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Autorecupero via dei Lauri, nuovi ritardi: "Così il Comune rischia di far saltare tutto"

Per stipulare il mutuo servono due determine: "Ma gli uffici rimpallano la responsabilità"

Il 10 aprile scorso, con la consegna da parte del Comune del documento necessario a far partire i mutui con la banca, sembrava fatta. Con oltre dieci anni di ritardo sulla tabella di marcia il progetto di autorecupero di via dei Lauri a Centocelle sembrava vicino a sbloccarsi. Invece questa mattina un gruppo di famiglie della Cooperativa inventare l’abitare è tornata a protestare davanti all’assessorato al Patrimonio del Comune di Roma a Garbatella. “Dopo il via libera al finanziamento da parte di Banca Etica, la convenzione stipulata con il Comune prevede altre due determine dirigenziali. Abbiamo presentato tutta la documentazione necessaria ma non siamo ancora riusciti ad ottenerle”, spiega Bruno Papale, presidente della cooperativa.

“Il primo prevede l’ipoteca del Comune sull’immobile e il secondo è una presa d’atto da parte degli uffici della stima economica per i lavori, inevitabilmente lievitata rispetto al preventivo del 2002. Stiamo parlando di circa 23mila euro ad appartamento”, che verranno pagati dai soci destinatari delle abitazioni. Non c’è molto tempo. “Se non li presentiamo alla banca entro il 22 gennaio per ottenere il mutuo dovremo ricominciare da capo”. Le difficoltà denunciate ad aprile, “tredici mesi di attesa per una firma (rilasciata proprio il giorno della protesta, ndr)”, sembrano ripetersi. “In queste settimane siamo stati rimpallati dal dipartimento Simu a quello al Patrimonio senza capire di chi sia la responsabilità”, denuncia ancora Papale. “Oggi abbiamo incontrato due funzionari del dipartimento e ci è stato promesso un incontro per la prossima settimana”.

In merito l’assessorato al Patrimonio fa sapere che sta seguendo da vicino la questione che è attualmente affrontata su un piano meramente amministrativo in quanto riguarda la verifica e l'emanazione di atti gestionali su una vicenda risalente a diversi anni fa.

Il video  - Senza casa per una firma

Intanto la protesta di questa mattina è stata occasione per riaccendere i riflettori sulle difficoltà riscontrate negli anni dai progetti di autorecupero scattati nella Capitale in base alla legge regionale del 1998.  Il Comune esegue i lavori sulle parti comuni degli immobili, le cooperative pagano le ristrutturazioni degli interni scalandole poi dal canone di affitto dal momento che la proprietà rimane pubblica.

“In cinque dei sei progetti già conclusi i lavori sono stati fatti male tanto che in alcune abitazioni piove dentro. Nel 2017 l’allora assessora ai Lavori Pubblici si rifiutò di mettere a bilancio i 280 mila euro per gli interventi urgenti e ora la situazione si è aggravata. Ricordo che noi non possiamo intervenire perché si tratta di immobili di proprietà del Comune e la competenza è del Simu”. Resta senza soluzione anche il progetto di autorecupero di un altro immobile in via di Grotta Perfetta: “Dopo anni di ritardi e diverse modifiche al progetto nel gennaio del 2017 questa amministrazione ci aveva promesso un nuovo progetto. Ma non si è più fatto sentire nessuno”. L’immobile resta vuoto e le impalcature sempre più arrugginite.

Questa mattina insieme alle famiglie della cooperativa era presente anche la consigliera del gruppo misto, Cristina Grancio che ha annunciato un’interrogazione urgente: “Sono allibita per come azioni contate vengono portate avanti dall’amministrazione al punto da mettere in pericolo l’intero progetto e la situazione finanziaria della cooperativa”, le sue parole. “Chiederò di spiegare perché nessuno riesce a individuare il dipartimento competente per l’autorecupero quando è chiaro che si tratta di edilizia pubblica. L’autorecupero potrebbe dare respiro alle difficoltà di Roma capitale rispetto all’edilizia residenziale pubblica”. 

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