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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Meno Imu e niente ristori Covid, Roma avrà 250 milioni in meno da spendere nel 2023

Una sentenza fa perdere 145 milioni di euro alle casse del Campidoglio. Il Pd: "Nessun taglio orizzontale, i servizi alla persona non si toccano"

Maledetta Imu sulla seconda casa. A dirlo non è un cittadino che deve versare la rata entro il 16 dicembre, ma il Comune di Roma. In sede di analisi del bilancio 2023, in discussione in aula Giulio Cesare in questi giorni per l'approvazione entro fine anno, l'assessora Silvia Scozzese ha dovuto prendere atto di una flessione di 250 milioni di euro per le casse del Campidoglio, gran parte di esse dovute a una sentenza della Corte Costituzionale sul pagamento dell'Imu per i coniugi. 

La sentenza che azzera l'Imu per i coniugi

Ma che c'entra la tassa sulla seconda casa, cioè l'Imu (imposta municipale propria) con il potere di spesa di Roma? Semplice: il 13 ottobre la Corte Costituzionale ha depositato la sentenza numero 209, nella quale si legge che, per considerare una casa abitazione principale, è sufficiente che il proprietario ci risieda o vi dimori, anche senza il resto della famiglia. Detta in soldoni: una coppia sposata in cui marito e moglie risiedono in indirizzi differenti, anche all'interno dello stesso comune, non deve pagare la tassa. Esenzione totale. Certo, va tutto dimostrato in caso di contestazione, ma a quanto pare è sufficiente avere le bollette in regola. 

Per Roma 145 milioni di euro in meno (e il rischio rimborsi)

Sta di fatto, però, che ad oggi questo significa per Roma Capitale una perdita di 145 milioni di euro, come conferma la presidente della commissione bilancio Giulia Tempesta (Pd): "E non abbiamo ancora contato i rimborsi - aggiunge a RomaToday - perché ovviamente c'è chi ha pagato a giugno e con la sentenza di ottobre verrà a chiedere i soldi indietro. In ogni caso il sindaco Gualtieri e tutta la giunta si batteranno nei confronti del governo per avere introiti differenti, non è possibile che in altre città questo problema non ci sia, ma solo a Roma". 

"Finiti i ristori del Covid, ma non faremo tagli orizzontali"

Oltre alla perdita del gettito Imu, anche altre voci contribuiranno a una minore capacità di spesa da parte della Capitale nel 2023: "Non abbiamo più i ristori previsti durante l'emergenza Covid - ricorda Tempesta - quindi cose come i bonus affitti, le risorse per la scuola e quelle per il sociale che in buona parte passavano per la Regione Lazio, ora non ci saranno più. Ma questo non significa che taglieremo i servizi, non sarà un risparmio orizzontale su tutto. Beni e sociale non vengono toccati, ma ci potranno essere riduzioni sugli impegni pluriennale e sui contratti di servizio". 

Adesso la palla passa al Governo

Insomma, nel 2023 Roma avrà 250 milioni di euro in meno da spendere "ma il governo ha avuto grande attenzione alle richieste riguardanti la Metro C, dandoci praticamente il doppio di quanto chiesto, quindi penso non ci sarà disattenzione e anche con la Finanziaria dovrebbero trovarsi risorse, accompagnate da parte nostra da una rimodulazione delle spese". 

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