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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Il bike-sharing è morto. Lunga vita al bike-sharing

A giugno Roma inaugura il nuovo piano per il servizio di bike-sharing. Tra novità, polemiche e attese, vediamo cosa riserva il futuro della "condivisione a due ruote" ai cittadini e ai turisti della capitale

A Roma, si sa, traffico e smog sono un gran problema. Ed è per questo che periodicamente le giunte capitoline tornano a parlare di piani e progetti speciali per la viabilità e la vivibilità delle strade romane. È successo di recente con il tema caldo delle piste ciclabili, sollevato dall’incidente mortale avvenuto su Viale Togliatti. E ricapita adesso, con un altro tema controverso: il bike-sharing.

STORIA DEL SERVIZIO
Il servizio è stato lanciato a Roma nel giugno 2008, in collaborazione con la società spagnola Cemusa. Nei sei mesi durante i quali gli spagnoli hanno attivato e gestito a titolo gratuito il servizio in via sperimentale, il Comune avrebbe dovuto indire una gara pubblica o prospettare una soluzione al mantenimento del servizio. Al contrario, nulla si è mosso, neppure dopo la proroga di tre mesi chiesta a dicembre. A marzo, dunque, mentre il Sindaco Alemanno chiedeva il coinvolgimento di Atac congiuntamente a quello dell’Assessorato all’Ambiente e all’Urbanistica, l’accordo sembrava essere definitivamente saltato quando, a sorpresa, Cemusa annuncia con un comunicato stampa che “La società accoglie con interesse la volontà del Sindaco non solo di rilanciare ma anche di estendere ulteriormente il servizio … Cemusa valuterà le proposte dell’Amministrazione Capitolina, con il consueto atteggiamento di collaborazione e responsabilità verso le Istituzioni e la cittadinanza”.

E mentre l’Amministrazione cerca di mettere insieme le sue proposte, il servizio di bike-sharing resta sbilenco e di difficile fruizione. I cittadini, infatti, assieme ad associazioni impegnate nel settore come BiciRoma, chiedono al Comune di Roma innanzitutto di rendere almeno fisicamente accessibile il servizio (vedi foto), e in secondo luogo di migliorarlo quanto possibile.

Detto, fatto (si fa per dire). A distanza di dodici mesi dal suo lancio, infatti, il bike-sharing sarà ora preso in consegna da Atac, che curerà in prima persona il servizio (che sarà ancora in fase sperimentale fino al 31 dicembre 2010). Già, ma come?

LE NOVITA' DELLA NUOVA GESTIONE ATAC
Secondo le indiscrezioni fornite dal Corriere della Sera qualche giorno fa, il nuovo accordo prevede importanti cambiamenti relativi agli orari, le tariffe e il sistema di cauzione del servizio.

In sintesi, il servizio sarà attivo 24 ore su 24 (mentre precedentemente era disponibile dalle 7 alle 23) e le biciclette potranno essere  riconsegnate dopo 24 ore anziché dopo le 4 previste in passato. La tariffa, fissa, sarà di 0,50 centesimi ogni mezz’ora, con il pagamento che scatta da subito e non prevede più i primi 30 minuti gratuiti. La cauzione di 30 euro, poi, sparirà per lasciare il posto ad un’iscrizione del costo di 5 euro, studiata per attirare anche i turisti stranieri. Al numero 06-57003 e sul sito www.atac-bikesharing.it, inoltre, saranno disponibili anche le informazioni relative agli abbonamenti (da rinnovare, disdire ecc.) e al territorio, che dovrebbe allargarsi alle aree del III e del XIII Municipio (rispettivamente San Lorenzo e Ostia).

Alle indiscrezioni del Corriere, però, non fa eco alcuna risposta da parte di Atac (il cui numero si è rivelato essere inespugnabile e il sito ancora non è consultabile) né da parte dell’Assessorato all’Ambiente (con delega alla ciclabilità).

IL COMITATO BIKE SHARING ROMA
Ma se le istituzioni, a poche ore dal varo del nuovo progetto, non si sbottonano e, senza smentire né confermare le indiscrezioni, rimandano tutto a giugno, dello stesso parere non è certo il comitato Bike Sharing Roma, che affida la sua risposta per il nuovo progetto  ad un post infiammato in cui annuncia la morte del bike-sharing capitolino.

Il comitato, infatti, punta il dito contro quattro principali aspetti del nuovo piano che, se non modificati, rischiano di affossare l’intera iniziativa. Innanzitutto, si rivendica l’importanza della gratuità della prima mezz’ora per incentivare l’uso del servizio (così come avviene in tutto il mondo). In secondo luogo, si sottolinea come una tariffa fissa (a differenza della precedente che prevedeva la prima mezz’ora gratuita, la seconda ad un euro, la terza due euro, e dalla quarta in poi sempre quattro euro) non incentivi ciò che di fatto distingue il bike-sharing da un semplice noleggio bici, ovvero il fatto di ‘condividere’ le biciclette e non trattenerle troppo a lungo.

Il terzo punto dolente segnalato dal comitato riguarda ancora la possibilità effettiva di riconsegna e condivisione delle biciclette: essendo le stazioni sparse a “macchia di leopardo” tra il centro, Piazza Bologna e Ostia, non vi è la possibilità di una reale integrazione del servizio. Infine, Bike Sharing Roma denuncia che quello capitolino sarà l’unico servizio al mondo ad essere finanziato dagli utenti e non dalla pubblicità, che di fatto era una delle ragioni che avevo inizialmente spinto Cemusa ad entrare a Roma.




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