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Bus cercasi disperatamente: per la fase 2 Atac ha bisogno di mezzi. E sulle metro mancano controllori dei flussi

Si pescherà nel settore dei bus turistici per provare a garantire più mezzi in strada e scongiurare resse alle fermate. Altra questione sul tavolo: i controlli dei flussi in metro

Come aumentare la flotta di bus in città e garantire a tutti la salita sui mezzi pubblici, dal momento che quelli Atac in servizio saranno pieni non più del 50% se non del 25. Poi, altro nodo da sciogliere, come controllare il distanziamento sulle vetture e in metro: il personale disponibile non può bastare. Eccoli, i due punti chiave su cui lavorano Regione e Comune in queste ore, al tavolo che fisserà la fase 2 dei trasporti romani

Partiamo dal secondo: Atac non ha controllori a sufficienza per verificare i flussi di passeggeri che entrano ed escono dai mezzi, specialmente in metropolitana. I tecnici della municipalizzata lo hanno fatto presente. Il contingentamento in metro dovrà avvenire prima dei tornelli e servirebbero 4, 5 persone in stazioni a basso afflusso di utenza e fino a 12, 15 nelle stazioni principali specie se nodi di scambio. In organico non ci sono. "L'azienda ha dichiarato di poter rendere disponibili ulteriori verificatori e ausiliari della flotta - ha spiegato in commissione regionale l'assessore ai Trasporti Mauro Alessandri - una volta che sarà fatta chiarezza sugli aspetti economici". Serviranno fondi straordinari. 

Per non parlare dei mezzi di superficie. L'assessore sul punto è stato chiaro: "Non sarà possibile individuare personale da mettere in servizio per controllare l'uso obbligatorio dei dpi da parte degli utenti e il rispetto del distanziamento sociale. Non lo sarebbe stato nemmeno se lo avessimo saputo sei mesi fa". Le ragioni sono soprattutto di tipo normativo e contrattuale. "Chiariremo comunque questi aspetti entro il 4 maggio" assicura Alessandri. 

Detto ciò, se anche il distanziamento funzionasse perfettamente sopra le vetture, il problema è quello che rimane alle fermate. Al netto di un flusso che tra smart working e aperture scaglionate sarà certamente inferiore rispetto all'ordinario, riempire i bus al 25%, come vorrebbe il Campidoglio, o anche al 50 come suggerito in Regione, vorrebbe dire che o un altro 50% se non 75, resta alle pensiline. Con il rischio di trovarsi a gestire altri assembramenti, non sopra i mezzi ma sul marciapiede. 

Qui allora è fondamentale sciogliere il secondo nodo: aumentare la flotta disponibile, almeno sulle linee più frequentate. Si pescherà dal settore dei bus turistici, quelli che normalmente portano in giro i visitatori per i monumenti cittadini e che oggi restano vuoti. Sono gli stessi addetti ai lavori a essersi offerti, anche per trovare un sollievo economico. "Stiamo ragionando su come sfruttare la proposta" ha spiegato l'assessore regionale ai Trasporti Mauro Alessandri, parlando nella commissione regionale competente. Alcune linee che hanno più bisogno verranno rafforzate. Secondo i dati forniti dalla Regione, si riuscirà a potenziare le linee tarando il servizio su circa 1300 vetture, poco meno delle 1500 in servizio ordinario. L'88% del totale. 

Ai dettagli comunque sta pensando il Campidoglio, con una serie di questioni calde sul tavolo da mettere a sistema sempre nell'ottica di ridurre le code di persone che rischiano di attendere in eterno un bus o un tram alle fermate: le aperture scaglionate per negozi e attività commerciali, il mantenimento dello smart working il più possibile, la mobilità sharing e le piste ciclabili.

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