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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Nuovo campo a La Barbuta? Campagna contro il progetto: "Leroy Merlin non costruirlo"

Parte oggi l'appello dell'Associazione 21 Luglio che invita cittadini e utenti del web a inviare un'email dal sito della campagna, per chiedere alla multinazionale "di non sporcarsi la faccia". Intanto sul progetto resta il muro di gomma

Un progetto dai contorni poco chiari, mai spiegato ai cittadini, chiuso nei cassetti del Campidoglio da mesi, sul quale in pochissimi si esprimono. Per La Barbuta si sta pensando a un nuovo campo rom, esattamente accanto al precedente (costruito con soldi pubblici appena due anni fa), ma stavolta a costo zero per le casse capitoline, perché ci pensa Leroy Merlin. Il colosso francese del bricolage vorrebbe aprire una nuova sede proprio sull'attuale distesa di baracche. 

LA CAMPAGNA - A opporsi su tutta la linea, specie in nome del rischio procedura d'infrazione da parte della Commissione Europea "per le politiche abitative segretative che le autorità italiane continuano ad attuare nei confronti dei rom", l'associazione 21 Luglio, che oggi lancia una precisa campagna rivolta all'azienda d'Oltralpe. 

"Leroy Merlin: un campo rom è un ghetto. Non costruirlo!", è l’appello che invita cittadini e utenti del web a inviare un’email dal sito della campagna, direttamente a Leroy Merlin Italia per chiedere alla multinazionale "di non sporcarsi la faccia e di non farsi coinvolgere nella creazione dell’ennesimo ghetto per rom a Roma".

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"Diffonderemo la campagna anche all’estero, chiederemo alle persone di condividerla sui social media e di unirsi così alla nostra battaglia per dire basta alla creazione di nuovi ghetti per soli rom", affermano i membri dell'associazione, unici di fatto a diffondere i dettagli del progetto La Barbuta. 

IL PROGETTO 'SEGRETO' - Sì perché, contrari o meno al 'sistema campi' e alla costruzione di un nuovo sito accanto a un altro, lo ripetiamo, appena tirato su con risorse comunali, quel che colpisce è il modus comunicandi. 

Per la prima volta nel nostro Paese sarebbe una multinazionale, Leroy Merlin Italia, a farsi carico della realizzazione di un campo rom, grazie alla costituzione di un’Associazione Temporanea di Impresa (ATI) alla quale parteciperebbe anche la Comunità di Capodarco di Roma, e la cooperativa Ermes, per l'aspetto gestionale. In cambio dell’investimento, pari a 11,5 milioni di euro, l'azienda francese riceverebbe dal Comune la concessione gratuita per 99 anni del terreno su cui oggi sorge oggi il campo La Barbuta, per installarci così le proprie attività commerciali. 

E' questo il contenuto del piano per l'area a ridosso di Ciampino, ma se ne conosciamo le linee guida è perché la 21 Luglio l'ha svelato alla stampa il 1 Ottobre. Non lo ha fatto nessun altro, e tra dichiarazioni a mezza bocca, e interviste rispedite al mittente, intorno al progetto si è creato un cono d'ombra. 

In realtà è stato discusso ben prima della conferenza stampa di 21 Luglio, otto mesi fa, il 27 gennaio 2014 in una seduta congiunta delle Commissioni Politiche Sociali, Lavori Pubblici, Urbanistica, presieduta dalla consigliera Erica Battaglia che, mostrando interesse verso la proposta, l'ha illustrata ai presenti, spiegandone la ratio, definendo quelli attuali "moduli abitativi da campo di concentramento", e guardando anche al progetto come una soluzione "nell'ottica di scongiurare ogni rischio igienico sanitario" nell'attuale 'villaggio attrezzato'. Fermo restando lo stesso, identico, impianto d'accoglienza: il campo. 

Passano le settimane e del progetto si sa pochissimo. Secondo quanto dichiarato da Battaglia una copia sarebbe dovuta pervenire a tutti capigruppo comunali. Ma a qualcuno il cd con mappe e numeri non è mai arrivato. Dal VII Municipio ci si comincia a porre qualche domanda. Per quale motivo come ente territoriale di prossimità non siamo stati informati dell'intenzione, almeno di qualcuno, di cambiare l'assetto del quadrante in maniera così radicale? A chiederselo sono gli esponenti del Movimento Cinque Stelle municipale, che tra interrogazioni al Comune e alla presidente del parlamentino, Susi Fantino, hanno ottenuto poco e nulla. 

Sappiamo da fonti del Campidoglio che le carte non sono ancora state prese in carico dal Gabinetto del Sindaco. Ma oltre questo, non è dato capire se l'intenzione è quella di procedere o meno. Lo abbiamo chiesto in più occasioni alla presidente Erica Battaglia, ponendole sei domande sul progetto. Nell'elenco anche questa: "Tra i soggetti coinvolti nella gestione del futuro campo leggiamo il nome della cooperativa Capodarco. A quanto ci risulta dovrebbe prendere, sempre da Leroy Merlin, una cifra che si aggira intorno ai 600mila euro l'anno, per 15 anni di gestione. Qualche settimana fa suo padre, Augusto Battaglia, è diventato presidente di Capodarco. Non c'è conflitto di interessi?" La presidente ha preferito non rispondere. 

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