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Vigili, si lavora per il cambio al vertice: tre nomi in corsa per il dopo Porta

L'attuale comandante destinato alla Protezione civile capitolina. In prima fila Di Maggio e Ancillotti. Più defilato Buttarelli. L'avvicendamento darà il via agli altri spostamenti

La Polizia Locale di Roma potrebbe presto avere un nuovo comandante. C'è attesa per l'ufficializzazione delle nomine che dovrebbero ridisegnare i vertici di via della Consolazione. Tutto nasce dalla necessità di riempire la casella, da tempo vuota, del capo della Protezione Civile capitolina: qui dovrebbe essere nominato l'attuale comandante Diego Porta che da oltre un anno ha la delega ad interim. Uno spostamento che mette in moto un effetto domino. Massimo riserbo sui tempi: il cambio potrebbe arrivare a giorni, anche se non è escluso che, visto il periodo elettorale, si possa attendere il 4 marzo.   

Chi al posto di Diego Porta?  

Le voci danno in prima fila per la nomina Antonio Di Maggio e Massimo Ancillotti. Veterano del corpo, il primo avrebbe ottenuto anche l'assenso della triplice. Cgil e Cisl in particolare da tempo caldeggiano la sua nomina. Un premio ad una carriera per quello che negli anni è diventato un'autentica istituzione nel corpo, amato e seguito dai suoi uomini. Se fino a mercoledì scorso la sua nomina appariva certa, negli ultimi giorni qualcosa sembra cambiato. 

Non tutte le anime del Movimento Cinque Stelle sono infatti allineate su Di Maggio e quindi sarebbero in salita le quotazioni di Massimo Ancillotti. Classe 1957, più giovane quindi rispetto a Di Maggio, appare una figura più istituzionale, meno di strada. Dalla sua il passato di "defenestrato" da Matteo Renzi, aspetto che tanto piace ai grillini. 

C'è anche un terzo nome ed è quello di Carlo Buttarelli. Ex comandante del corpo, apprezzato da tutti, era in pole anche a ottobre 2016 quando poi fu nominato Porta. Giocò a suo sfavore l'indagine su una vecchia vicenda (ora archiviata con la certificata totale estraneità di Buttarelli, ndr), in quel momento ancora aperta, che spaventò i grillini. Le esigenze attuali sono diverse rispetto al 2016,  quando c'era da conquistare la base del corpo, ma il suo nome potrebbe essere buono. 

L'effetto domino

Il cambio al vertice smuoverà anche le caselle dei vice comandanti. Le tre poltrone sono al momento occupate da Di Maggio, da Ancillotti e da Botta. Il primo è responsabile della Pianificazione dei servizi operativi, il secondo degli Studi e Applicazione Normativa, il terzo del supergruppo di Sicurezza Urbana (GSSU+SPE). Proprio Botta, secondo quanto risulta  a RomaToday, non avrebbe partecipato alla procedura d'interpello, chiedendo di tornare ad occuparsi di un gruppo municipale. La promozione, eventuale, di uno tra Di Maggio e Ancillotti libererebbe un  altro posto. In pole per guidare la PSO, qualora Di Maggio diventasse comandante, ci sarebbero Stefano Napoli e soprattutto Roberto Stefano. Se ad essere promosso fosse invece Ancillotti, sarebbe promossa Rosa Mileto dalla polizia giudiziaria. Per il gruppo  di Sicurezza Urbana invece viene data scontata la nomina di Maurizio Maggi, anche se non sono escluse sorprese 

Un effetto domino che darà in là anche a cambiamenti nei gruppi territoriali. Su queste ultime nomine però si lavorerà all'ultimo. 

La nomina politica

"Radio via Consolazione" nei giorni scorsi raccontava anche di un'altra ipotesi, ovvero la possibilità di avere come comandante generale Marco Cardilli, attuale delegato alla Sicurezza e alla Protezione Civile del Campidoglio. Con un passato come ai vertici della Polizia provinciale, Cardilli vanta un profilo però molto politico. Legato al Movimento Cinque Stelle, viene visto come un esterno al Corpo. Sinora la linea della Raggi è stata quella della pax con i sindacati dei vigili ed appare difficile un'inversione di tendenza. Tuttavia è bastato far circolare la voce per mettere sull'attenti i sindacati che hanno fatto circolare, all'interno e fuori del corpo, la propria contrarietà al nome di Cardilli. 

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