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Primarie, Calenda d’accordo con Marino: “Il PD che lo ha mandato via, oggi sostiene Gualtieri”

Pronta la replica di Caudo: “Calenda è vero, ma correndo da solo mandi Raggi al ballottaggio”

Il ritorno di Ignazio Marino in una dibattito cittadino non è passato inosservato. Le parole dell’ex sindaco, presentatosi a piazza Conca d’Oro a sostegno della candidatura di Giovanni Caudo, non sono sfuggite, per esempio, a Carlo Calenda.

Il PD che ha bloccato Marino a sostegno di Gualtieri

“Ignazio Marino ha confermato nuovamente quello che dico da tempo - ha premesso il leader di Azione, candidato ad indossare la fascia tricolore in Campidoglio - Il pezzo di classe dirigente del PD Romano che ha portato alla candidatura di Roberto Gualtieri è lo stesso che ha bloccato ogni sua iniziativa essendo interessato solo alla gestione clientelare del potere”. 

Lo show di Marino

L’ex sindaco, accolto da un lungo applauso in piazza Conca d'Oro, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. E lo ha fatto soprattutto alle spese di Roberto Gualtieri. Perchè “se c’è qualcuno che deve chiedere scusa credo sia proprio lui” ha dichiarato Marino, spiegando tra l'altro che il principale competitor delle primarie, “ricandiderà molti di quelli che sono andati dal notaio”.Ed è a questo cui si aggancia il ragionamento di Calenda, per andare all’attacco del partito democratico.

Il pezzo di potere del PD romano

“Su molti dossier Marino aveva le idee giuste. Ma il blocco di potere del PD romano non lo ha messo in condizioni di attuarle. Non si può cambiare Roma con le stesse persone che l’hanno consegnata al declino” ha rimarcato il leader di Azione. Tra l’altro, secondo Calenda, è proprio “per questa ragione” che Gualtieri “non spiega cosa farà precisamente sui dossier più delicati”. 

La sfiducia mai chiarita

L’analisi del leader di Azione, almeno nelle sue premesse, ha trovato in Caudo un sostenitore. L’ex Assessore di Marino, in effetti, ha più volte ricordato che nel PD, non è stato affrontato il nodo della sfiducia all’allora sindaco di centrosinistra. Non c’è stata la necessaria analisi su quella scelta e questo potrebbe finire per alimentare il sospetto che  “il candidato del PD si porti dietro quel nodo”. Con il rischio conseguente “di affossare questa città”. L’analisi di Calenda e Caudo, molto simile nelle premesse, non lo è nelle conclusioni.

Caudo replica a Calenda

L’attuale presidente del Municipio III infatti, rispondendo in maniera assertiva alle considerazione di Calenda, gli ha però ricordato che “ non si può cambiare correndo da soli, rischiando di mandare Virginia Raggi al ballottaggio”. La ricetta di Caudo, al contrario, passa per le primarie. “ Se vuoi veramente fare il sindaco devi contendere la candidatura nel campo del centrosinistra, ottenere l'investitura dei cittadini con il voto ai gazebo e battere la  destra al ballottaggio” ha precisato l’urbanista, oggi minisindaco di Montesacro.

La carta del notaio

“Ma tu hai scelto la corsa in solitaria - ha ribadito, rivolgendosi a CAlenda - Se si vuole cambiare e battere la destra peggiore, gli elettori e i simpatizzanti del centrosinistra hanno una sola opportunità, votare per me”. Come Marino che lo sta apertamente appoggiando, anche lui ha pagato le conseguenze di una sfiducia firmata dai consiglieri di centrosinistra nell’ufficio di un notaio. Ed a questo punto, nella competezione elettorale, è una carte che Caudo può decidere di giocarsi.
 

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