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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Befana, al bando ci penserà il Comune: "Anzianità operatori tutela la tradizione" 

Una gara temporanea per garantire questa terza edizione del mercatino di Natale con la competenza che passa dal municipio al Campidoglio. E' quanto verrà richiesto con una mozione di Commissione alla giunta capitolina

Mai dire mai. Dopo due anni di assenza, piazza Navona potrebbe tornare a ospitare le bancarelle del mercatino natalizio già dalla prossima edizione. Il condizionale è d'obbligo perché i tempi per emanare il bando, secondo le normative vigenti, sono già scaduti. E non è chiaro come far trionfare qualità e decoro prescritte dalla Soprintendenza per il sito patrimonio dell'Unesco. L'unica cosa certa, al momento, è che la palla passa al Campidoglio. Sulla festa della Befana, il I municipio verrà esautorato da ogni competenza. E' il sunto di quanto emerso oggi durante la commissione Commercio, la settima sul tema, guidata dal presidente Andrea Coia. 

"Prepareremo una mozione da presentare in Aula per chiedere alla giunta che sia il dipartimento a fare il bando - riassume al termine dell'incontro - sarà temporaneo, valido per quest'anno, poi seguirà un percorso per garantire il decoro". L'atto verrà prodotto dalla commissione nelle prossime ore, e arriverà in giunta "forse già domani". La normativa però parla di avviso pubblico da predisporre "almeno novanta giorni prima della fiera" (vedi il documento programmatico della regione Lazio 193/2003 e le prescrizioni della conferenza Stato Regioni del 2012). E lo stesso Segretariato Generale, nel parere espresso su richiesta della Commissione, parla di un bando "difficile da realizzarsi per mancanza dei tempi necessari". "Difficile ma non impossibile" replica Coia. Il limite è già stato sorpassato, ma non sarebbe perentorio, se lo fosse stato "l'avvocatura lo avrebbe precisato". 

Insomma, la mossa in extremis della nuova amministrazione è chiara: non lasciare vuota piazza Navona per il terzo anno consecutivo, accentrando le competenze sugli uffici tecnici capitolini, perché il municipio, ripete Coia in commissione, "ha dimostrato o di non essere in grado o di non volere la festa tradizionale". Le edizioni del 2014-2015 e 2015-2016, lo ricordiamo, sono saltate, insieme all'intento da parte del parlamentino di riqualificare la festa rispondendo ai diktat dalla Soprintendenza, quelli emanati dopo il 2012, anno di scadenza delle concessioni decennali. Il nuovo bando doveva dar luogo a una festa di qualità, che scalzasse finalmente quel suk, poco natalizio, fatto di porchette, bigiotteria, gagdet delle squadre di calcio. Con un numero di banchi ridimensionati e distanze di sicurezza previste da polizia Locale e Vigili del fuoco. 

L'intento è naufragato per entrambe le edizioni. La prima (che prevedeva la riduzione da 115 banchi a 72) perché gli operatori, per protesta, non hanno ritirato i permessi. La seconda perché il bando è stato sospeso in autotela dal municipio, a seguito di rilievi dell'Anac (Autorità nazionale anti corruzione) sul termine dei 90 giorni e sul "disciplinare di qualità", un documento aggiuntivo per restringere ulteriormente i parametri di assegnazione, inserito a bando già pubblicato dall'allora assessorato al Commercio, e giudicato "lesivo della par condicio". In tutti e due i casi niente mercatino. La piazza viene occupata da attività ludiche e culturali, spettacoli per bambini, stand di associazioni umanitarie. 

A settembre 2016 il municipio ricomincia la battaglia, ma stavolta, con apposita mozione votata in Consiglio, chiede il contributo dell'amministrazione Cinque Stelle: "Si cambi la categoria da fiera a festa", così da rendere meno vincolante quel criterio di anzianità di licenza che ha vinto anche nell'ultimo bando, assicurando le postazioni agli operatori di sempre, molti di questi appartenenti alla famiglia Tredicine (titolari storici di gran parte delle bancarelle del centro). A fronte in qualche caso di punteggi qualità prossimi allo zero. La richiesta viene rimandata al mittente. Secondo Coia il cambio di categoria è pretestuoso. "E' chiaro l'intento di snaturare la festa tradizionale, ma l'anzianità non esclude il decoro, anzi, garantisce la tradizione". 

Così la Commissione si schiera, decide di passare la palla al Campidoglio e assolve di fatto l'operato delle bancarelle storiche. "Non è colpa loro se la festa è diventata un suk. Il vero problema sono gli abusivi" spiega Coia "è lì che si deve intervenire, sul controllo della piazza". E la tipologia di merce venduta? "Non mi risulta che  gli anni scorsi non ci fossero prodotti natalizi, certo qualcosa può essere tolto, come ad esempio la bigiotteria. Anche la Soprintendenza ponte dei limiti, sicuramente lavoreremo anche in questo senso". Ma sempre ribadendo che l'anzianità fa rima con tradizione, che non è da demonizzare, e che "il fatto che ci siano nuovi operatori non garantisce necessariamente la qualità e il decoro". Un'operazione a ribasso e forse un passo indietro sulla strada della riqualificazione? "Non direi, lo è stato piuttosto la festa dello scorso anno, un evento come tanti, non un mercato di Natale". 

In polemica con la decisione della Commissione di rimettere l'onere agli uffici di palazzo Senatorio, il consigliere dem Marco Palumbo. "Il parere degli uffici sul punto mi pare chiaro e ci riporta a quanto aveva da subito affermato il municipio: non ci sono i tempi. Contraddittoria appare anche la posizione dell'assessore Meloni che prima dichiara in commissione che non si può fare nessun bando e oggi, riferisce Coia, sarebbe d'accordo con il presidente della commissione per un nuovo bando annuale. Ho l'impressione che siamo di fronte a dilettanti allo sbaraglio". L'assessore Meloni, in data 14 settembre, aveva dichiarato: "Quest'anno, purtroppo, non ci sono i tempi per fare la gara". Ma il presidente Coia sembra smentirlo. "Ho informato l'assessore sul nuovo bando temporaneo per quest'anno, non ha detto nulla, a mio avviso è favorevole, altrimenti avrebbe obiettato qualcosa. Non so quanto sia favorevole il dipartimento, ma dovrà esserlo".

Una contraddizione sottolineata anche dalla titolare al Commercio del I municipio, Tatiana Campioni: "Sul fatto che non ci siano i tempi sembrava d'accordo anche Meloni". Presente in Commissione, l'assessore si è difesa dalle accuse mosse dai Cinque Stelle in merito all'operato degli ultimi mesi e ai presunti ritardi nel sottoporre il problema all'amministrazione. "La sindaca Raggi è a conoscenza delle problematiche relative al bando di piazza Navona da luglio, abbiamo chiesto un incontro ma non è mai arrivata risposta. Abbiamo informato anche la segreteria generale". E nel rivolgerci al Campidoglio "abbiamo comunque sempre sottolineato di volerci continuare a occupare dell'evento". Invece ci penserà il dipartimento di via dei Cerchi. E la decisione sembra mettere almeno un freno all'ira degli operatori storici, presenti in aula con i rappresentanti delle associazioni di categoria. 

Mario Tredicine, vicepresidente dell’Upvad-Confcommercio: "Dobbiamo decidere una volte per tutte quante sono le postazioni. Non si può fare un anno centosedici, un anno quarantotto. L'anno scorso la colpa è stata delle modifiche apportate al bando con il disciplinare". E ancora: "Gli operatori che non entrano a piazza Navona devono andare altrove, servono dei posteggi alternativi". Luca Paolucci, Goia Ugl: "Quest'anno se il Comune davvero prende il carico la questione la festa ci sarà, dobbiamo tutelare la tradizione e la continuità lavorativa delle famiglie". I Cinque Stelle concordano e Coia lo ribadisce: "Non è l'anzianità il problema, anzi, è tutela della tradizione".

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