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Camping River, Raggi tace sul suo fallimento: famiglie senz'acqua, arriva la Protezione civile 

1500 bottiglie e un'autocisterna. Le 200 famiglie sono ancora tutte nel villaggio

Nessun alloggio alternativo alle baracche, un campo chiuso solo sulla carta ma nei fatti ancora aperto (abusivo), e adesso anche il razionamento dell'acqua. Al Camping River sulla Tiberina il quadro sta precipitando. I rom, circa 400, non sono ancora usciti dal "villaggio attrezzato", nonostante il sostegno economico promesso dal Campidoglio, perché quasi nessuno - come prevedibile - ha trovato una casa in affitto sul mercato privato. Nel frattempo è scaduta il 30 settembre la convenzione tra il Comune e la coop Isola Verde onlus gestore della baraccopoli da anni. Tradotto: gli operatori restano dove sono come da contratto con i proprietari privati dell'area, ma non ricevendo più fondi da palazzo Senatorio non sono più in grado di erogare i servizi base. L'acqua è tra questi. Era nei programmi, se non fosse che nel frattempo, secondo il piano Raggi, le famiglie sarebbero dovute essere già fuori dal campo. E invece al 30 settembre solo due avevano un alloggio alternativo. 

Mentre scriviamo la fornitura idrica è stata sospesa e lo sarà fino al pomeriggio. Riprenderà in tarda serata ma solo per alcune ore. La pompa è guasta e per evitare che si rompa del tutto gli operatori hanno deciso ob torto collo di ridurre i tempi di distribuzione. "Non veniamo più pagati e non abbiamo soldi per effettuare la manutenzione nè per sostituirla, è una scelta obbligata quella di non poterla tenere aperta h24" spiega la presidente della coop Simonetta Lanciani. 

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Ieri la Protezione Civile ha portato al campo 1500 bottigliette d'acqua, insieme a un'autocisterna subito rispedita indietro. "Era ammalorata, piena di vermi" testimonia Lanciani (vedi foto in basso). La beffa che si aggiunge al danno. Torneranno questa mattina con acqua sana. Un intervento tampone per quella che rischia di trasformarsi in breve tempo in emergenza igienico sanitaria. Castel Romano, baraccopoli infernale sulla via Pontina con documentati casi di scabbia legati agli ambienti insalubri, insegna. Segnali dall'amministrazione?

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"Non abbiamo avuto nessuno tipo di interlocuzione a riguardo con il dipartimento". Non scorre buon sangue con i tecnici capitolini che in più di un'occasione (anche per iscritto) ci hanno tenuto a sottolineare l'atteggiamento, a loro dire, poco collaborativo della onlus rispetto al piano per la chiusura del campo. Si legge in una nota interna del 20 settembre firmata dal direttore di viale Manzoni Michela Micheli: "Sorprende che la cooperativa ancor prima di rendicontare e documentare le concrete azioni poste in essere nell'ultimo trimestre a sostegno dell'inclusione abitativa dei nuclei svantaggiati si preoccupa di ricondurre alla stazione le responsabilità dell'eventuale insuccesso dell'operazione". Un'accusa velata rimandata al mittente, in un clima che da settimane è tutt'altro che disteso. 

Che fine ha fatto il Campidoglio?

L'assessore al Sociale Laura Baldassarre non è più competente sul tema da luglio, quando con ordinanza della sindaca è stato istituto un apposito "ufficio di scopo" guidato dal dipartimento per monitorare l'andamento del piano. E da Roma Capitale le comunicazioni sul River arrivano esclusivamente preconfezionate con post sui social network. L'ultimo sulla pagina del Movimento 5 Stelle Roma è del 30 settembre e trasuda ottimismo.

"Il piano di superamento dei campi rom avviato in questi mesi inizia a dare i suoi primi risultati positivi grazie all’impegno dei municipi e dell’Ufficio di scopo di Roma Capitale creato proprio per questo progetto". E ancora: "I dati iniziali lasciano ben sperare nella riuscita del progetto: una famiglia, due donne single con i loro bambini e una persona dializzata saranno i primi a lasciare i vecchi moduli". Nemmeno dieci persone su 420. 

Abbiamo tentato in più occasioni di chiedere un'intervista ufficiale al Campidoglio sul piano rom e in particolare sulle azioni in essere al Camping River. Le nostre richieste non sono state accolte. 

Ecco come il Comune ha aiutato i rom, tra colloqui e 'pizzini'

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