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Bus turistici, il centro costerà mille euro: "Non per fare cassa, è una questione culturale"

L'assessore Stefano Esposito ribadisce la volontà di dare un giro di vite alla disciplina che regola l'accesso nel centro storico ai mega pullman, specie in vista del fiume di pellegrini del Giubileo. Ieri l'incontro con i rappresentanti di categoria

"A Roma il turista arriva in albergo e viene scarrozzato da un pullman privato. Va al ristorante, al museo, a fare shopping". Una pessima abitudine che quasi fa pensare che gli ostacoli al cambiamento siano più culturali che tecnici. E comunque da scardinare il prima possibile per l'assessore ai Trasporti, Stefano Esposito, pronto a schiacciare l'acceleratore sul tema 'torpedoni'. Che i bus turistici non facilitino un traffico già nel caos non è una novità. Come non lo è che siano stati nel mirino di vari, quanto vani, provvedimenti legislativi per tenerli lontani dalle bellezze romane. Ora però c'è il Giubileo, un'occasione da non perdere per rivoluzionare la disciplina. Ma stavolta, davvero. 

Sul tavolo c'è una bozza di delibera che verrà discussa in Giunta la prossima settimana. L'intento è stralciare il piano in vigore, firmato Improta, troppo blando con i suoi ingressi solo contingentati e regolati in base alla classe di inquinamento del mezzo, provando stavolta a dare il giro di vite. Bus turistici che invadono le vie a ridosse dei grandi monumenti cittadini fuori dal centro storico. Questo l'obiettivo. E allora, per prima cosa, si impennano le tariffe. Chi vuole entrare dentro le mura Aureliane dovrà "strapagare". 

Da 200 euro, fissati nell'ultimo provvedimento (e già in aumento rispetto ai 144 dell'era Alemanno), si potrebbe arrivare ai 1000 a permesso. "Ho dato una cifra mediatica - spiega l'assessore - che andrà limita quando verranno definiti i termini ultimi del pacchetto di norme. Ma il messaggio è chiaro: disincentivare l'ingresso alle aree monumentali, come avviene in tutte le grandi capitali europee". 

E guai a chi tira fuori la solita accusa: "Qui la questione non è assolutamente fare cassa, ma solo e soltanto fare quello che nessuna giunta ha fatto prima d'ora. Perché in questa città è tutto bloccato da 20 anni. Questo non si può fare, quell'altro non si può fare. A forza di non toccare niente, per paura di scontentare qualcuno, ci siamo ritrovati con l'immobilismo più totale". Gli scontenti però ci sono già. 

Di ieri il faccia a faccia con i rappresentanti di categoria. Uno scontro a muso duro, con minacce di blocchi e proteste, "perché non siamo noi il problema". Poi "rischiamo i posti di lavoro dei dipendenti, mille euro sono una cifra altissima, chi li pagherà?". Ma è proprio questo l'obiettivo, che in pochissimi siano disposti a sborsare oro, che il numero di torpedoni diminusca drasticamente, e che per tutti o quasi lo stop avvenga prima. "Il punto non è che ci siano o meno parcheggi o aree sosta in centro, perchè nel modello che sto proponendo non ci devono neanche arrivare". 

I parcheggi saranno fuori, vicino alle fermate della metropolitana e delle ferrovie. E nel pacchetto Roma, quello uscito dal Consiglio dei Ministri per l'organizzazione dell'Anno Santo, non mancano strumenti legislativi per espropri lampo di aree che potrebbe ospitare i bus. Alcuni poi saranno vecchi depositi Atac rimessi a nuovo. Insomma, stavolta sconti non si fanno a nessuno. 

E "niente navette ovviamente - spiega il senatore dem - se dobbiamo passare da mezzi su gomma a mezzi su gomma non ha senso. Parliamo di scambio rigorosamente gomma-ferro". 

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