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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Caccia 'anticipata' nel Lazio, insorgono gli animalisti: "Zingaretti dimentica gli impegni"

Come denunciano in una nota una serie di associazioni, la stagione di caccia nel Lazio parte il 2 settembre. "Il Piano Faunistico Venatorio Regionale andrebbe rinnovato, nel frattempo è doveroso, sospendere la caccia"

Animalisti in campo contro l'apertura anticipata della caccia nella Regione Lazio. “Con un decreto a firma del Presidente Zingaretti, la caccia si aprirà il 2 settembre prossimo e non la terza domenica di settembre come disposto dalla legge nazionale” si legge in una nota firmata da Animalisti Italiani, ENPA, Italia Nostra, LAV Roma, LAC Lazio, LIPU Lazio, OIPA, SOS Gaia, WWF Lazio. “Ancora una volta la politica si è piegata alle richieste del mondo venatorio, infischiandosene della stragrande maggioranza di cittadini contrari al massacro di animali selvatici per puro divertimento”. 

Animalisti e ambientalisti ricordano “gli impegni elettorali da lui sottoscritti, disattesi, come nel Programma per i diritti degli animali per il rinnovo della giunta e del Consiglio Regionale del Lazio del 2013”. A sostegno della loro denuncia, citano un punto, la tutela della fauna selvatica: “La fauna selvatica e i parchi naturali sono un patrimonio regionale spesso viziato per interessi economici o per interessi di parte. La Regione Lazio, quale Ente pubblico giuridicamente competente, dovrà esercitare tutte le competenze e le facoltà atte a garantirne una concreta tutela, condividendo iniziative in sinergia con le associazioni animaliste”.

Per le associazioni firmatarie della nota, il Piano Faunistico Venatorio Regionale andrebbe rinnovato. “Risale ormai al 1998 ed è urgente, oltre che doveroso, sospendere la caccia fino a che non sarà approntata una nuova pianificazione. E’ la stessa norma nazionale ad imporlo: se non esiste una pianificazione faunistico-venatoria la caccia non potrebbe essere proprio consentita in nome degli interessi prevalenti di tutela della fauna che è patrimonio indisponibile dello Stato,  rispetto all'attività venatoria, che ricordiamo è una concessione limitata a talune circostanze di tempo e di luogo e da esercitare secondo precise modalità”.
 

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