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Berdini ha le ore contate, ma il sostituto non si trova: nessuno vuole dire sì allo stadio

In serata l'incontro della sindaca con i consiglieri dovrebbe sancire l'addio di Berdini alla giunta. Tanti i no già ricevuti dai papabili sostituti. Pesa l'ormai scontato sì al progetto Tor di Valle

"Oggi il M5s se vuole ha la grande opportunità di continuare l'azione fin qui intrapresa per far cambiare passo a Roma. Lo stadio di Tor di Valle è il banco di prova per fermare blocchi di potere che difendono la speculazione fondiaria e finanziaria a scapito dei diritti dei cittadini. Se la Raggi vuole fare questa battaglia mi troverà al suo fianco. In caso contrario le mie dimissioni sono già sul suo tavolo".

Si chiude così la lettera di Paolo Berdini al Fatto Quotidiano. Dieci punti per raccontare la sua verità su quanto fatto sinora e sul colloquio pubblicato da La Stampa. Righe, quelle di chiusura, consapevoli che l'ora del suo addio è ormai scoccata. Un ultimatum che segue ad un'argomentata teoria del complotto contro di lui. Obbiettivo provare a uscire da paladino dei deboli contro i poteri forti e nel contempo per lasciare una rogna non da poco al suo successore: l'eventuale sì allo stadio che diventa, nella narrazione berdiniana, un sì ai poteri forti. 

E che questa narrazione sia ben radicata l'ha già capito bene Virginia Raggi che in questi giorni ha sondato diversi nomi, ricevendo molti no. Non disponibile sarebbe Emanuele Montini, di Italia Nostra, che pur lavorando già nell'amministrazione, capitolina ha espresso più volte la sua avversione al progetto. Ha rifiutato il professore Carlo Cellammare scrivendolo su facebook: la sua posizione è addirittura più intransigente di quella di Berdini. Non disponibile è Guendalina Salimei e anche Francesco Sanvitto, responsabile del tavolo urbanistica M5s, non sembra fare al caso della giunta Raggi viste le sue posizioni anti stadiste. Si attende quindi un nome da Milano e nel frattempo la sindaca dovrebbe stasera avocare a sè le pesanti deleghe di Berdini. Diventerebbe così lei la responsabile del sì allo stadio, sminando il campo al successore del prof comunista. 

L'addio a Berdini dovrebbe consumarsi in serata. Il fronte dei 29 consiglieri sembra compatto nell'accettazione delle dimissioni. Anche i "lombardiani" appaiono piegati all'evidenza, nonostante fino a sabato pomeriggio si siano adoperati per consolidare la posizione dell'assessore all'Urbanistica. L'uscita del nuovo audio, quello dei 9 secondi, ha reso evidente come Berdini abbia agito da vero sabotatore spifferando i suoi pensieri al giornalista de La Stampa e chiedendo addirittura l'anonimato. Impossibile quindi tenerlo in giunta. Il "processo" di stasera quindi pare avere un esito scontato con l'addio del professore già dimissionario. 

Raggi però si aspetta dalla riunione anche delle possibili idee per la sua sostituzione. Resta infatti aperta l'idea del rimpasto con l'istituzione di un assessorato ai Lavori Pubblici e l'ingresso di un consigliere in squadra. In pole in questo caso resta Alessandra Agnello, presidente della commissione. Tra le ipotesi anche l'ingresso in giunta di Donatella Iorio come assessora all'Urbanistica. 

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