione ecologica di Roberta Lombardi.
Assessora Lombardi, chi promuove lo sviluppo delle comunità energetiche, di solito, fa riferimento a vantaggi sul piano economico e ambientale. Partiamo dai primi. Nei casi in cui sono state sviluppate, consentono davvero un risparmio in bolletta?
La comunità energetica rinnovabile (CER) è un modo nuovo di produrre e consumare energia, in maniera organizzata, partecipata e ottimizzata sulle esigenze locali. Ci sono due modi di risparmiare energia: uno nel brevissimo termine e l’altro nel medio termine. Nell’immediato, il risparmio proviene dall’autoconsumo dell’energia prodotta e dagli incentivi del GSE (gestore dei servizi energetici ndr) che per 20 anni riconosce un contributo fino a 110€, in aggiunta al prezzo unico nazionale (che ora è notoriamente molto più alto), per ogni MWh di energia condivisa all’interno della comunità energetica. C’è anche la possibilità in alcuni casi di accedere a detrazioni ed agevolazioni fiscali per l’installazione di un impianto fotovoltaico, riducendo enormemente il costo dell’investimento.
E l’altro modo di risparmiare energia?
Nel medio termine l’ulteriore risparmio può derivare dall’uso migliore dell’energia stessa. Le comunità energetiche, introducendo la figura del ‘prosumer’, produttore-consumatore di energia, sono anche uno strumento per migliorare un uso consapevole ed attento. Siamo spinti a consumare meglio, in modo più efficiente l’energia di cui siamo proprietari. Inoltre, incentivare l’autoconsumo di energia rinnovabile nel momento stesso della produzione, e l’eventuale stoccaggio energetico locale, fornisce anche benefici collettivi: contribuisce cioè sia a spostare i consumi nel momento di maggiore produzione di energia rinnovabile, riducendo quindi il problema dell’intermittenza delle rinnovabili, sia a non sovraccaricare le reti di distribuzione e trasmissione esterne alla comunità dell’energia. E questo trovo sia una vera e propria rivoluzione culturale perché trasforma il ‘cittadino-prosumer’ in parte attiva della processo di sostenibilità e indipendenza energetica.
Lo sviluppo di comunità energetiche potrebbe avere delle ricadute anche in termini occupazionali?
Molti. Non solo per quanto riguarda l’installazione e la manutenzione diffusa degli impianti da parte delle PMI, ma anche per quanto riguarda le figure che gestiscono il funzionamento delle CER, osservandone il comportamento e assistendo i loro membri nel miglioramento nell’uso dell’energia.
La condivisione di fonti rinnovabili all’interno di una comunità, quale impatto ha sull’ambiente? Esistono delle previsioni relative all’abbattimento, ad esempio, della CO2?
Uno studio di ELEMENS per Legambiente mostra che lo sviluppo delle Energy Community in Italia comporterebbe anche significati benefici ambientali, con una riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 stimata in 47,1 milioni di tonnellate, riuscendo così a contribuire fino al 30% degli obiettivi al 2030 di energia rinnovabile previsti dal vigente Piano nazionale integrato energia e lima.
L’intenzione di promuovere le comunità energetiche, nel Lazio, è messa nero su bianco anche con una legge risalente al febbraio 2020. Ritiene ci sia un ritardo da scontare? E la regione come sta investendo nella loro promozione?
Il Lazio è fra le Regioni italiane che stanno muovendosi più rapidamente e in modo strutturato per la promozione delle comunità energetiche rinnovabili. Più che di ritardo dobbiamo parlare di urgenza di mettere in funzione il sistema delle CER, stante anche l’acuirsi delle tensioni geopolitiche. Complessivamente nel Lazio per lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili nei nostri territori abbiamo a disposizione circa 110 milioni di euro, tra risorse regionali, del PNRR, e nuova programmazione dei Fondi Ue 2021-2027. Come Regione stiamo inoltre portando avanti a Roma e in tutte le province un tour specifico con degli incontri di formazione per sindaci e amministratori locali su come far nascere una CER sul proprio territorio. Un’iniziativa in collaborazione con l’Università “Sapienza” volta ad avviare un percorso che accompagni le amministrazioni locali e i cittadini nella creazione delle prime CER. Vogliamo inoltre creare, anche negli uffici della Regione, un vero e proprio centro di competenza capace di monitorare e indirizzare le politiche regionali nello sviluppo delle CER.
Ad ottobre lei ha inaugurato, a Ventotene, la prima comunità energetica rinnovabile del Lazio. A novembre invece ha iniziato un tour andando a toccare tutte le province del Lazio, sulle “Comunità energetiche rinnovabili”. Che segnali arrivano dalle amministrazioni locali?
Più di 50 amministrazioni pubbliche locali hanno risposto all’invito ed alcune hanno già una delibera di indirizzo e hanno fatto i primi passi per la costituzione delle comunità energetiche. Particolarmente attivi sono i sindaci del reatino, del basso Lazio, ma anche della Tuscia e dell’area intorno a Bracciano.
Ci sono già progetti in essere, i prossimi mesi saranno davvero decisivi in questo processo, ciascuna amministrazione sta incontrando, alla presenza della cittadinanza, il gruppo di lavoro della Sapienza.
Recentemente si è chiuso il bando “Lazio in transizione” con circa 470 progetti presentati. Sappiamo che tra questi ci sono anche quelli presentati da alcuni municipi che chiedono di sperimentare delle comunità energetiche. E’ la preoccupazione del caro bolletta o si sta facendo largo una nuova sensibilità ambientale?
Con il bando abbiamo ricevuto tantissime proposte sulle CER, sia per la creazione delle comunità in contesti aziendali, abitativi e di recupero di aree rurali e industriali, sia per le attività di assistenza e formazione. Abbiamo ricevuto una proposta dal IX Municipio, che l’1 febbraio ha approvato un documento con cui impegna la Presidente di municipio a creare le CER sul territorio. A Roma ci sono anche altre proposte interessanti sul fronte rinnovabili, come ad esempio quella di utilizzare in una scuola del IV Municipio un impianto alimentato da energia geotermica che sfrutta il regolamento sulla geotermia a bassa entalpia per ‘piccole’ utilizzazioni recentemente approvato dalla nostra giunta.