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Le biblioteche senza personale: "Io bibliotecaria messa dietro alla scrivania di un municipio"

Mentre Biblioteche di Roma è alle prese con la carenza di unità per far fronte a tutti i servizi, i nuovi funzionari sono stati smistati tra municipi e dipartimenti: "Così il Comune ha sottratto professionalità e competenza a Istituzione in difficoltà"

“Sognavo di fare la bibliotecaria, sono finita dietro una scrivania in municipio”. A parlare è una dei 42 funzionari di biblioteca assunti lo scorso anno da Roma Capitale ma mai effettivamente assegnati a Biblioteche di Roma, l’organismo comunale per la gestione dei servizi culturali con la funzione di garantire il diritto alla cultura e all'informazione. Di coloro che hanno vinto il concorso “solo dieci sono riusciti a realizzare il sogno di lavorare in biblioteca”, per gli altri le speranze si sono infrante contro le esigenze di avere più unità al lavoro nei municipi e nei dipartimenti da sempre in sofferenza vista la carenza di personale.

I sogni infranti dei bibliotecari di Roma: "Siamo finiti a lavorare in municipio"

“Eppure tra di noi c’è chi vantava esperienza decennale in biblioteche private ed enti culturali, in questo modo non solo non siamo stati destinati a ricoprire il profilo per il quale siamo stati assunti ma si sono sottratte professionalità ad Istituzione Biblioteche di Roma, proprio in un momento in cui si trova in difficoltà oggettiva” - aggiunge ai microfoni di RomaToday un altro funzionario neo assunto. “Il grande rammarico è quello di non essere stati minimamente considerati, siamo stati assunti come bibliotecari e messi in ufficio. Nemmeno sappiamo per quanto ancora. Credo che nessuno si sarebbe tirato indietro nel dare supporto ad una macchina amministrativa in sofferenza, ma almeno - sottolinea la bibliotecaria, per adesso, mancata - avremmo voluto essere avvisati. Non eravamo pronti per ricoprire un ruolo così fondamentale per il funzionamento degli uffici, ma volevamo entrare nelle case dei romani attraverso l’offerta culturale: mettere a disposizione la nostra esperienza per far funzionare le biblioteche soprattutto nei quartieri più periferici o dove si registrano condizioni di maggior disagio sociale e culturale”. “Non basta guardare ai numeri delle assunzioni, è necessario - sottolineano i funzionari - guardare anche alla qualità del personale e all’affinità tra competenza, attitudini e il lavoro che si è chiamati a svolgere”. 

Biblioteche di Roma, l'assessore: "Con noi 101 assunzioni"

Il riferimento è alle dichiarazioni dell’assessore al Personale di Roma Capitale, Antonio De Santis, che proprio dalle nostre pagine aveva sottolineato come le uniche assunzioni nel settore, negli ultimi quindici anni, siano state effettuate dalla Giunta Raggi. “Dal 2016 al 2020 ha assunto 101 funzionari per le biblioteche, di questi solo 19 sono stati assegnati provvisoriamente a settori diversi per esigenze dell’amministrazione. Peraltro, nello stesso periodo, l’intero settore Cultura ha visto il reclutamento di 376 unità di personale tra funzionari e istruttori”. L’intenzione è comunque quella di rafforzare l’intero comparto. “Ma 15 anni di mancata cura della macchina amministrativa - ha evidenziato De Santis - richiedono una progressiva programmazione e messa a regime nel reclutamento delle risorse umane. Questo anche alla luce del buco di bilancio che abbiamo dovuto ripianare prima di poter procedere alle assunzioni già fatte”. Alle assunzioni già effettuate si aggiungeranno quelle dei vincitori dell’ultimo concorso al Comune in fase di conclusione. 

Biblioteche di Roma, l’assessore replica ai sindacati: “Con noi 101 assunzioni dopo quindici anni di nulla”

I sindacati chiedono "maggiore sforzo" al Comune

Chiedono uno slancio i sindacati che su Biblioteche di Roma hanno lanciato l’allarme paventando lo spettro delle chiusure a settembre. “Serve uno sforzo maggiore le cento assunzioni di cui parla l'Assessore si sono ridotte a 80 a causa delle dimissioni di 20 dei cento neoassunti per motivi vari. Inoltre l'Assessore forse non sa o non cita il fatto che pochissimi Istruttori culturali sono stati inviati a Biblioteche di Roma, nonostante le carenze note di organico che lo stesso Assessore ammette. E poi c'è l'ultima paradossale vicenda dei circa 40 Funzionari di Biblioteca assunti lo scorso anno mai assegnati alle Biblioteche ma mandati a svolgere in giro per il Comune lavori che nulla hanno a che fare con il mestiere di Bibliotecario. E poi ci sono i pensionamenti che nel caso di specie continuano implacabili a causa della storia antica del servizio che fu aperto da chi è andato o sta andando in pensione perché il lavoro di questi operatori inizio tutto insieme i primi anni 80 del 900” - scrive in una nota Antonio Trimarco, responsabile Cisl Fo Roma e Rieti per le Biblioteche. L’invito è quello di un incontro, anche con l’assessora alla Cultura Lorenza Fruci “che inspiegabilmente tace”. 

Biblioteche di Roma, Gualtieri: "Situazione grave, è istituzione fondamentale per città"

Una vicenda, quella legata a Biblioteche di Roma, sulla quale è intervenuto anche il candidato sindaco del centrosinistra Roberto Gualtieri. “Piena solidarietà ai lavoratori delle Biblioteche di Roma, rispetto alle preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali. La situazione è davvero grave e l’istituzione, già commissariata, è attesa dalla sfida della completa riapertura a settembre. Ma servono certezze sul futuro, vale a dire risorse e personale”. 40 sedi e numerosi servizi centrali e periferici, come i Bibliopoint, da mandare avanti:troppo poche le 239 risorse rimaste. Nel 2006 erano 367 unità per 35 biblioteche. “Non stiamo parlando di qualche sporadico sportello sparso in città, ma di un vero e proprio servizio di prossimità, presente in tanti quartieri e in tutti i municipi. 39 sedi e altrettanti Bibliopoint che rappresentano una rete preziosa di socialità, comodo spazio studio e spinta alla domanda di cultura sui territori, a partire da quelli periferici. Riprendiamoci i nostri spazi: le biblioteche - conclude Gualtieri - possono davvero trasformarsi nella spina dorsale di una nuova politica capace di esaltare la creatività e la partecipazione culturale, specie tra le nuove generazioni”. 

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