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Camion bar, Napolitano firma il decreto ma a Roma "sarà una dura battaglia"

Parole dell'assessore al commercio del I Municipio, Jacopo Emiliani Pescetelli. A quando i primi spostamenti delle postazioni? "Sarei già soddisfatto se si partisse a ottobre"

Ora il decreto ha anche la firma della massima carica dello Stato. Con il dl Art Bonus, sottoscritto dal presidente Napolitanoil governo fornisce ai sindaci una cornice legislativa nazionale in cui muoversi per liberare dai venditori ambulanti le zone archeologiche e monumentali di pregio. Finalmente, dirà chi proprio non sopporta quei banchi di cibi e bevande che spuntano in qualunque immagine ritragga il Colosseo.  

Attenzione però a farsi troppe illusioni. C'è una legge statale sì, nero su bianco, ma ancora deve trovare il suo modus applicandi nelle singole realtà territoriali. E la strada è ripida e in salita. Da un lato c'è l'obiettivo decoro, dall'altro gli interessi economici di chi vive di turismo. Sui camion bar di Roma è ancora inutile cantar vittoria: sarà guerra, e gli amministratori locali che stanno esaminando attentamente il testo del decreto ne sono ben consci. 

"In tutto il territorio del I Municipio (centro storico, ndr) abbiamo 188 postazioni di ambulanti, tra camion bar e urtisti, regolarmente autorizzati. Il tema vero sarà individuare delle aree che abbiano un valore commerciale paragonabile a quello del Colosseo, o di Fontana di Trevi. Dove le troviamo? Sarà durissima". L'assessore al commercio della City romana, Jacopo Emiliani Pescetelli, non ci gira troppo intorno.

L'iter sarà lungo, complesso, e il braccio di ferro con commercianti e associazioni di categoria darà sicuramente del filo da torcere agli enti locali. Tempistiche per i primi trasferimenti delle postazioni? "Parliamo sicuramente di mesi, mi accontenterei se partissimo tra settembre e ottobre". 

IL DECRETO - In nuce la legge dà la possibilità al Comune di Roma di vietare alcune aree monumentali agli ambulanti. Si procede per gradi: prima di tutto tocca riesaminare le concessioni esistenti e procedere a una loro dettagliata valutazione di concerto con la Soprintendenza, fase tutt'ora in atto con una serie di tavoli tecnici aperti da assessorato capitolino e municipale. 

Il passaggio successivo riguarda la selezione delle postazioni da revocare perché giudicate appunto incompatibili con la salvaguardia dei beni artistici. Alla revoca del titolo seguono due possibilità. La prima, come leggibile sul decreto, è il trasferimento "in una collocazione alternativa equivalente in termini di potenziale remuneratività". 

Nel caso non sia possibile o semplicemente non si riesca a raggiungere un accordo con l'esercente "al titolare è corrisposto da parte dell'amministrazione procedente l'indennizzo". Che però, ci spiega Pescetelli, "è una cifra che a una prima lettura tecnica del decreto sembrerebbe irrisoria", specie sulla scia dell'aumento del canone annuo per gli stessi camion bar stabilito dal nuovo bilancio capitolino. Insomma, difficile che il risarcimento venga intascato con tranquillità dai commercianti. 

"NORME DA CALARE NELLA REALTA' ROMANA" - "Un'extrema ratio" per l'assessore Leonori quella dell'indennità, che è appunto da tarare sul caso specifico della Capitale. Sia per la questione dell'incremento del canone, sia perché a Roma - come spiegato in un'intervista rilasciata all'agenzia Dire - le attività commerciali non sono vincolate a un singolo posteggio ma sono a rotazione. Quindi nel momento in cui io annullo una singola postazione, non ho annullato il titolo. Per questo il decreto è all'attenzione degli uffici".

La volontà di regolamentare il settore c'è e nessuno la nega, ma l'assessore mette le mani avanti: "E' ancora tutto da calare nella realtà romana". 

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