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Residence, ultima chiamata: buono casa entro il 31 gennaio o stop assistenza

La Giunta Raggi ha riaperto i termini per la presentazione della domanda per il sostegno all'affitto. Al vaglio anche l'ipotesi di usare il 'bonus' all'interno dei residence

Un'ultima possibilità, poi tutti fuori. La Giunta Raggi ha riaperto i termini per la presentazione della domanda del buono casa per gli inquilini dei residence per l'emergenza abitativa: chi non avrà presentato la sua 'manifestazione di interesse' entro il 31 gennaio 2017 non avrà più diritto all'assistenza alloggiati nei Caat. Lo ha stabilito una memoria di Giunta alla quale seguirà una direttiva, a firma degli assessori Laura Baldassarre e Andrea Mazzillo, rivolta a tutti gli uffici competenti. Il processo di chiusura dei costosissimi residence, che dovrebbe concludersi entro il 2018, continua proprio come pensato dalla precedente amministrazione Marino. Semplicemente l'amministrazione ha deciso di concedere un'ulteriore, ultima, possibilità di accedere a quello che di fatto è un sostegno all'affitto.

La richiesta del Buono Casa potrà essere avanzata da tutti gli attuali inquilini dei residence che abbiano già presentato tale modulo esprimendo la volontà di non usufruirne, che non abbiano presentato alcuna richiesta o la cui precedente richiesta non sia stata accolta perché pervenuta fuori termine o per vizio di forma. Tutte problematiche che hanno creato mal contento e disguidi all'interno delle strutture, con molte famiglie che sono state raggiunte dalle ordinanze di decadenza dal servizio. Chi non risponderà in maniera positiva e corretta entro la fine di gennaio, però, decadrà automaticamente dal servizio. 

Non è sempre stato così. Nei piani di Marino, inizialmente, il buono casa era facoltativo. L'obbligatorietà fu una sorta di piano B della precedente amministrazione per far fronte al fallimento del bando europeo avviato nell'agosto del 2015 per recepire 1020 appartamenti dislocati sul territorio cittadino che avrebbero dovuto sostituire i vecchi e costosissimi residence con case vere e proprie a partire dal 1 gennaio 2016. Tutte le famiglie che vivono nei residence, infatti, sono da anni in attesa di una casa popolare. Il buono casa viene rilasciato solo dopo aver trovato un appartamento sul 'libero mercato' e per questo, nei residence, soprattutto tra le famiglie meno abbienti, non è stato accolto con entusiasmo. 

In tema di residence, potrebbe profilarsi anche un'altra novità. E' al vaglio infatti l'ipotesi di un accordo con i proprietari dei residence per fare in modo di utilizzare il buono casa restando dentro alle strutture. I particolari dell'operazione ancora non si conoscono. Potrebbe trattarsi, infatti, di un modo per evitare la 'difficoltà' di cercare un appartamento ma nessuno sa se verranno tenute in considerazione le ripetute denunce da parte dei residenti in merito all'inadeguatezza di alcune di queste strutture, spesso ex uffici riadattati, quasi sempre in estrema periferia. In vista della definizione della nuova graduatoria per la concessione del Buono Casa, si prevede inoltre di sospendere i provvedimenti di trasferimento dai Caat in chiusura nei confronti dei soggetti titolati alla presentazione delle richieste. 

Alla memoria odierna seguirà una direttiva, a firma degli assessori Laura Baldassarre e Andrea Mazzillo, rivolta a tutti gli uffici competenti. E successivamente verrà sottoposta all'approvazione della giunta una delibera che fisserà il programma di chiusura dei residence, la riapertura dei termini e la definizione degli importi per il Buono Casa, la richiesta di un piano assistenziale alternativo per l'accoglimento delle fragilità sociali (minori, disabili, anziani) attualmente ospitati negli stessi Caat.

"Con questa decisione Raggi dimostra di non mettere in campo nessuna discontinuità con la passata amministrazione" il commento di Elisa Ferri del Comitato dei residence. "Si continua a lavorare in termini di emergenza nell'emergenza senza prospettare soluzioni a lungo termine". Ai residenti la proposta di usufruire del buono casa restando nelle strutture non piace: "Attendiamo da anni una casa popolare, così facendo non usciremo mai. Invece, dal momento che hanno capito le difficoltà di affittare un alloggio sul libero mercato, mettono in campo questa soluzione che ha come conseguenza quella di continuare a tenere aperte queste strutture e di allungare il problema nel tempo" conclude. Poi promette: "Presto una manifestazione". 

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