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Contro la violenza di genere il Campidoglio punta sulle scuole: il progetto

Tra le priorità dell'assessorato alle pari opportunità l'apertura di due centri antiviolenza (uno al X municipio, l'altro al VI)

Commercio e attività produttive, ma non solo. A Monica Lucarelli, imprenditrice prestata alla politica, Roberto Gualtieri ha affidato anche le deleghe per le pari opportunità. Un argomento quanto mai attuale visto il sempre elevato numero di casi di violenza sulle donne. Una battaglia da combattere soprattutto da un punto di vista culturale, puntando prima di tutto sulla prevenzione.

“È necessario lavorare sulla cultura di genere e sull’educazione all’affettività perché se non lavoriamo sulla prevenzione possiamo limitare i danni ma non impedire che accadano” ha commentato Lucarelli. Vanno in queste direzioni i progetti dell’assessorato. Tra questi, la pubblicazione del bando “A scuola di parità” rivolto alle scuole dei quindici municipi per lavorare a progetti sulla parità di genere. “E’ importante anche il lavoro che si sta facendo in Parlamento circa le linee guida sui contenuti dei testi scolastici affinché non trasmettano stereotipi di genere” ha ricordato l’assessora.

Il lavoro dell'assessorato è orientato anche verso l'apertura di due centri antiviolenza. Tra i progetti imminenti, infatti, figurano le aperture di un CAV (acronimo di Centro Antiviolenza) al X Municipio e al VI. “Per l'apertura del centro antiviolenza al Decimo Municipio abbiamo già i fondi a disposizione, dobbiamo individuare la sede" ha spiegato Lucarelli. Invece, per il Sesto Municipio, attualmente sprovvisto di centri antiviolenza a seguito del riordino dei confini municipali (situato a Torre Spaccata, quartiere annesso al VII Municipio con le ultime amministrative), l'assessora ha precisato: "Stiamo lavorando e valutndo eventuali collaborazioni tra pubblico e privato". 

Nel frattempo però le violenze purtroppo proseguono e si prova a intervenire con azioni tipo braccialetto elettronico (la sua efficacia è dimostrata da recenti fatti di cronaca, la notizia a questo link). Lucarelli pensa che si tratti di “una soluzione tampone che può essere utilizzata nel momento di emergenza ma bisogna lavorare sull’interfaccia e sull’accoglienza delle donne che denunciano le violenze, creando una rete di professionisti che agisca in maniera trasversale dal supporto legale a quello psicologico”.

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