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Martedì, 19 Marzo 2024
Emergenza cinghiali / Castel Fusano / Via del Martin Pescatore

Una barriera “anti cinghiali” sulla Colombo

La recinzione sarà lunga 2,5 chilometri. La soluzione cruelty free del Campidoglio piace agli animalisti

Arginare l’incursione dei cinghiali su via Cristoforo Colombo e così tutelare automobilisti e centauri da eventuali, e pericolosi, incontri ravvicinati ed improvvisi con gli esemplari. Il Campidoglio ha deciso di posare una barriera anti cinghiali lungo l’arteria di Roma sud nel tratto di complanare adiacente alla Riserva naturale statale del litorale romano, dal centro Acea a via del Martin Pescatore. Il provvedimento nella delibera dell’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi approvata dalla Giunta capitolina. 

La barriera anti cinghiali su via Cristoforo Colombo

L’intervento, finanziato con circa 150mila euro, prevede la completa rimozione delle attuali recinzioni ammalorate che saranno sostituite con una barriera in rete metallica anti cinghiale di 2,5 km lineari. I lavori includono anche la potatura degli arbusti invasivi. Il Comune prevede di avviare i lavori  entro l’estate, dopo l’approvazione della progettazione esecutiva e l’espletamento delle procedure di gara d’appalto. Per completare la posa della barriera anti cinghiali sulla Colombo serviranno due mesi.  “L'intervento - fanno sapere da Roma Capitale - si rende necessario per garantire la sicurezza dei fruitori della Pineta di Castelfusano e della viabilità lungo la Colombo, impedendo pericolosi attraversamenti dei cinghiali presenti nell’area”.

Un'azione di contenimento è analoga a quella realizzata, ad esempio, in largo Rosa Gattorno, in via Giuseppe Taverna e in via Giorgio Pasquali confinanti con il Parco dell’Insugherata dove sono state posate speciali reti Keller in corrispondenza di varchi di passaggio dei cinghiali individuati da una mappatura effettuata dal Municipio XIV.

“L'Amministrazione capitolina, in collaborazione con Polizia Locale di Roma Capitale, Città Metropolitana e Regione Lazio, è impegnata nelle azioni di monitoraggio e contrasto della presenza dei cinghiali nelle aree urbane, nonchè - sottolineano dal Campidoglio - nell’attività del tavolo coordinato dal Prefetto di Roma sull’applicazione del piano di contenimento della peste suina”. 

L'idea cruelty free del Campidoglio che piace agli animalisti

E l’idea della barriera anti cinghiali ha trovato il commento positivo dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che parla di “primo segnale di un diverso approccio nella gestione della fauna selvatica a Roma, un segno di buona volontà dopo le incresciose vicende di cui sono state vittime i cinghiali che si spingono nell’abitato certamente per colpe non loro”. Il riferimento è agli abbattimenti dopo la cattura.

“Non possiamo dimenticare quel che è accaduto agli esemplari narcotizzati all’ingresso di Villa Pamphilj, di cui non abbiamo saputo più nulla. Una vicenda gestita con la forza e con poca trasparenza da parte delle istituzioni che sono intervenute: Regione, Asl, Comune, Municipio” - dichiara la delegata dell’Oipa di Roma, Rita Corboli. “I due chilometri e mezzo di barriere annunciate dall’assessore Alfonsi sono solo una delle soluzioni ‘amiche degli animali’ possibili nella gestione di cinghiali”.  Tra gli interventi cruelty-free l’Oipa ricorda che, per evitare gli attraversamenti della fauna selvatica, oltre alle barriere possono essere installati dissuasori acustici, dossi nella viabilità minore, e allestiti i cosiddetti “corridoi ecologici”. In più larga scala, il problema può e deve essere affrontato con una migliore gestione della raccolta rifiuti, “possibilmente introducendo la raccolta porta a porta, e la chiusura di tutti i varchi dei parchi e delle riserve che insistono sulla Capitale”. “Aprire la caccia al cinghiale, narcotizzare e poi abbattere gli esemplari che si spingono nelle zone urbanizzate - sottolineano gli animalisti - sono soluzioni violente, non etiche, detestate dalla cittadinanza”. 


 

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