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Atac, è polemica sulla truffa dei biglietti. Marino: "Trovare i colpevoli e arrestarli"

Non si contano le reazioni politiche alla notizia pubblicata da Repubblica. Cgil: "Se è vero quanto scritto, in sua assenza oggi avremmo un'azienda sana"

È bufera politica sul caso 'truffa dei biglietti' dell'Atac. A far scattare le polemiche politiche la pubblicazione dell'inchiesta di Repubblica sul presunto 'mercato parallelo' di titoli di viaggio dell'azienda capitolina, che lega a doppio filo la vicenda alla politica romana. “Lo dico con molta chiarezza: se i fatti pubblicati sono veri e se ci sono dei colpevoli, di qualunque partito siano, spero che siano arrestati e che venga buttata la chiave” ha commentato il sindaco di Roma, Ignazio Marino.

A parlare di “scandalo” è la Filt Cgil di Roma e Lazio. “Se è vero, come scritto, che va avanti da tredici anni, per un valore di circa 70 milioni di euro all'anno, vuol dire che, in sua assenza, oggi avremmo un'azienda sana” il commento di Marco Capparelli. “Un miliardo di euro è una piccola manovra finanziaria, che avrebbe consentito di coprire i buchi dell'Atac, azienda notoriamente con i conti in rosso, e in parte anche quelli del Comune di Roma”. Capparelli si chiede: “Dove stanno le responsabilità? Chi ripaga cittadini e lavoratori? E, soprattutto, con che coraggio la politica e l'azienda ora chiedono sacrifici ai dipendenti Atac?”.

Per Fabio Esposito, coordinatore delle Rsi della Uil Trasporti invece è “impensabile che un'azienda che fa trasporto non sappia quanti biglietti sono in circolazione” il commento del sindacalista. “Ma è ancora più grave che questi soldi, se è vero, siano andati a finanziare la politica. La non tracciabilità della bigliettazione, da quando è uscito il Metrebus, quindi la bigliettazione elettronica, è sempre esistita”.

Sulla questione è intervenuta anche l'Usb. Afferma Walter Sforzini: "Il mio timore è che senza un completo cambio di rotta non c'è salvezza. Nell'articolo viene riportato un introito per questi biglietti falsi di circa 70 milioni di euro. La cifra, per pura coincidenza, è la stessa che l'azienda avrebbe voluto ricavare, nel vecchio piano industriale, dall'aumento di produttività dei lavoratori, fortunatamente non riuscendoci fino ad ora".

Molti consiglieri regionali e comunali di entrambi gli schieramenti hanno commentato la notizia concordando sulla necessità di ottenere un chiarimento a riguardo. Per il capogruppo del Partito Democratico in Campidoglio Francesco D'Ausilio serve “un immediato e puntuale chiarimento” con tanto di un “intervento del sindaco” e “una inchiesta interna il cui risultato dovrà essere noto in tempi brevissimi all'assemblea capitolina”.

Per il capogruppo capitolino di Sel Gianluca Peciola invece “Roma Capitale si dovrebbe costituire parte civile e chiedere che tutti i fondi impropriamente distolti tornino nelle casse del Campidoglio e quindi messi a disposizione dei cittadini” si legge in una nota in cui si chiede anche la consegna dell'eventuale report interno alle autorità giudiziarie”. Sempre dai banchi di Sel a parlare è il consigliere Imma Battaglia, presidente della commissione Smart City: “La presunta partecipazione dei partiti nel sistema di clonazione dei titoli di viaggio Atac avvalora ciò che sostengo da sempre: la soluzione per governare il sistema è nell'ICT (Tecnologie dell'Informazione). Roma metropolitana non può più tollerare falle informatiche, come in questa vicenda la mancanza di dati incrociati tra i biglietti stampati e quelli effettivamente obliterati”.

“Lo scandalo è la fotografia del consociativismo che gestisce Roma” il commento di Alessandro Onorato capogruppo della Lista Marchini in Aula Giulio Cesare. “Ho presentato un'interrogazione urgente al Sindaco e nella prossima conferenza dei capigruppo chiederò la convocazione di un consiglio straordinario su Atac e sui troppi scandali che l'hanno colpita: sarà l'occasione per chiarire questa vicenda dai contorni inquietanti”.

Duro il commento del vicepresidente regionale del Lazio, Francesco Storace: “La Regione Lazio ha il diritto e soprattutto il dovere di aspettare prima di sborsare un solo euro in direzione dell'Atac. Non credo che la denuncia di uno scandalo che sarebbe addirittura bipartisan possa essere accantonata con toni pelosamente garantisti. I soldi dei cittadini non possono finire nelle tasche dei ladri” ha scritto sulla sua pagina Facebook.

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