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Canili, Feder Fida contro i privati baresi ma anche contro Avcpp: "Gestione sia diretta del Comune"

La Federazione Italiana Diritti degli Animali si esprime sul contenzioso in corso tra privati vincitori del bando per la gestione dei canili comunali e lavoratori che hanno avuto per anni in affidamento le strutture pubbliche

Premessa doverosa: nel suo statuto ha il divieto di gestire canili. Federazione Italiana Diritti degli Animali Onlus (Feder Fida) commenta la bagarre scoppiata intorno all'affidamento delle strutture di accoglienza per cani e gatti della Capitale. Lo fa, appunto, "senza secondi fini", perché impossibilitata a partecipare all'appalto (quello europeo che partirà a gennaio), ma sferrando pesanti attacchi a entrambe le parti in campo.   

I FATTI - Riassumendo, il vincitore del bando ponte (settembre-dicembre) per la gestione delle strutture di Muratella, Ex Cinodromo, Vitinia e Porta Portese, è nel mirino delle proteste di associazioni e animalisti. Si tratta di una società barese che in Puglia gestisce un mega canile di 1200 cani, e, tasto dolente, degli stabulari (luoghi di permanenza di animali che poi verranno utilizzati per esperimenti da laboratorio) per l'università di Bari. Nessuno la vuole, è in corso una campagna con adesione di vip e personaggi dello spettacolo, e anche Feder Fida si schiera con i 'no'. 

L'ATTACCO - "E' del tutto evidente - dichiara la presidente Loredania Pronio - la nostra contrarietà a che una società tristemente nota sul territorio pugliese ed ora anche nazionale, sia stata la "vincitrice" del bando per la gestione dei canili romani. Ed è singolare il fatto che, la stessa, pur essendo arrivata prima tra tutte e potendo scegliere tra le tre strutture (Muratella, Ex Cinodromo, e Vitinia ) abbia optato per quella con soli 30 cani".

Un'opposizione che però non si traduce nell' appoggio della parte avversa, ovvero dell'Associazione Volontari Canili di Porta Portese (Avcpp), operatori che lavorano da anni nelle strutture ma che, tra bandi annullati e regimi di proroga, sono andati sempre avanti con affidamenti diretti. Più volte hanno ripetuto di non essere contrari alla gara in sè, ma di contestare piuttosto le risorse messe a bando ("insufficienti per la cura dei cani"). E a tal proposito è in ballo un ricorso al Tar. 

"Parliamo di un'associazione che si bea di essere una onlus quando, in realtà, è una macchina macina soldi costata alla collettività ben 4 milioni e mezzo di euro l'anno per più di 15 anni!" esordisce Pronio, da sempre sostenitrice di una gestione diretta da parte del Comune di Roma delle quattro strutture. 

"Oggi i dipendenti rischiano il posto di lavoro e me ne dispiaccio - prosegue - ma non per questo mi batterò affinchè possano mantenere intatte le loro poltrone, che tradotte in soldoni sono solo "voti" visto che, quelle poltrone e quei voti li pago anche io con le mie tasse e preferirei andassero per la cura degli animali". Non le manda a dire, e rivolge domande precise all'associazione. 

LE DOMANDE - "Come mai dire oggi "no alla privatizzazione" quando la stessa Avcpp sa bene che molti cani del comune di Roma vengono trasferiti da anni in strutture molto discutibili? 

Perchè, in questi anni, l'Avcpp non si è mai ribellata verso quei gestori che, con atteggiamento mafioso, decidono vita e morte dei nostri cani e fanno accedere alle loro strutture solo pochi volontari in barba ad ogni legge o regolamento?".  

E ancora "parlano di privatizzazione ma anche la gestione Avcpp negli ultimi 15 anni è da considerarsi tale. Oppure pensano che scrivere onlus consenta di essere automaticamente in odor di santità?". 

"Da quanto leggo attraverso i comunicati e gli articoli, parrebbe che tutti gli operatori siano impegnati nella protesta. Ma chi sta pensando a far uscire dai box quei 600 cani?". 

Ultima: "Dov'è finita tutta la stima che dichiaravano verso il sindaco Marino? Addirittura sono riusciti a dare addosso a chi, come la Feder FIDA, ha avuto il coraggio di contestarlo ancor prima che fosse eletto". 


 

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