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Buche, quando i romani chiedono i danni: 5188 le richieste di risarcimento

I dati sono stati diffusi dal Codacons e si riferiscono ai procedimenti aperti al 31 dicembre 2016. Ben 49 incidenti avvenuti risalgono al 2004. Molti quelli che si risolvono con una conciliazione

Nel giorno in cui un ciclista è finito una voragine in via Gioberti, arrivano i dati relativi agli incidenti provocati a Roma dalle buche stradali e disconnessioni dell'asfalto, e che hanno portato a richieste risarcitorie da parte degli automobilisti. A renderli noti è il Codacos che è riuscito ad ottenere da Assicurazioni di Roma tutti i numeri relativi alle pratiche di risarcimento intentate contro il Comune di Roma. 

Al 31 dicembre le pratiche pendenti sono in totale 5.188. Di queste 3.239 riguardano sinistri "non in causa", mentre 1.949 sono gli incidenti determinati da buche stradali che hanno portato ad una causa. Con sinistro non in causa si intende una pratica per cui la vittima dell'incidente si è rivolta allo sportello di conciliazione di Roma Capitale. Uno strumento utilizzabile per risarcimenti inferiori ai 12.911 euro. Gli altri invece hanno dato adito a procedimenti davanti a un giudice. 

Sempre al 31 dicembre scorso, le pratiche definite sono 2.398 per i sinistri non in causa, e 331 per quelli in causa (totale 2.729 pratiche definite). 

Da notare come tra i sinistri ancora in attesa di definizione ci siano ben 49 incidenti avvenuti nel 2004: a distanza di 13 anni gli automobilisti danneggiati dalle buche ancora non sono riusciti ad ottenere giustizia. Non a caso - calcola l'associazione dei consumatori - il tempo medio per ottenere un indennizzo è pari a 6 anni e mezzo nel caso in cui si ricorra alla giustizia ordinaria, periodo che scende a 1 anno e 10 mesi qualora di acceda alla conciliazione. 

"Si tratta di numeri che rendono l'idea del fenomeno buche a Roma - spiega il presidente Carlo Rienzi. "Oltre 5000 richieste di risarcimento ancora in piedi con una spesa immensa per l'amministrazione, tra costi legali e indennizzi da riconoscere. Se si provvedesse a rifare le strade a regola d'arte senza ricorrere ai rattoppi dell'asfalto che cedono alla prima pioggia, il Comune potrebbe risparmiare centinaia di migliaia di euro ogni anno". 

E la mancanza di fondi per riparare le strade, unita alla paura di cause legate agli incidenti, spinge il Comune ad abbassare i limiti di velocità. E' il caso recente della Colombo, dove si viaggerà a 30 e 50 chilometri orari. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio Fabrizio Ghera, ex assessore ai lavori pubblici, commenta: "E’ allucinante, non ci sono i fondi per riparare le buche disseminate sulle strade capitoline e l’Amministrazione anziché far partire il bando pubblico per manutenzione della viabilità se ne sta con le mani in mano e dà seguito a provvedimenti che danno l’obbligo di viaggiare a 30 chilometri all’ora. Siamo alla follia, i grillini invece di governare fanno i passacarte e se ne fregano della sicurezza di automobilisti, centauri e ciclisti. L’ennesima prova del fallimento dei 5 Stelle anche sul versante della manutenzione stradale".

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