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Gualtieri taglia fuori le auto d'epoca dal centro. E scoppia la "guerra" per le deroghe

Il club romano La Tartaruga presenta ricorso al Tar e al presidente della Repubblica. Si uniscono Aci, Asi e Registri Storici. Il 15 marzo commissione ad hoc

Si infiamma il dibattito sull'ordinanza con cui, a dicembre 2022, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha ristretto ulteriormente la platea di veicoli che possono transitare all’interno della cosiddetta (e allargata) fascia verde, vietando la circolazione alle auto a benzina e diesel pre-euro 1, euro 1 ed euro 2, e soprattutto ai diesel euro 3.  Limitazioni che, per forza di cose, rendono sempre più complesso circolare su strada con vetture che hanno sulle spalle più di vent’anni, d’epoca o storiche. 

La richiesta di deroghe arriva, pressante, dagli appassionati di veicoli storici, di cui si è fatta portavoce, a Roma, la Scuderia Romana La Tartaruga, club tessereto Asi che ha presentato ricorso sia al Tar sia al presidente della Repubblica per chiedere che le misure (non solo quelle comunali, ma anche quelle regionali) vengano riviste.

Il ricorso al Tar e al presidente della Repubblica firmato dallo storico club romano

"L'ordinanza del Comune di Roma è la più stringente a livello nazionale - spiega a RomaToday Fabrizio Consoli, presidente del club La Tartaruga - ha creato un precedente superando anche i confini della legge regionale, estendendo le limitazioni a tutto l’anno e concedendo deroghe solo per raduni e manifestazioni autorizzati. In poche parole, è il Comune stesso a stabilire se possiamo uscire o meno. Il problema è che per redigere l'ordinanza il Comune ha chiesto al Pra di inviare l'elenco dei veicoli circolanti più vecchi, e nell'elenco sono ovviamente inclusi anche quelli con il cosiddetto certificato di rilevanza storica, ovvero le auto d'epoca. Che sono molto differenti dalle auto vecchie".

Consoli ha quindi presentato ricorso in attesa di concordare delle deroghe, che a oggi sono previste soltanto per determinate categorie di veicoli, come i mezzi dell'Ama, del trasporto pubblico di linea o dotati di pass per portatori di disabilità. I giudici amministrativi si sarebbero dovuti pronunciare l'8 marzo, ma la delibera dello scorso 28 febbraio ha richiesto documentazione aggiuntiva, e l'udienza è stata rimandata al 22 marzo.

Nel frattempo, per il 15 marzo è stata convocata una commissione mobilità per discutere proprio delle deroghe per le auto d'epoca, cui parteciperanno sia i rappresentanti della Scuderia La Tartaruga sia il circolo romano La Manovella, insieme con i rappresentanti di Aci, Asi (Automotoclub Storico Italiano) e dei Registri Storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia.

Il presidente dell'Aci scrive a Gualtieri

Proprio il presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani, nei giorni scorsi ha firmato una lettera aperta inviata al sindaco Gualtieri per rinnovare l'invito a rivedere l'ordinanza. Che, va ricordato, è finalizzata ad abbattere le emissioni inquinanti in una città in cui i valori sono schizzati alle stelle dopo la pausa forzata causata dal lockdown.

Nella lettera Sticchi Damiani chiama in causa “il valore che deve essere attribuito a una vettura storica”, sottolineando che “se esiste una distinzione tra auto storiche e auto vecchie diventa, ipso facto, impossibile affermare che tutte le auto, compiuti i vent’anni, possano diventare di interesse storico e collezionistico, se ben conservate". Poi il riferimento alla 'Lista di Salvaguardia' che proprio l’Aci ha messo a punto per definire quei modelli di auto che per rarità, caratteristiche tecnologiche, design ed innovazione possiedono le qualità per essere considerate di interesse storico e collezionistico. 

La richiesta è insomma quella di non fare di tutta un’erba un fascio, e di differenziare tra auto storiche e auto vecchie: “Da una puntuale verifica dei dati in nostro possesso, si è potuto constatare che per gli anni 2019/2020/2021 solo il 20% circa delle auto che hanno ottenuto il cosiddetto certificato di rilevanza storica sono inserite nella Lista di Salvaguardia - ha scritto Damiani - e ciò significa che il restante 80% sono da considerarsi auto semplicemente vecchie, magari da rottamare per contribuire al ringiovanimento del parco circolante italiano, notoriamente il più vecchio d’Europa, con i conseguenti e ben noti problemi di inquinamento e sicurezza stradale”. 

La percentuale di auto storiche, sottolinea il presidente di Aci, "è minima", e si tratta di veicoli “utilizzati non certo quotidianamente, bensì raramente e con molta cautela. C’è inoltre da chiedersi - prosegue - come sia possibile che a regolare questo settore insista ancora una norma, l’art. 60 del Codice della Strada, redatta addirittura 31 anni fa, quando la dimensione del fenomeno e il numero degli appassionati era di gran lunga inferiore rispetto a oggi”.

"Per tutti questi motivi - conclude Sticchi Damiani - riteniamo che non sia oggi corretto rischiare di penalizzare le vere auto storiche adottando dei provvedimenti che prescindano da questa importante differenza. Al contrario, auspichiamo che tutti i provvedimenti destinati a incidere in questo settore, siano sempre riconducibili ad una ratio ben chiara: quella di tutelare e preservare il valore del vero patrimonio storico motoristico italiano”.

La protesta allargata ad Asi e i Registri Storici

A chiedere deroghe per le auto storiche sono stati anche i presidenti di Automotoclub Storico Italiano, e dei Registri Storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia, che hanno scritto a loro volta a Gualtieri, agli assessori e ai consiglieri della giunta per “esprimere la preoccupazione degli appassionati italiani”. 

"Le richieste di deroga che erano state inviate all’attenzione del sindaco e discusse con l’ufficio di gabinetto non sono al momento state prese in considerazione - si legge nella missiva - Un’ordinanza come quella promulgata dal sindaco, oltre a non tener conto delle legittime aspettative di cittadini portatori di interesse, rischia di azzerare l’attività di un settore che rappresenta un importantissimo volano, oltre che di cultura e passione, anche di economia".

"Questa esperienza è già stata fatta in altri territori, quali ad esempio la Regione Piemonte e la Città di Torino, che hanno poi introdotto deroghe a favore dei veicoli storici certificati - proseguono le associazioni - Tantissime sono le realtà, quali per esempio Regione Lombardia, Comune di Milano, Comune di Genova e tante altre, dove sono attive deroghe per tutelare questo patrimonio veicolare”. È stata quindi ribadita la richiesta di prevedere deroghe “esclusivamente per i veicoli che a termini di legge sono certificati di interesse storico, e quindi in possesso di un certificato di rilevanza storica, registrato presso la motorizzazione".

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