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Campidoglio, nel bilancio si apre un buco da 853 milioni di euro

E' il frutto di un'operazione di pulizia prescritta da una norma nazionale per "l'armonizzazione dei sistemi contabili". Tranquillizza l'assessore Scozzese: "Non c'è nessuna anomalia, lo pagheremo in 30 anni"

L'ammontare totale potrebbe far vacillare il Campidoglio: nel bilancio di Roma Capitale c'è un 'buco' da oltre 853 milioni di euro. Ma l'assessore al Bilancio Silvia Scozzese rassicura: si tratta di un “disavanzo tecnico” che si può spalmare su 30 anni. Poco più di 28 milioni di euro all'anno.  “Un valore che questa amministrazione può sopportare agevolmente” si è affrettata a garantire con una nota ieri nel tardo pomeriggio l'assessore dopo che la notizia, non senza creare un certo allarme, ha iniziato a circolare sulla stampa.

Tutto parte da una norma nazionale che riguarda tutti i comuni italiani e che prevede l'armonizzazione dei sistemi contabili. Una norma varata dal Governo nel 2009, integrata con due decreti nel 2011 e 2014, che prevede tra gli altri adempimenti il riaccertamento tecnico dei residui attivi e passivi degli esercizi precedenti e la conseguente rettifica del risultato di amministrazione.  Una sorta di operazione di riordino dei “residui di bilancio” degli anni passati, spiega l'assessore, “dovuto principalmente agli accantonamenti al Fondo per le mancate riscossioni delle entrate riferite agli esercizi precedenti e al Fondo rischi”. Un'operazione di pulizia che per i cittadini romani costerà ben 853 milioni di euro.  853.150.413,04 euro per la precisione. 

L'Assemblea capitolina ha tempo fino al 14 giugno, ovvero la decorrenza dei 45 giorni dall'approvazione della delibera che ha recepito la norma nazionale, avvenuta lo scorso 30 aprile. Il documento dovrà individuare “l'importo minimo del recupero annuale da ripianare” fino alla copertura completa del buco indicando inoltre come queste risorse verranno accantonate. 

Una 'manovrina' da quasi trenta milioni di euro all'anno che, vista la situazione delle casse capitoline strette tra piani di rientro e tagli, peserà comunque sulle tasche dei cittadini romani e a cui l'Assemblea capitolina dovrà trovare entro breve tempo una soluzione. La situazione però non spaventa l'assessore Scozzese: “Si tratta di un valore annuo che questa amministrazione può sopportare agevolmente anche considerando che abbiamo un bilancio di parte corrente di oltre 4,4 miliardi di euro” si legge nella nota. “Una stima dell’Anci, in fase di discussione dei decreti attuativi dell’armonizzazione dei sistemi contabili, aveva quantificato il disavanzo per tutti i comuni in oltre 15 miliardi di euro. Calcolando il peso di Roma sull’intero comparto comunale, che normalmente si aggira sul 10%, si tratta di un risultato che non desta preoccupazione e non rappresenta alcuna anomalia”. 

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