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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Residence: "Buono casa in ritardo, famiglie a rischio sfratto"

E' la denuncia del sindacato Unione Inquilini: "Da febbraio sembra che i pagamenti siano stati misteriosamente sospesi"

Sono usciti dai residence destinati a famiglie sfrattate per usufruire del buono casa del Comune. E oggi rischiano di tornare in quell'incubo che li aveva lasciati in mezzo a una strada. “Molti inquilini rischiano di finire sotto sfratto perché il buono casa non viene pagato con regolarità”. La denuncia viene dal sindacato Unione Inquilini che racconta di “inammissibili ritardi” da parte del comune per l'erogazione del contributo. “Il Dipartimento politiche abitative e l’assessorato stanno svolgendo un lavoro notevole e hanno già trasmesso un centinaio di pratiche alla tesoreria, ma da febbraio sembra che i pagamenti siano stati misteriosamente sospesi” spiega il segretario di Unione Inquilini di Roma, Guido Lanciano che chiede al commissario Tronca di intervenire. 

Il buono casa è un contributo economico che varia da 600 a 800 euro al mese a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare. Pensato inizialmente per 'alleggerire' gli ospiti dei costisissimi residence, in vista della loro chiusura, e permettere loro di entrare in appartamenti 'veri', dopo il tramonto degli alternativi Saat, è l'unico strumento rimasto per svuotare le strutture emergenziali. Uno degli ultimi atti della giunta Marino fu proprio quello di renderlo obbligatorio non senza sollevare preoccupazioni e proteste tra gli inquilini. 

La sua erogazione, però, sta presentando dei problemi. E addirittura, secondo quanto riporta il sindacato, alcune famiglie, aiutate dal Comune proprio perché in emergenza, rischiano di essere messe sotto sfratto. “Per colpa della tesoreria de Comune di Roma, i soldi del buono casa non arrivano e alcuni inquilini rischiano già lo sfratto” si legge in una nota. “A chi giova tutto ciò?” si chiede Lanciano. “Senz’altro ai padroni dei residence, che sperano di veder naufragare il 'buono casa' per poter così continuare a lucrare sulla cosiddetta 'emergenza'. Il buono casa non è uno strumento risolutivo, ma va comunque incoraggiato per contribuire a 'normalizzare' un problema, quello della casa, che finora è stato sempre affrontato con strumenti “emergenziali” e scandalosamente dispendiosi”. 

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