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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Buono casa, 128 nuclei a rischio sfratto: il Comune apre ad un "provvedimento ponte"

I numeri forniti dal dipartimento patrimonio durante una commissione chiesta da sindacati e terzo settore. Zevi: "Capiamo chi ha possibilità di trovare una casa o di ricevere l'alloggio popolare. Nessuno finisce in strada"

Nel mezzo della tempesta che si è abbattuta sul Campidoglio dopo le chat con i movimenti per la casa spiattellate da Rete 4 nei giorni scorsi, i sindacati inquilini hanno chiesto una commissione patrimonio e politiche abitative per vederci chiaro sui contributo all'affitto dedicati agli ex inquilini dei CAAT, i centri di assistenza alloggiativa temporanea, in scadenza nei prossimi mesi. 

La commissione capitolina sul buono casa scaduto

In questi giorni alcuni romani, che da 8 anni ricevono fino a 800 euro al mese dal Comune per sostenere affitti che altrimenti non potrebbero garantire, si sono visti recapitare una lettera firmata dal direttore del dipartimento patrimonio nella quale si spiega loro che il sostegno è scaduto. Stessa lettera ricevuta dai proprietari. Un bel guaio, perché senza l'assegno del Campidoglio i locatari dovranno mandare via gli inquilini, facendoli ripiombare per forza di cose nell'emergenza abitativa dalla quale pensavano di essere usciti. Unione Inquilini, Sicet, Sunia e Francesca Danese, ex assessora al sociale ai tempi di Marino e ideatrice della delibera del 2015 che istituì il buono casa per chi viveva nei CAAT, hanno voluto un confronto con l'assessore Tobia Zevi e gli uffici. 

I numeri: 128 famiglie in scadenza, 9 entro giugno

"Lo strumento del buono casa temporaneo, se lasciato così senza alternative quale una casa popolare, non funziona - ha esordito Yuri Trombetti, presidente della commissione casa - e ad oggi da quel che sappiamo solo una persona, di quelle il cui contributo è in scadenza, è in posizione utile per l'assegnazione dell'alloggio popolare. Inoltre in questi 8 anni gli uffici hanno spesso sbagliato nell'assegnazione dei punteggi, tanto che ci sono nuclei con 5 punti, non avendo ricevuto neanche quei 18 che sono previsti per chi ha vissuto in un ex residence". Quando si è iniziato a parlare di numeri, è intervenuto Massimo Ancillotti, direttore del dipartimento competente: "I numeri che sono stati forniti negli ultimi giorni sono campati in aria e non corrispondono alla realtà - ha sottolineato - perché a noi risultano 128 nuclei beneficiari dei buoni casa. Di questi, 9 sono in scadenza o scaduti (2) al 28 febbraio, altri scadranno il 28 giugno. Di questi 11, 9 provengono dai CAAT e solo uno è in una posizione tale da essere vicino all'assegnazione dell'alloggio popolare. Rispetto ai CAAT, ricordo che negli anni ne sono stati chiusi 23 su 33 e si è passati da una spesa di 36 milioni di euro l'anno a una spesa di 22 milioni di euro l'anno". 

I sindacati spingono: "Il buono casa fa risparmiare il Comune"

Sta di fatto che i sindacati presenti hanno riportato esperienze dirette di famiglie che da qui a 60 giorni - il tempo massimo concesso da alcuni, non tutti, i proprietari  - rischiano di essere sfrattati. "L'amministrazione attuale deve confermare lo strumento istituito nel 2015" chiede Emiliano Guarneri di Sunia Roma, mentre Guido Lanciano di Unione Inquilini sottolinea il beneficio economico, oltre che sociale, del buono casa: "Per ogni nucleo nei CAAT il Comune spende circa 24mila euro l'anno - fa sapere - mentre per chi ha un contratto di locazione e e gode del supporto comunale parliamo di massimo 9.000 euro l'anno, è una bella differenza". 

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La promessa di Zevi: "Un provvedimento ponte per i più fragili"

Tobia Zevi, che giovedì 23 marzo ha incassato la difesa a spada tratta del sindaco Roberto Gualtieri intervenuto in un'intervista registrata nella trasmissione di Mario Giordano, ha cercato di fare chiarezza e rassicurare le parti coinvolte: "Stiamo lavorando a un nuovo regolamento per istituire uno strumento di welfare abitativo unico che sostituisca tutti quelli esistenti - ricorda, riferendosi ad uno dei punti chiave del piano casa ancora in fase di discussione - ma da qui a quando questo sarà realtà, chiedo agli uffici di fare un'analisi dei buoni casa esistenti, per capire chi è che può reperire un altro appartamento nel mercato libero e chi invece può accedere alla casa popolare. Ricostruiamo le posizioni di ognuno, aggiorniamo i punteggi utili all'assegnazione e capiamo chi, nel frattempo, potrebbe avere accesso al contributo previsto dalla delibera 163. Adesso ci sono anche i Sassat, nuove sistemazioni più decorose, che oltre a far risparmiare il Comune saranno garanzia di abitabilità, salubrità, perché le strutture che hanno risposto al bando hanno dovuto garantire determinati requisiti. Voglio dire una cosa: nessuno strumento di welfare abitativo può essere pensato come eterno. Ovvio che se un nucleo non è emancipabile, dobbiamo farcene carico. Ma lo scopo è sempre quello di accompagnare le famiglie all'autonomia. In ogni caso, rispetto ai buoni casa in scadenza, se ci sono dei casi in cui serve tutelare qualche nucleo più debole, io non ho problemi a scrivere un provvedimento ponte. Politicamente è un impegno che prendo". 

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