Focolaio nel campo rom di Castel romano, è protesta tra i vigili in presidio: "Fateci il vaccino"
La denuncia del sindacato: "A controllare le quarantene con solo una mascherina chirurgica e un paio di guanti. E senza l'adeguamento contrattuale che chiediamo da tempo"
"Queste sono attività di polizia sanitaria, il Prefetto sciolga il nodo su chi deve svolgerle, certo non rientra tra i compiti della Polizia locale". Fuori dal campo rom di Castel romano monta la protesta. A parlare a RomaToday è il segretario aggiunto romano del sindacato Sulpl Marco Milani. Nella baraccopoli sulla via Pontina sono stati rilevati nei giorni scorsi 12 casi positivi al coronavirus tra cui 4 bambini e in totale sono 48 - secondo dati forniti dal sindacato - le persone sottoposte attualmente a regime di quarantena.
"Ai vigili priorità nel piano vaccinale"
Appena fuori dal campo, come richiesto con una nota interna dal neocomandante del Corpo Ugo Angeloni, gli agenti sono stati messi a controllare che nessuno esca, ma lo fanno con solo una mascherina chirurgica e un paio di guanti in lattine. Troppo poco. "Vorremmo dotazioni migliori - denuncia Milani - e vorremmo anche la priorità immediata (su base volontaria) nel piano vaccinale. Siamo continuamente esposti a un rischio". Senza contare "l'istituzione di un giusto adeguamento contrattuale" per mansioni che ai vigili della Capitale non toccherebbero.
"Abbiamo paura poi che il quadro all'interno del campo peggiori" commenta ancora il sindacalista. Nell'area infatti manca da sempre l'acqua potabile. Le famiglie si riforniscono con delle autobotti. "Si mettono tutti in fila con carrelli e taniche e prendono l'acqua. Lo fanno anche quelli in quarantena, e il timore è che il contagio dilaghi".
La situazione del campo di Castel Romano
L'area della baraccopoli di Castel Romano, lo ricordiamo, è stata posta sotto sequestro lo scorso 16 luglio, quando la Polizia locale diede esecuzione al sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Roma sia nell'area cosiddetta "F" del campo rom che nelle zone limitrofe dove nel corso degli anni si sono formate delle vere e proprie discariche abusive. Sigilli che hanno riguardato un'aria importante, di circa 65mila metri quadrati in parte all'interno della riserva naturale di Decima Malafede, apposti al termine di una lunga e complessa attività d'indagine con ipotesi di reato in violazione degli articoli 256 e 256 bis del Testo unico ambientale (combusione illecita di rifiuti).
L'Autorità giudiziaria ha poi nominato la sindaca Virginia Raggi custode giudiziario della baraccopoli, dove risiedono circa 540 persone. Avrebbe dovuto accelerare l'iter per lo sgombero dei moduli abitativi presenti, almeno per quelle 90 persone dell'area F il cui iter era stato già avviato prima dell'indagine. Sgombero che doveva avvenire entro lo scorso 10 settembre secondo le promesse del Campidoglio. Mentre solo a inizio gennaio è stato pubblicato un avviso pubblico, con annesso stanziamento di 91.000 euro, per trovare un centro d'accoglienza (o hotel o B&B) e liberare l'area. Le famiglie non sono ancora state trasferite.