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Buche sulle strade: il tribunale rigetta la class action del Codacons

Gli avvocati degli Enti pubblici (Unaep): "Memoria difensiva dei legali capitolini era corretta. Noi messi ingiustamente alla gogna"

Piazzale Clodio rispedisce al mittente, il Codacons, la class action contro le buche. La causa collettiva depositata dall'associazione di categoria a seguito di una serie di episodi che hanno coinvolto i cittadini (incidenti stradali e danni subito ai mezzi a causa dell'asfalto dissestato), è stata dichiarata inammissibile per "difetto di giurisdizione del giudice ordinario". Vediamo meglio. 

Come riportato nelle motivazioni fornite dalla II sezione civile del Tribunale di Roma, la lesione del diritto alla libera circolazione stradale in condizioni di sicurezza, ipotizzata nella class action, non sarebbe comprovata da "alcuna circostanza fattuale che, connotata nel tempo e nello spazio, concretizzi tale lesione del proprio personale esercizio di siffatto diritto". Detto altrimenti: non è chiaro in che modo il diritto dei denuncianti alla circolazione sicura in strada, sia stato leso. "Nulla si dice in concreto - è scritto nel dispositivo - circa il se, il come, il dove e il quando i comportamenti tramite i quali i singoli attori esercitavano il diritto di muoversi liberamente ed in sicurezza si sono modificati in senso peggiorativo o sono addirittura venuti meno". Da qui l'invito a ricorrere ai giudici amministrativi del Tar. 

Un verdetto prevedibile, a quanto sostiene il presidente del Codacons Carlo Rienzi. "In primo grado la quasi totalità delle class action presentate in Italia è stata dichiarata inammissibile dai giudici, decisioni poi ribaltate in Corte d'Appello, sede cui il Codacons si rivolgerà per ottenere l'ammissibilità dell'azione collettiva".

Soddisfatti i legali dell'Unione nazionale avvocati enti pubblici (Unaep). "Si è deciso di sottoporre alla gogna mediatica l'Avvocatura capitolina semplicemente per aver difeso correttamente l'Ente di appartenenza" si legge nella nota, dove il riferimento è alla memoria difensiva presentata dai legali di palazzo Senatorio per un altro caso di risarcimento chiesto da un automobilista difeso, sempre, dal Codacons. Fece discutere, perché nella sostanza derubricava la presenza di irregolarità sul manto stradale a "comune esperienza" che gli utenti dovevano comunque tenere presente. 

Il Tar, sottolineando la carenza di motivazioni fornite dai denunciati, andrebbe quindi a confermare "la correttezza dell'operato degli avvocati pubblici, i quali, nella memoria difensiva comunale, non hanno fatto altro che riportare consolidatissimi principi espressi a più riprese dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione in materia di concorso di colpa del danneggiato ex art. 1227 c.c. nelle controversie risarcitorie da circolazione stradale".

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