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Tende per il piano freddo, Caritas all'attacco: "Amministrazione in difficoltà nell'affrontare la povertà estrema"

Monsignor Feroci: "Si tratta di un considerevole passo indietro rispetto alle soluzioni emerse negli anni precedenti"

Una tendopoli per affrontare il freddo. Per il secondo anno consecutivo nel X municipio si è scelta questa strada. Dal 20 gennaio il piano è operativo, ma non mancano le critiche. E quando queste vengono dalla Caritas, realtà da sempre in prima linea nella lotta alla povertà in città, assumono un valore più alto. E' Monsignor Feroci a firmare un vero e proprio je accuse nei confronti dell'amministrazione capitolina. 

"A Roma", attacca il direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci, "il 20 gennaio si installano delle tendopoli per non far dormire al 'freddo' un numero peraltro esiguo di senza dimora, dopo che nel mese di dicembre sono decedute cinque persone in strada nella totale indifferenza delle Istituzioni e senza che nessuno abbia chiesto perdono per queste morti. Questo il 'piano' del Comune di Roma che ha riproposto una misura di emergenza come avveniva negli anni Novanta: senza programmazione, senza coinvolgere le realtà che operano ogni giorno a fianco di chi vive in strada e, soprattutto, senza il minimo rispetto di chi dorme sotto colonnati e ponti proponendogli il 'caldo' di una tenda". 

Feroci, pur ringraziando i volontari della Croce Rossa "che ancora una volta non fanno mancare il loro prezioso contributo per il sostegno alle persone senza dimora", ritiene che "che questo tipo di accoglienza non sia dignitosa. Si tratta di un considerevole passo indietro rispetto alle soluzioni emerse negli anni precedenti che, seppure non strutturali, riguardavano alloggi più confortevoli per un numero molto più ampio di persone. Ancora una volta Roma si fa cogliere di sorpresa dai problemi causati dal freddo per il pericolo di assideramento per chi vive in strada, una situazione che di fatto torna ogni anno. Perchè non si è pensato prima a programmare le iniziative per gestire questo difficile momento di vita per i più fragili? Perchè esistono protocolli di intervento precisi per gestire la viabilità in caso di gelo ma non si riesce a fare lo stesso per le persone che vivono in strada?".

Quindi la ricostruzione dell'interlocuzione con il Comune: "Già a maggio dello scorso anno, con alle spalle la stagione invernale, la Caritas chiese la convocazione di un tavolo di lavoro per preparare la città all'inverno successivo, ma nulla è stato pensato e fatto. L'Amministrazione sta dimostrando di avere molte difficoltà nel definire un piano organico per affrontare il problema della povertà estrema in modo multidimensionale, restituendo dignità alle persone e la possibilità di svincolarsi dal bisogno senza creare cronicità e ulteriori disagi. Il tema delle migliaia di persone che vivono in strada va affrontato impegnandosi in piani di intervento organici che sappiano rispondere alle complesse e articolate storie dei poveri. Siamo convinti che costruire progetti per il bene delle persone richiede piani diversi di collaborazione dove ognuno si spende secondo le proprie responsabilità istituzionali. Per questo richiediamo con forza alle Istituzioni un piano di intervento complessivo per le persone senza dimora che renda migliore la nostra città e la vita di coloro che con fatica la abitano".

Dalla Croce Rossa una replica alle parole di Monsignor Feroci: "Da anni diciamo che le tende non sono mai una soluzione, benché sia stato necessario ad esempio alloggiare per mesi nelle tende le persone migranti in attesa di trasferimenti nei centri d'accoglienza, soluzioni anche queste che non erano adeguate e su cui abbiamo cercato di far riflettere. Il sistema di protezione delle persone più fragili è carente su Roma non da oggi ma da anni. Eppure il volontariato fa miracoli e noi pensiamo vada sostenuto. In questo senso stiamo dando assistenza a persone che si trovano in grande difficoltà continuando, per esempio, con le attività delle unità di strada o in strutture come quella del Primo Municipio. Mentre a Ostia le tende sono state la soluzione emergenziale quest'anno, l'anno scorso e due anni fa. Come soluzione emergenziale da anni si decide l'apertura delle stazioni della metropolitana. Soluzioni che non sono mai state vere soluzioni ma che in assenza di alternative lo diventano. Ad esempio a Ostia in questi giorni non è raro accogliere persone che altrimenti dormirebbero al freddo sotto i portici per strada e che almeno nel centro allestito trovano un riparo e pasti caldi. A Monsignor Feroci l'invito a venire a Ostia e alle Istituzioni l'appello a moltiplicare l'impegno per creare condizioni di maggiore tutela e protezione dando priorità - come diciamo da tempo - ad una programmazione delle politiche rivolte a dare assistenza e non più emergenza come si fa da troppo tempo a Roma e non solo".
 

L'attacco di Feroci arriva dopo le critiche di Franco De Donno, consigliere municipale del Laboratorio Civico ed ex presidente della Caritas di Ostia: "C'è bisogno di prevenzione, abbiamo bisogno di una programmazione seria che sia in grado di dare risposte quando servono. Se è vero che non è mai troppo tardi e altrettanto vero che un'amministrazione seria si confronta anche sulla tempistica con la quale riesce a dare delle risposte. “Non si riesce ad allestire un campo di accoglienza, chissà quando e se si riuscirà ad avviare un vero e proprio “piano povertà” a servizio delle numerose famiglie in difficoltà, dei pensionati e di chi si avvicina sempre più pericolosamente alla povertà assoluta". 
 

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