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Campo rom Barbuta, Raggi: "Abbattute 27 baracche. Verso la chiusura". Ma per decine di famiglie non c'è ancora un alloggio

Secondo numeri forniti dalla Croce Rossa di Roma, ente che sta gestando sul posto la chiusura del campo, ancora 36 nuclei familiari sono da ricollocare

"È in corso l'abbattimento di 27 baracche abusive" esulta la sindaca Virginia Raggi. "Andiamo avanti con il superamento del campo rom La Barbuta che nei prossimi mesi verrà chiuso". Già, il primo campo rom di Roma oggetto del piano di superamento licenziato nel 2017 dall'amministrazione M5s, dovrebbe chiudere sulla carta entro il 31 dicembre 2020. O almeno così è fissato nel cronoprogramma stabilito dal Campidoglio. "La nostra via è coniugare legalità e inclusione. Diritti a chi rispetta le regole, lavora e manda i figli a scuola. Nessuna tolleranza per chi viola la legge" scrive ancora la prima cittadina via Twitter. Ma qual è la situazione attuale per i nuclei familiari che vivono nell'insediamento alle porte di Ciampino?

Innanzitutto le 27 baracche di cui parla Raggi sono andate bruciate durante incendi dei mesi scorsi all'interno del campo. Tutte le altre ancora in piedi continuano ad ospitare più della metà delle famiglie del "villaggio". Per le quali ancora deve essere trovato un alloggio alternativo, come previsto dal piano per la chiusura. A fornire a RomaToday i numeri sullo stato dell'arte è direttamente la Croce Rossa di Roma, ente che ha vinto il bando per la gestione del campo (1 milione e 570mila euro la cifra stanziata con fondi europei) con l'obiettivo di smantellarlo, ma anche di assicurare ai suoi residenti una sistemazione alternativa e un'autonomia che garantisca una qualche forma di integrazione nel tessuto sociale. 

Per quanto riguarda la ricerca di una casa, nel mese di agosto sono stati consegnati 37 alloggi di edilizia residenziale pubblica a famiglie che già erano in graduatoria. Restano però ancora 36 nuclei familiari da collocare. E l'impresa non è di quelle semplici. Di fatto l'unico strumento che ha funzionato finora nella ricerca di un'abitazione sono appunto le case popolari, via che esisteva a prescindere dal piano Raggi. Un flop totale invece il buono affitto, fino a 800 euro al mese per due anni, da spendere sul mercato privato. A La Barbuta non l'ha percepito nessuno.

Mentre al capitolo dell'inserimento lavorativo, altro asse importante per avviare un reale processo di integrazione fuori dal campo, fa sapere ancora Croce Rossa, 42 persone sono state avviate a corsi di formazione per trovare un impiego, 16 a oggi hanno svolto dei tirocini, 15 hanno trovato un posto di lavoro, 2 con un contratto a tempo indeterminato. 

In parallelo, lo ricordiamo, a dover trovare una sistemazione alternativa al campo ci sono anche le 28 famiglie di Castel Romano, il maxi insediamento di Roma sud sequestrato dalla Procura per reati ambientali. Il Campidoglio aveva assicurato lo sgombero dell'area F (zona del campo più inquinata) entro il 10 settembre. Il termine però è stato rimandato, con ogni probabilità a fine mese
 

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