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Baobab, parla l'assessora Baldassarre: "Con la collaborazione dei volontari si possono evitare sgomberi"

L'intervista alla titolare alle Politiche sociali, dopo il blitz di questa mattina al presidio di accoglienza per migranti

Gli attivisti parlano di accoglienza fatta solo "di Ama e Polizia". Lei invece rivendica fiera il lavoro svolto negli ultimi due anni: "Da febbraio 2017 abbiamo accolto 165 persone e ne abbiamo colloquiate 800". Chi è rimasto in strada, spiega a RomaToday l'assessore Laura Baldassarre, "o ha rifiutato l'accoglienza offerta da Roma Capitale o si è allontanato di sua spontanea volontà". Interpellata sullo sgombero che all'alba di oggi ha visto i blindati accerchiare la tendopoli per migranti del Baobab, sul piazzale est della stazione Tiburtina, la titolare al Sociale della giunta Raggi si difende con i numeri. Dice che il Comune aveva posto per tutti. E racconta di svariati tentativi di dialogo con i volontari che hanno gestito l'accoglienza. E allora perché siamo arrivati alle ruspe?

Assessore, mentre stiamo parlando i circa 150 migranti sgomberati dal Baobab dove si trovano? 

Quarantadue sono stati accolti oggi, e si aggiungono ai 75 presi in carico nelle scorse settimane sempre in strutture del circuito extra Sprar. Poi ce ne sono altri 50 in attesa di un colloquio al dipartimento di viale Manzoni. Tanti però hanno rifiutato le proposte, qualcuno si è allontanato volontariamente.  

"Ci avevano assicurato posto per tutte le persone presenti, invece lo hanno trovato solo per 65. Gli altri si troveranno per strada". E' una dichiarazione rilasciata da un attivista del Baobab al nostro giornale questa mattina. Come risponde?

Con i numeri di quanto abbiamo fatto negli ultimi due anni. Da febbraio 2017 ci siamo mossi sull'area con un infopoint itinerante, tre giorni a settimana, abbiamo accolto 165 persone e fatto 800 colloqui. Ripeto, in tanti hanno rifiutato le possibilità che abbiamo messo in campo. C'era posto per tutti. 

Alla luce di questo lungo lavoro, non si poteva evitare "la ruspa"? 

Questa è una bella domanda. Nelle ultime settimane abbiamo fatto di tutto per intensificare il dialogo con le associazioni. Siamo andati di persona sul posto il 2 novembre a parlare, sul piazzale. Abbiamo ribadito che c'era posto per tutti. E infatti, con una maggiore disponibilità delle associazioni in fase finale siamo riusciti a collocare nei centri molte persone, 75 appunto. 

Mi sta dicendo che se i volontari si fossero dimostrati più disponibili fin da subito si sarebbe potuto evitare lo sgombero?

Io gliel'ho messa in maniera positiva. 

Ovvero?

Che la collaborazione con le associazioni è l'unica strada possibile. 

Gli attivisti del Baobab si sono battuti anni perché il Comune allestisse un centro per migranti transitanti a Tiburtina. C'era il progetto del FerrHotel, ricorda? Lei stessa disse che avrebbe aperto nel primo semestre del 2018. 

Sì certo, era un progetto della giunta precedente, ma è venuto fuori che sarebbe stato abbattuto nel progetto di riqualificazione del piazzale voluto da Ferrovie dello Stato. Ma stiamo comunque coprendo le funzioni che avrebbe avuto il Ferrhotel. 

Come?

Abbiamo finanziato con 300mila euro un infopoint che verrà realizzato a Tiburtina e sarà un servizio informativo per i migranti con somministrazione dei pasti. Poi abbiamo aumentato i posti h24 nei centri extra Sprar, quelli dedicati appunto ai migranti che sono usciti dal circuito assistenziali dei richiedenti asilo. 

Il ministro Salvini ha detto che vuole riportare la legalità a Roma. Che sgombererà a stretto giro 27 palazzi occupati. Roma è pronta ad accogliere chi finirà per strada?

Noi abbiamo cercato fin da subito di non muoverci seguendo la logica delle emergenze, serve un piano e un'azione di sistema. Abbiamo un protocollo operativo con la Prefettura per il censimento delle fragilità, che vengono stabilite con criteri che vanno dal reddito al quadro sanitario. Prenderemo in carico le famiglie con varie forme di assistenza, dalle case popolari ai Sassat 2.

Un'ultima domanda per tornare al Baobab. Lei ha detto che in tanti hanno rifiutato l'assistenza, oggi come nelle scorse settimane, ma con quali motivazioni?

Guardi a riguardo le leggo testualmente un report stilato dagli operatori della Sala Operativa Sociale. "La scarsa adesione è motivata dalla distanza della struttura, e da lunghe trattative con migranti e volontari, questi ultimi il  più volte hanno rappresentato un ostacolo". 

Quindi?

E' sempre per dire quanto è importante il dialogo e la collaborazione tra enti locali e mondo dell'associazionismo.

 

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