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Cantieri Metro C, le imprese affidatarie frenano: "Aspettiamo lunedì per capire la verità"

Il portavoce Nicola Franco: "Sono veramente pochi i motivi per ritenersi soddisfatti di un eventuale accordo che nei fatti ancora non c'è"

"Tra dieci giorni ripartiranno i cantieri della Metro C", annunciava il sindaco Marino venerdì pomeriggio. Oggi le imprese affidatarie però frenano gli entusiasmi e lanciano dubbi sull'accordo che dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, essere siglato mercoledì.

"Leggendo attentamente i quotidiani", dichiara Nicola Franco portavoce del Comitato Imprese Affidatarie, "sono veramente pochi i motivi per ritenersi soddisfatti di un eventuale accordo che nei fatti ancora non c'è. Come non ci sarà la riapertura dei cantieri". Franco infatti sottolinea come per far ripartire veramente un cantiere, anche nel caso di accordo realmente siglato, non occorrano appena dieci giorni ma molti di più

"L'unica cosa vera", continua il portavoce delle imprese affidatarie, "è un ulteriore rinvio di 10 giorni. Questo vuol dire che serio è il rischio che dopo il mese di agosto anche settembre per noi imprese sarà un mese morto e senza produzione".

Preoccupano anche i termini dell'accordo. "Ci terrorizzano anche i termini che abbiamo letto verranno inseriti in questo nuovo ipoteticocontratto come ad esempio il discorso delle penalità e che le interferenze archeologiche faranno parte del normale "rischio di impresa".
 
Spiega Franco: "Rimane difficile capire infatti come possano essere gestibili nela tratta da San Giovanni a Colosseo e, speriamo, piazza Venezia i problemi dei ritrovamenti archeologici senza pesare sulle imprese esecutrici dell'opera che, è bene ricordare sono le uniche a caricarsi i costi per i prolungamenti dei tempi e i fermi che soprindendenze e ministero dei beni archeologici ci impongono. Il fatto poi che le stesse imprese affidatarie che rapresentano il  cuore vero dell'opera non facciano parte e non abbiano rappresentatività nei tavoli decisionali ci fa ancora più paura perche tutto ciò che di negativo esce viene a ricadere sulle nostre teste".

Infine quella che sembra una 'minaccia': "A questo punto se lunedì non ci daranno assicurazioni sui contenuti dell'accordo, la manifestazione di protesta che ieri davano per congelata verrà rimessa in piedi e bloccheremo Roma. D'altronde i nostri mezzi è da troppo tempo che sono fermi".

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