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Casa, nervi tesi tra Comune e Regione: Berdini promette incontro ma viene smentito

Nel tardo pomeriggio di sabato l'occupazione di uno stabile da parte dei movimenti. Berdini: "Lunedì tavolo con la Regione". La replica: "Notizia priva di fondamento"

Mentre per le strade della capitale, di fronte all'ennesimo sgombero con l'impiego delle forze dell'ordine, tornava alta la tensione, si è consumato un altro scontro, quello 'istituzionale' tra il Comune e la Regione. Oggetto del contendere, una riunione convocata d'urgenza dall'assessore all'Urbanistica capitolino Paolo Berdini con l'intenzione di far fronte alla situazione delle decine di famiglie senza casa sgomberate nei giorni scorsi a Roma. "Notizia priva di fondamento", la replica senza sconti che arriva dopo poco più di un'ora dalla Presidenza della Regione Lazio. 

L'iniziativa di Berdini va inquadrata. Nel tardo pomeriggio di ieri centinaia di famiglie entrano in un palazzo ex Inarcassa, al momento vuoto e inutilizzato, in via Silvio D'Amico 53. Una protesta nata sulla scia dello sgombero di 70 famiglie da un palazzo di proprietà della Curia a Colle Monfortani dopo il quale "il Comune non ha fornito alcun tipo di supporto" la denuncia dei senza casa. Per lo stesso motivo, il 21 gennaio scorso, era stato temporaneamente occupato l'ex deposito Atac di San Paolo. L'assessore fissò un incontro con gli attivisti per il martedì successivo, incontro durante il quale si prospettò l'apertura di un tavolo istituzionale sul tema dell'emergenza abitativa che poi non ha avuto luogo. 

Ieri l'occupazione dell'immobile di via Silvio D'Amico. In strada il presidio degli attivisti accorsi in solidarietà e le forze dell'ordine pronte a intervenire, nel palazzo e sul tetto gli occupanti decisi a resistere. Questa volta Berdini si presenta di persona e cerca di convincere i senza casa a lasciare spontaneamente l'immobile. Non accadrà: in serata la polizia fa irruzione nel palazzo, sgomberandolo. Non mancano attimi di tensione, con i manifestanti che denunciano la presenza di alcune persone ferite. Sul posto anche delle ambulanze.

Poco prima dello sgombero, avvenuto intorno alle 22.00, il Comune manda una nota: "L’assessore all'Urbanistica e alle Infrastrutture di Roma Capitale, Paolo Berdini, presente all’occupazione in via Silvio D’Amico 53, ha convocato una riunione d’urgenza del tavolo di lavoro con l’assessore regionale, Fabio Refrigeri, per lunedì pomeriggio alle ore 16 presso la sede della Regione Lazio: l'obiettivo è individuare una soluzione per le persone coinvolte nell'occupazione in via Silvio D'Amico 53" si legge. "In particolare, lunedì verrà vagliata anche la possibilità di accogliere temporaneamente le famiglie sgomberate in immobili pubblici" sottolinea l'assessore Berdini.

IL VIDEO DELLO SGOMBERO

Passa poco più di un'ora e arriva la smentita ufficiale della Regione Lazio: "In riferimento alla notizia della riunione convocata dall’assessore comunale  Paolo Berdini presso la sede della Regione Lazio, sulla vicenda dell’occupazione di via Silvio D’Amico 53, si precisa che essa è priva di alcun fondamento. L’assessore regionale Fabio Refrigeri non è stato contattato né dall’assessore Berdini, né da nessun altro esponente del Campidoglio per concordare tale riunione. Non crediamo dunque possibile che un assessore del Comune di Roma possa convocare una riunione in maniera autonoma in un’altra istituzione. A meno che l’assessore Berdini non abbia convocato tale riunione a sua insaputa…" la replica. 

Dopo il braccio di ferro sullo stadio della Roma, quindi, la tensione tra Comune e Regione si alza anche sull'emergenza abitativa. E proprio sul tema, infatti, è ancora in sospeso il futuro della delibera regionale con il piano per l'emergenza abitativa nella capitale che stanzia fondi per il reperimento di alloggi pubblici da destinare in parte alle liste d'attesa, in parte agli inquilini dei residence e in parte agli occupanti. Dopo l'approvazione in Regione  l'ultima delibera 'attuativa' approvata dal Comune resta quella dell'ex commissario Tronca, criticata dai movimenti. Mentre il provvedimenti, e i finanziamenti che avrebbe potuto mettere in campo, è rimasto in un cassetto.

Critici i movimenti che hanno definito la protesta di ieri una "risposta al “piano assistenziale alternativo” approvato dall'amministrazione venerdì scorso, con la decisione di reiterare il bonus casa per chi ancora vive nei CAAT e di sgomberare coloro che occupano per necessità un alloggio popolare, combattendo le cosiddette occupazioni abusive in linea con la delibera n. 50 del commissario prefettizio Tronca e con l’articolo 5 del “Piano casa” nazionale del 2014 targato Pd e Ncd" si legge in una nota. Diretto l'attacco alla Giunta Raggi: "Alle promesse dell'assessore di una giunta vile e affaccendata esclusivamente nella difesa di beceri interessi personali e nella necessità di non perdere le posizioni di potere conquistate, non ha creduto nessuno. Pertanto il palazzo Inarcassa è stato liberato intorno alle 23 con un intervento violento delle forze di polizia, che ha portato al ferimento di diverse persone, 4 delle quali sono finite al pronto soccorso con le ambulanze riportando trauma cranico e varie lesioni" continua la nota. "Svelato l'ennesimo bluff a targa M5S che conferma la non volontà di occuparsi dei problemi della città, a partire dalla questione abitativa se non nei termini che abbiamo fin qui già conosciuto e confermata la posizione di colpevole inerzia della regione Lazio, non ci resta che prendere atto dell'unica interlocuzione al momento credibile, quella con la questura di Roma, nelle mani della quale il comune e la regione hanno deciso di consegnare la gestione dell'emergenza abitativa". 

Questa la nota della Questura in relazione ai fatti di ieri: "Nel pomeriggio un nutrito gruppo di aderenti ai movimenti di lotta per la casa, circa 500 persone, si sono radunati ed  hanno abusivamente occupato l’immobile sito in via Silvio D’Amico nr. 53. Considerata la presenza di numerose donne e bambini, le forze dell’ordine intervenute hanno avviato una lunga opera di mediazione che ha coinvolto anche il competente assessore del Comune di Roma, intervenuto personalmente sul posto. Nonostante le rassicurazioni e gli impegni assunti, gli occupanti rifiutavano di lasciare l’immobile tenendo occupato il terrazzo all’ottavo piano, con situazione di grave rischio soprattutto per i minori. Si è deciso pertanto di procedere all’identificazione degli organizzatori  per  il successivo deferimento all’Autorità Giudiziaria; subito dopo gli occupanti hanno lasciato l’immobile sotto il controllo delle forze dell’ordine. Al termine delle operazioni due donne, in forte stato di agitazione, sono ricorse alle cure dei sanitari. Le operazioni si sono concluse alle ore 23 circa, con l’affidamento dell’immobile alla proprietà". 

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