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Matteo Scarlino

Direttore responsabile RomaToday

Per la Capitale è arrivato il momento di tornare a fidarsi dei politici "made in Roma"

Il tramonto del grillismo, a Roma come in tutta Italia, la vittoria di Roberto Gualtieri nella Capitale e l'impronta a livello nazionale del governo Draghi, rappresentano senza dubbio alcuno il riscatto delle competenze. C'è infatti sempre più consapevolezza del fatto che la cosa pubblica non possa essere affidata al primo che capita, come accaduto nelle elezioni degli ultimi cinque anni. La retorica grillina insomma è stata sconfitta dalla realtà e dalla complessità che l'accompagna.

Anche per questo in una città come Roma, flagellata dall'inchiesta Mafia capitale prima e malgovernata durante gli anni di Virginia Raggi poi, il bisogno di un'amministrazione e di un governo d'alto profilo è quanto mai sentito. Roberto Gualtieri ha intercettato questo bisogno e sta in questi primi giorni da sindaco provando a tradurlo in fatti, con una giunta, almeno nelle intenzioni, composta da gente di valore. Trovando però un ostacolo: al Comune sindaco e assessori guadagnano poco, molto poco, addirittura meno dei rispettivi staff e questo rende le posizioni poco attrattive.

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Servire la propria città sarà infatti anche appagante, ma quando si chiede ad un funzionario dello Stato, ad un valido imprenditore, ad un professore universitario di scendere in campo e di prestarsi alla cosa pubblica, i "no, grazie" fioccano, con buona pace di Gualtieri e delle sue nobili intenzioni. Il portafogli conta, ma soprattutto le capacità e l'esperienza non possono essere svendute. Fare l'assessore è impegno gravoso, in una città come Roma equiparabile ad un ministero, ma lo stipendio, rispetto a quello di un ministero, è lontano anni luce ed ecco perché il profilo generale della giunta potrebbe uscirne ridimensionato.

A ben guardare però il problema è un altro, ovvero la mancanza di fiducia nella classe politica, in particolare quella romana, stigmatizzata e delegittimata negli ultimi 10 anni. Se è vero che i capaci costano e che in Comune gli stipendi sono bassi, è altrettanto vero che in altre città ci si affida alla politica, alla classe dirigente in formazione che nel ruolo di assessore sboccia, mostrando tutte le proprie potenzialità. Alcuni esempi. A Bari l'attuale sindaco Antonio Decaro è passato dal ruolo di consigliere comunale, a quello di assessore per diventare apprezzato primo cittadino. Molto probabilmente sarà il prossimo governatore della Puglia e rappresenta una figura importante anche per il centrosinistra nazionale. Ancora, Stefano Bonaccini, passato per il ruolo di assessore e consigliere comunale per diventare ora governatore dell'Emilia Romagna. A Milano Pierfrancesco Maran è stato apprezzato consigliere, poi assessore, riconfermato a furor di popolo con oltre 9.000 preferenze e da tutti individuato come possibile successore di Beppe Sala o prossimo governatore della Lombardia.

A Roma ciò non accade: da 10 anni, indicativamente da Alemanno in poi, il politico che governa Roma o ambisce a farlo, viene trattato come un appestato, incapace, piazzato da correnti, da chissà quali poteri forti quando non dalla criminalità. E qui, nella Capitale d'Italia, la crescita di personale politico sembra non poter avvenire. Tutti pensano che la giunta, se troppo politica, se esclusivamente politica, possa essere figlia solo della spartizione del potere. Nessuno riesce lontanamente a pensare che ci possa essere un politico in grado di poter fare bene, di poter crescere e poter rappresentare, oggi per un domani, la riserva dal quale verrà fuori un possibile prossimo sindaco di Roma, proprio come Decaro, Bonaccini, Maran hanno fatto nelle proprie città o regioni.

E se i "capaci" costano, la sfiducia nella politica rischia così di costare anche di più. Sì, perché se le competenze giustamente non si possono svalutare e il profilo politico romano è stigmatizzato a prescindere, rimane il profilo civico a basso costo, quello per intenderci visto in questi anni di grillismo raggiano, quello che governa male e tira a campare e che ha dato il colpo di grazia a Roma. Una classe che alla città eterna è costata molto di più di uno stipendio decente per un assessore. Anche per questo non sarà forse arrivato il momento di tornare ad avere fiducia nei politici romani?
 

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