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Il caso Atac in Aula, Raggi: "La salveremo". Ma i sindacati assediano il Campidoglio

La sindaca: "Il concordato è l'unica strada"

E' il giorno di Atac in Campidoglio. Dopo l'ufficializzazione da parte dei vertici della municipalizzata, la scelta dell'amministrazione a Cinque Stelle di portare l'azienda "gravata da un fardello insostenibile" a cercare un accordo con i creditori in tribunale è approdata in Assemblea capitolina. La sindaca Virginia Raggi e la sua Giunta, in un Palazzo Senatorio assediato da sindacati e lavoratori, hanno cercato di convincere l'Aula Giulio Cesare che scelte diverse dal concordato preventivo "non sono al momento praticabili" le parole dell'assessora alla Mobilità, Linda Meleo. "Non é percorribile l'ipotesi di ricapitalizzare l'azienda, ossia tappare i buchi con i soldi dei romani, risolvendo il problema solo temporaneamente e scaricandolo sulle spalle dei nostri figli" ha detto Raggi. E nemmeno "privatizzare Atac è la soluzione" ha ribadito. "Avremmo potuto fare quello che hanno fatto tutti gli altri: girare la testa dall'altra parte e fare finta di nulla". Invece "noi la salveremo e la manterremo in mano pubblica". 

Così avanti tutta con il concordato preventivo con l'idea, emersa in mattinata nel corso dell'incontro con i sindacati, di prolungare il contratto di servizio in house di Atac fino al 2024. Una possibilità che l'amministrazione, ha spiegato Meleo, ha la "facoltà" di fare. L'ipotesi non dispiace ai sindacati, almeno la metà comunque contrari al concordato, e avrebbe il doppio risultato per l'amministrazione di dare tempo ad Atac di mettere in pratica il piano di risanamento e rallentare le possibili conseguenze del referendum con il quale i Radicali vogliono chiedere ai romani se mettere o meno a gara il servizio Tpl.

A rassicurare i consiglieri sulla scelta intrapresa ci ha pensato anche il neo assessore Gianni Lemmetti: "Il bilancio di Roma Capitale sarà in grado di sostenere la società durante il concordato così come la continuità del servizio" ha spiegato nel corso della sua relazione in Aula "mettendo tutte le risorse necessarie per il suo mantenimento". Lemmetti si è fatto forza del bagaglio Livornese: "Ci sono già esperienze che confermano la bontà di questo strumento e mi hanno fatto vedere come un concordato gestito con un solido piano industriale e un piano depositato e votato dall'adunanza dei creditori permette all'azienda di andare verso un piano di risanamento che ricostituisca anche il capitale dell'azienda". 

C'è poi il nodo degli 11.600 dipendenti, con la sindaca Raggi che in Aula ha "invitato i sindacati a costruire insieme una normalità che manca da troppo tempo". Il primo incontro tra l'amministrazione e i sindacati, con Cgil, Cisl, Uil, Faisa Cisal e Ugl che hanno già avviato le procedure di sciopero e Usb che ne ha uno proclamato per il 29 settembre, è avvenuto proprio questa mattina presso la sede dell'assessorato di Linda Meleo alla presenza dell'assessora, del presidente della Commissione capitolina ai Trasporti Enrico Stefàno, e il delegato della sindaca alle relazioni sindacali, Antonio De Santis.  

La strada del concordato preventivo allarma la maggior parte dei sindacati con la notizia del 'congelamento' delle procedure di sciopero, diramata con una nota dal Campidoglio, che è stata smentita dai diretti interessati.

In piazza questo pomeriggio hanno sventolato le bandiere di Filt Cgil, Uiltrasporti, Faisa Confail e Usb. "Quello scelto dall'amministrazione è un percorso che non condividiamo perché metterà il piano industriale al vaglio dei creditori, tagliando fuori azienda e lavoratori che non avranno più voce in capitolo" spiega Daniele Fuligni, segretario Filt Cgil di Roma e Lazio. "Ci opporremo ma se si proseguirà su questa strada ci impegneremo affinché vengano assicurate una serie di garanzie occupazionali e salariali. Garanzie che vanno messe nero su bianco nella delibera che verrà votata in Giunta prima di portare il dossier in tribunale". La strada è ancora in salita e l'allerta, fanno sapere, rimane alta. 

"La strada del concordato non offre garanzie" la posizione di Michele Frullo, dell'Usb. "Inoltre sul tavolo abbiamo visto solo parole, nessun documento" continua confermando la decisione di mantenere lo sciopero indetto per tutte le municipalizzate capitoline per il 29 settembre. Come Usb "avevamo proposto di valutare insieme alla regione un'azienda unica del Tpl contrattando il debito che in buona parte è nelle mani degli enti pubblici" le parole di Fabiola Bravi. La paura è che "quando si mette in campo un piano di ristrutturazione tutto è possibile: i lavoratori sono tanti e una delle azioni potrebbe essere quella di incidere sul costo del lavoro". 

In piazza, tra i sindacati, c'è chi non esclude che si vada a toccare i contratti di secondo livello che pesano "sul bilancio aziendale 56 milioni di euro all'anno, 350 euro al mese a lavoratore" le parole di Claudio De Francesco della Faisa Confail. "Alla favoletta del concordato preventivo non ci crediamo. Atac ha un importante patrimonio immobiliare e non è mai stato fatto nulla in merito. A chi si vuole regalare l'azienda? Non vorremmo si voglia passare la patata bollente in mano a un giudice e passare indenni le elezioni regionali e nazionali". 

Ad aver scelto di non portare le proprie bandiere nella piazza del Campidoglio la Cisl. "Abbiamo apprezzato il clima politico" le parole di Paolo Terrinoni, responsabile Cisl di Roma e Lazio al termine dell'incontro. "L'assessore Meleo ha inteso intraprendere con noi un percorso di confronto e coordinamento delle azioni che avevano chiesto e ribadito oggi. A parole abbiamo avuto rassicurazioni che ora vogliamo vedere concretizzate in giunta". 

Prima di "esprimere giudizi" Fast Confsal aspetta i documenti. "Vogliamo leggere il piano industriale" le parole di Alessandro Neri. "L'amministrazione e i vertici dell'azienda hanno il compito di risanarla e ora vogliamo sapere cosa vogliono fare con i posti e con gli stipendi dei lavoratori. Ci facciano capire dove vogliono andare". 

Intanto, in Aula non è mancato qualche momento di caos quando il segretario dei Radicali Italiani, Riccardo Magi, ha interrotto il discorso della sindaca esponendo lo striscione 'Referendum' e chiedendo a gran voce che venga indetta una data per andare alle urne. Magi è stato poi allontanato dall'Aula. 

All'attacco le opposizioni. "L'amministrazione a Cinque Stelle e la sindaca hanno scelto di non scegliere" l'attacco di Michela Di Biase, capogruppo Pd in Campidoglio. "Il concordato preventivo è un tunnel di cui non sappiamo l'esito". A definire la scelta del concordato "folle" sono gli esponenti di Fdi-An Fabrizio Ghera, capogruppo in Campidoglio e Andrea De Priamo, vicepresidente dell'Assemblea Capitolina, Maurizio Politi e Francesco Figliomeni consiglieri capitolini, Rachele Mussolini, Lista Civica 'Con Giorgia'. "La mancanza di un piano industriale e la totale incapacità del Sindaco Raggi e del Presidente Zingaretti di aprire un tavolo per chiudere finalmente l'annosa questione del riconoscimento dei crediti vantati dall'azienda nei confronti della Regione, mettera' la società alla mercé degli eventi". 

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