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Atac, Rettighieri toglie i poteri a tre dirigenti

Il neo direttore generale Marco Rettighieri ha avviato una riorganizzazione con "obiettivo filiera di comando corta e miglioramento del servizio". Spiegano da Atac: "I dirigenti saranno lo stretto necessario"

Parte dai vertici l'operazione 'pulizia' del neo direttore generale di Atac Marco Rettighieri. Fresco di nomina, la sua presenza al vertice della municipalizzata capitolina si è già abbattuto come un terremoto ai piani alti di via Prenestina. Ieri le anticipazioni, oggi il comunicato stampa ufficiale dell'azienda: "E' partita la riorganizzazone, obiettivo filiera di comando corta e miglioramento del servizio. Dirigenti saranno lo stretto necessario".

Dopo l'insediamento di Rettighieri "si è provveduto, come da normale prassi gestionale, ad accentrare sulla nuova figura tutte le deleghe afferenti centri di spesa e di costo rilevanti, in particolare il personale (circa 550 milioni di euro\anno), gli acquisti (circa 350 milioni di euro\anno) e i ricavi da mercato (circa 300 milioni di euro\anno)" spiega Atac.

In particolare sono già saltate le deleghe del capo del Personale, Giuseppe De Paoli. L'assunzione da 200 mila euro all'anno e senza bando dell'ex dirigente Alitalia, avvenuta nel settembre 2013, era già finita sotto la lente d'ingrandimento della Corte dei Conti e della Procura. Oltre a De Paoli, sono saltate anche le deleghe del responsabile della Direzione Affari Legali, Patrimonio e Acquisti, Franco Middei, e quelle del direttore della divisione Servizi per la Mobilità, Emilio Cera. Tra le sue mansioni c'era anche il coordinamento delle "attività di lotta all'evasione tariffaria comprese" quelle "di verifica e controlleria relative al corretto uso dei titoli di viaggio". In sintesi, quella lotta all'evasione sulla quale tanto l'azienda ha puntato negli ultimi anni ma che non è stata risolta abbastanza.

Alcuni di loro erano finiti più volte nel mirino dell'ex assessore alla Mobilità Stefano Esposito che oggi ha salutato con soddisfazione l'arrivo di Rettighieri all'azienda capitolina. "Sembrerebbe che finalmente stia arrivando aria nuova, anche se una rondine non fa primavera mi piace registrare negli ultimi giorni il fatto che alcune cose stanno finalmente accadendo" ha dichiarato il senatore a Radio Cusano Campus. "Non che avessi dubbi sull'onestà del nuovo direttore generale, che conosco e stimo, ma fa piacere svegliarsi al mattino e ricevere messaggi da chi in Atac ci lavora ed ha uno spirito nuovo". Poi ha aggiunto: "Va fatto un plauso anche al Prefetto Tronca per aver portato questa scelta fino in fondo, si è passati attraverso un bando pubblico, con Rettighieri, che è la persona giusta. Sicuramente troverà chi gli metterà i bastoni tra le ruote. Quanti politici hanno speso una parola sul suo arrivo? Pochi. Quanti comunicati sindacali sono arrivati per celebrare questa svolta? Pochi".

Sulla posizione dei manager Atac ha precisato: "Con riguardo a riferimenti a procedimenti disciplinari contenuti in alcune comunicazioni di stampa, l’Azienda precisa che si intende mantenere il riserbo più assoluto trattandosi di procedimenti in corso".

"Revisione" anche per la macrostruttura aziendale. Spiega nella nota: "Oltre a prevedere la funzionale ripartizione di poteri fra Amministratore Unico e Direttore Generale, consentirà di arrivare ad un modello organizzativo che presenti una filiera di comando e governo la più corta possibile ed orientata al miglioramento del servizio. Tale processo sarà concluso nel minore tempo possibile, con l’obiettivo di ridurre allo stretto necessario le figure dirigenziali".

Non solo dentro il 'palazzo' di via Prenestina. Secondo quanto si apprende, sarebbe già partita una spedizione nei depositi dell'azienda sparsi per tutta la Capitale. Le difficoltà relative all'età dei mezzi e all'assenza di adeguati pezzi di manutenzione sono un problema più volte sollevato dai lavoratori. L'ultimo allarme è partito da Tor Pagnotta. E le conseguenze sul servizio, fanno parte della cronaca di tutti i giorni.

A commentare la notizia, L'Unione sindacale di base: “Finalmente sono state individuate a livello dirigenziale parte delle responsabilità della deriva di Atac” il commento di Fabiola Bravi, dell’USB di Roma e Lazio. “Negli ultimi mesi abbiamo assisto a una vera e propria caccia al lavoratore, strumentalmente additato come unico colpevole di tutti i disservizi subìti dagli utenti romani. Mentre da anni l’USB denuncia con forza la gestione fallimentare da parte dei vertici susseguitisi negli anni, unitamente alla forte sperequazione fra i lauti compensi elargiti alla dirigenza e  l’inadeguato risultato conseguito”. Poi un appello a Tronca: "Ma la strada per tutelare Atac non è certo la privatizzazione delineata dal Dup del Commissario Tronca una soluzione ancor più pericolosa, in quanto accentrerebbe nelle mani dei privati il potere economico su un servizio pubblico essenziale” conclude chiedendo un incontro a Tronca.

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