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Agricoltura biologica: via libera ai primi cinque “biodistretti” del Lazio

Dopo l'approvazione del regolamento regionale che ne disciplina la costituzione, il Lazio ha provveduto a riconoscere i primi territori impegnati nello sviluppo del biologico

Sono cinque i biodistretti che la Regione Lazio ha appena riconosciuto. Si tratta di aree geografiche vocate al biologico, all’interno delle quali diversi attori, privati e istituzionali, stringono un accordo. Un patto per sviluppare in chiave sostenibile il territorio di propria competenza.

I cinque biodistretti

Questi territori “green” nel Lazio sono ora diventati cinque.  “Dopo l’approvazione in Giunta - nello scorso febbraio - del regolamento sui biodistretti, abbiamo approvato le delibere di riconoscimento di 5 biodistretti” ha annunciato l’assessora regionale Enrica Onorati. Si tratta di quello dei “Castelli Romani”, che include i comuni di Colonna, Grottaferrata, Frascati, Marino, Monte Porzio Catone e Rocca di Papa. C’è poi il biodistretto “Lago di Bolsena”, ricadente nei Comuni di Acquapendente, Latera, Gradoli, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Grotte di Castro, Cellere, Celleno, Montefiascone, Canino, Farnese, Piansano, Bagnoregio, Ischia di Castro, Capodimonte, Marta, Valentano. Ed ancora l’ “Etrusco romano” il biodistretto “Valle di Comino” e quello di “Via Amerina e delle Forre”. 

Cosa sono i biodistretti

Si tratta di territori per cui “agricoltori biologici, trasformatori, associazioni di consumatori ed enti locali abbiano stipulato e sottoscritto protocolli per la diffusione del metodo biologico di coltivazione, per la sua divulgazione e per il sostegno e la valorizzazione della gestione sostenibile anche di attività diverse dall'agricoltura”ha chiarito l’assessora regionale.

Le risorse a disposizione

I nuovi soggetti possono inoltre partecipare al bando pubblicato a settembre dalla Regione che destina 400.000 euro di risorse del bilancio regionale alla concessione di contributi per la loro promozione. Al riguardo l’assessora Onorati ha spiegato che la Regione intende “promuovere i progetti che puntino allo sviluppo dell’agricoltura biologica, all’uso razionale delle materie prime e delle risorse energetiche, alla riduzione dell’uso di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi, alla promozione della filiera agroalimentare nella sua interezza”.

Un volano di sviluppo economico

Non meno importante è  l' attività che i biodistretti possono realizzare sul territorio in termini di informazione e sviluppo attraverso studi di mercato, azioni di educazione alimentare, partecipazione a fiere, pubblicazione di materiale o realizzazione di siti web. Insomma, i biodistretti possono essere un volano di sviluppo economico dei territori che ne sono interessati. In chiave rigorosamente “sostenibile”.

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