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Lago di Bracciano, Acea non arretra: i prelievi continuano. Ora è allarme vero

Nel secondo tavolo in regione l'azienda ha spiegato l'impossibilità a diminuire le captazioni. Dai comuni sabatini la richiesta: "Si affronti l'emergenza: a rischio turismo, navigazione, balneazione e l'intero ecosistema lacustre"

Nessuna soluzione per il Lago di Bracciano. Nulla di fatto nel secondo incontro in Regione per affrontare l'emergenza idrica del bacino sabatino. Acea, la principale accusata per i prelievi dal lago, non ha fornito le soluzioni auspicate e tra i comuni del comprensorio evidente è la delusione. E' un comunicato congiunto di Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano a raccontare lo stato d'animo e in parte il cambio di prospettiva che di fatto suona così: "Se non si possono ridurre i prelievi d'acqua, si affrontino le emergenze che derivano dall'abbassamento del lago".

Dopo l'incontro dello scorso 27 febbraio spiegano i comuni "aspettavamo l’annuncio di una riduzione sostanziale della captazione della acque dal Lago di Bracciano. In questo senso, il gestore del Sistema Idrico Integrato non ha potuto fornire una risposta positiva". L'ostacolo posto da Acea sono gli "interventi da affrontare su altri acquedotti Regionali per diminuire la captazione dal Lago di Bracciano progressivamente dal mese di marzo sino a maggio. Questo tuttavia non garantisce con sicurezza, però, la diminuzione della stessa captazione nel periodo estivo, qualora questi acquedotti dovessero andare in sofferenza per esigenze legate alla siccità".

In sostanza quindi Acea deve continuare a prelevare acqua dal lago di Bracciano perché non può aumentare i prelievi da altri bacini idrici. Almeno per ora.

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Da qui il pessimismo dei comuni sabatini: "Nessuna soluzione quindi e nessuna tregua per lo stato emergenziale della salute idrica e soprattutto ecosistemica del nostro lago con tutte le conseguenze che ne derivano, dal danno ambientale, a quello infrastrutturale, turistico, socio-economico e archeologico".

La parola disastro ambientale, che già in passato ha fatto capolino tra i politici del territorio, diventa sempre più realtà. Per questo, se nell'immediato  è impossibile diminuire i prelievi, i comuni ora chiedono l'intervento della Regione per affrontare le incombenti emergenze. "Abbiamo chiesto alla Regione di intervenire nell’immediato con la convocazione di un tavolo tecnico per risolvere, sin da subito, tutte le problematiche che l'abbassamento de lago sta provocando sulle rive delle cittadine che vi si affacciano. La conferenza è stata chiesta al fine di individuare tutte le azioni congiunte utili ad impedire la compromissione della stagione estiva turistica, la sicurezza per balneazione e navigazione, oltre che per preservare sia l’ecosistema, i siti archeologici e ambientali. La collaborazione con la Regione e il tavolo tecnico affronteranno anche le problematiche legate agli effetti sulle infrastrutture costiere già rilevate dai Comuni rivieraschi"

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Tra i più delusi c'è il vicesindaco di Trevignano Luca Galloni, in prima linea nell'affrontare l'emergenza: "ACEA continua a prelevare acqua dal nostro lago per servire l'idropotabilità di Roma e di molti Comuni della Città Metropolitana in maniera indiscriminata. Tutto il nostro sistema ambientale, ecosistemico, archeologico e socio economico legato alle attività connesse al turismo e alla pesca di cui viviamo sono al limite della compromissione".

Galloni non esclude dure proteste: "L'azione conseguente non potrà che essere di dura e legittima protesta! Il Lago è in agonia e con lui le nostre intere comunità socio economiche e ambientali, e noi non possiamo stare a guardare".

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