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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Campi rom, il Comune lavora alla bonifica: pronti bandi per 600.000 euro

Tre bandi pubblici pubblicati dal Dipartimento Politiche Sociali. Tra le condizioni anche la possibilità per i rom di lavorare, dietro compenso, alla ristrutturazione dei 'villaggi'. La polemica: "Marino aveva promesso di chiuderli"

Il sindaco Marino si è forse rimangiato la parola? Sul sito del Comune sono stati pubblicati tre bandi pubblici per interventi "di bonifica e manutenzione" nei campi rom di Salone, Gordiani, Lombroso, Candoni e Barbuta. Ma il primo cittadino aveva detto, letterale, "vogliamo superarli". Parole di neanche due mesi fa.

"I lavori - si legge sul sito - intendono alleviare il disagio delle popolazioni Rom presenti nell'ambito di Roma Capitale, ripristinando e salvaguardando le normali condizioni igienico-sanitarie nei villaggi, causa di rischi per la sanità e la sicurezza pubblica". Così "gli interventi saranno mirati alla bonifica, allo smaltimento dei rifiuti" e "alla manutenzione degli impianti antincendio", per un totale di 600 mila euro messi a disposizione dalle casse del Campidoglio. Gli avvisi sono tutti leggibili e scaribili, con le istruzioni per partecipare alla gara, sulla pagina del Dipartimento Politiche Sociale (QUI IL LINK), quello facente capo al nuovo assessorato di Francesca Danese. 

Già, il primo tassello di quel Marino 2.0 che in nome di legalità e trasparenza, dopo il tornado di Mafia Capitale, ha fatto sua l'intenzione di voler ripartire proprio da lì, dal sociale, cambiando per primo nel rimpasto di giunta proprio l'assessore competente, Rita Cutini. Un punto, più che mai simbolico, per porre fine alla gestione 'malata' dei servizi pubblici, quelli pagati dai cittadini, finiti da anni nelle mani di Carminati&Co, la cricca mafiosa che 'mangiava' risorse pubbliche manipolando appalti. Manutenzione del verde, rifiuti, centri di accoglienza. E, appunto, campi rom. 

"Vogliamo superarli, abbiamo delle idee in testa, andremo oltre, e ve lo dimostreremo con i fatti". Il sindaco, all'indomani dello scandalo, aveva promesso di chiuderli. Lo aveva detto a gran voce anche a poche ore dalla guerriglia di Tor Sapienza, quando la periferia si è rivoltata contro un abbandono alimentato anche da quei campi, più simili a discariche che a insediamenti abitativi.

Insomma, dopo mesi di silenzio sul tema lo aveva detto senza possibilità di fraintendimenti: "Violano i diritti e costano troppo". Un gesto 'rivoluzionario' non solo per allontanare dalla sua giunta lo spettro del Mondo di Mezzo, ma anche per rispondere a un'Europa che da anni chiede la chiusura di 'ghetti' monoetnici ridotti al collasso. Un'occasione perfetta per smantellare il sistema. 

Negli avvisi però non c'è scritto "chiusura". E la polemica non si fa attendere. "Evidentemente non è bastata l’inchiesta di Mafia Capitale per far comprendere che il mantenimento di tale sistema è un’azione che lede i diritti umani e genera sperpero economico". A parlare è Carlo Stasolla, presidente dell'Associazione 21 Luglio, assiduo sostenitore della battaglia romana per la chiusura e il superamento dei campi rom. Proprio dalla Onlus era arrivato una proposta, prima delle vacanze di Natale. Delle linee guida per mettere in piedi soluzioni alternative ai campi, che il sindaco sembrava apprezzare.

"Perché continuare a investire risorse da gettare nel pozzo senza fine dei “villaggi attrezzati” - prosegue Stasolla - dove sono i soldi per il superamento dei campi e per l’inclusione dei rom? Quale azione il Comune sta attuando in questa direzione? In assenza di un piano organico ogni denaro speso per la bonifica e la manutenzione degli insediamenti romani è denaro sottratto ai processi inclusivi raccomandati da una Strategia che per gli amministratori romani continuano ad ignorare o, come in questo caso, a citare a sproposito per giustificare lavori e interventi privi di ogni valore e inutili nel lungo periodo”.

Sì, perché nel testo dei bandi, un esplicito riferimento alla Strategia Nazionale d'Inclusione della popolazione Rom, Sinti e Caminanti c'è. Fra gli obiettivi richiesti dall'Europa "l'asse di intervento numero 2 prevede la promozione della formazione professionale e l'accesso al lavoro per donne e uomini rom, in attuazione della Comunicazione Commissione Europea n.173/2011". 

"Le proposte presentate - si legge negli avvisi - potranno contenere quindi l'impegno da parte dell'organismo (di chi si aggiudicherà il bando, ndr) di coinvolgere gli ospiti dei villaggi, i cui nominativi saranno forniti dal Dipartimento, nei lavori da eseuire, esclusivamente dietro compenso a carico dell'aggiudicatario (es. vaucher o altra formula di pagamento). Potranno inoltre contenere la pianificazione di corsi di formazione-lavoro per facilitare algli abitanti la ricerca di impiego". Detto altrimenti, i rom potranno lavorare all'interno del campo, contribuendo ai lavori di ristrutturazione. Ma dovranno continuare ad abitarci. 

C'è poi chi commenta i bandi comparsi sul sito del Comune evidenziando altri aspetti. "Questa citta è ormai al collasso e il Sindaco pensa alla manutenzione dei campi rom invece di preoccuparsi dell'emergenza rifiuti, dell'edilizia scolastica, della manutenzione stradale. 600.000 euro tolti ai romani e alla città di Roma. Marino per l'ennesima volta ignora le esigenze e le priorità dei cittadini". Così Flavia Cerquoni, consigliere Fratelli d'Italia in VII municipio. 

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