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Una nuova vita per i beni confiscati alle mafie: Comune al lavoro per un regolamento

La discussione è partita questa mattina con una Commissione congiunta Patrimonio e Politiche Sociali. Vivarelli: "E' la prima volta che Roma Capitale disciplina queste assegnazioni"

Case per donne vittime di violenza, condomini solidali, cohousing o alloggi destinati ad anziani, disabili o persone con disagio mentale. E' la nuova vita degli alloggi confiscati alle mafie, almeno secondo il nuovo regolamento comunale per la gestione di immobili un tempo nelle mani della criminalità organizzata. L'iter che porterà all'approvazione del 'Regolamento per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata sul territorio di Roma Capitale' è partito questa mattina con una Commissione congiunta Patrimonio e Politiche Sociali. Un documento che regolerà le modalità di assegnazione dei circa 70 immobili acquisiti da Roma Capitale. 

"Come abbiamo potuto verificare non tutti questi beni sono stati utilizzati o assegnati in maniera trasparente e in nessun caso sono stati fatti avvisi pubblici" dichiara in una nota Valentina Vivarelli, Presidente della Commissione Patrimonio e Politiche Abitative di Roma Capitale. "E’ la prima volta che Roma Capitale disciplina con un Regolamento l’acquisizione, la gestione e l’assegnazione dei beni confiscati. Il riutilizzo, a fini sociali, dei beni confiscati ad ogni forma di criminalità rappresenta un grande esempio di civiltà che trasforma il frutto di condotte illecite ed antisociali in azioni a servizio della comunità e attesta l’affermazione dei principi di legalità su ogni forma di criminalità".

Per questo motivo, spiega ancora "i beni immobili confiscati trasferiti al patrimonio indisponibile di Roma Capitale saranno utilizzati esclusivamente per finalità istituzionali, sociali, abitative, culturali o artistiche. Potranno essere destinati a finalità lucrative, invece, solo quei beni che l’amministrazione non è riuscita a destinare all’utilizzo previsto, a seguito di indicazioni dell’organo politico competente, l’assessore al Patrimonio, o della Giunta". Per Vivarelli la gestione di questi beni "risulta spesso difficile proprio a causa della provenienza degli immobili e anche per colpa di una vacatio legis, soprattutto sulla gestione dei beni da parte degli Enti Locali, che rende più che mai necessaria l’adozione di un Regolamento dettagliato". 

La giunta provvede ogni anno, entro il 31 gennaio, ad emanare un atto di indirizzo che stabilisca le linee guida e gli obiettivi di interesse pubblico che l’amministrazione intende perseguire. A seguito dell’approvazione del Regolamento vengono istituiti i referenti delle Strutture Capitoline coinvolte nella scelta della destinazione di utilizzo dei beni confiscati: Municipi, Dipartimenti, Strutture di Staff, Strutture di supporto agli Organi dell’Amministrazione. Verrà infine rafforzata la struttura di supporto tecnico del Dipartimento Patrimonio, l’organo amministrativo deputato ad interfacciarsi con l’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati con la quale effettua anche i sopralluoghi negli immobili prima che questi vengano trasferiti al patrimonio indisponibile di Roma Capitale.

Il nuovo regolamento fissa dunque il destino dei beni immobili, anche se le specifiche metodologie di assegnazione saranno contenute in un parallelo regolamento per le concessioni. È prevista poi anche una norma transitoria per le strutture già assegnate, che dovranno comunque andare a bando a scadenza naturale della loro concessione. Quella discussa oggi è la proposta di delibera di maggioranza, la prima delle quattro che sono state presentate. "Terremo conto delle proposte delle opposizioni" ha aggiunto Vivarelli "puntiamo comunque ad approvare il testo entro l'autunno in assemblea capitolina".

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