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Case Popolari ai rom, Belviso: "21 Luglio alimenta solo confusione"

Il vicesindaco di Roma parla di "propaganda politica contro l'amministrazione". Secco "no" di Fabrizio Santori

"Come sempre l’Associazione 21 luglio usa strumentalmente la questione rom per fare propaganda politica contro l’amministrazione Alemanno e per alimentare confusione fra i cittadini romani". E’ quanto dichiara in una nota il vice sindaco di Roma Capitale, Sveva Belviso all'indomani delle dichiarazioni dell'associazione sull'assegnazione delle case popolari ai nomadi. Associazione 21 luglio che ieri annunciava "Con i nuovi punteggi indicati stimiamo che dei 3.600 rom presenti nei "villaggi attrezzati" romani, siano almeno 1.500 i rom, italiani e stranieri, che potranno presentare regolare domanda con la concreta speranza di poter accedere nella fascia più alta per la successiva assegnazione dell'alloggio. La nostra Associazione sta organizzando una task force che nei prossimi giorni consegnerà ai rom le domande di assegnazione e fornirà le dovute informazioni".

SGOMBERARE IL CAMPO DA EQUIVOCI - Vice sindaco (che aveva già manifestato il proprio pensiero al riguardo) che sottolinea nuovamente: "Per sgomberare dunque il campo da equivoci, mi vedo costretta – continua Belviso - a dover ribadire e sottolineare che questa amministrazione, fin dall’inizio del suo mandato e ancora oggi, non ha previsto alcuna corsia preferenziale o accesso diretto alla casa per i cittadini rom. Quanto stabilito dal nostro ordinamento giuridico nazionale prevede invece che qualsiasi cittadino, dotato dei pieni diritti previsti dalla legge e con i requisiti necessari, possa fare domanda per essere inserito in graduatoria. Questi titoli e requisiti indispensabili, allo stato attuale, non risultano essere raggiungibili dalle persone rom".

NO DI SANTORI - Annuncio che sempre nella giornata di ieri ha trovato la contrarietà del presidente della Commissione Sicurezza al Comune di Roma Fabrizio Santori: "Non consentiremo che le famiglie in difficoltà, gli anziani soli e quanti altri attendono in una regolare graduatoria da anni, siano sorpassati nell’indifferenza di ogni forma di giustizia sociale e di buon senso, in nome di un buonismo ottuso e a senso unico. Non è questo il progetto sociale che i romani volevano vedere realizzato. Le case popolari devono essere assegnate prima ai cittadini che vivono in difficoltà economica e agli sfrattati, da sempre considerati assurdamente cittadini di serie B”.

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