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Metro e bus privati: la Cisl abbraccia Ferrovie dello Stato

Il sindacato: "Chiediamo di tutelare e difendere le aziende italiane senza pensare di far fare affari agli avvoltoi del mercato. Noi non vogliamo perdere una ricchezza nostra italiana"

"Se la domanda che mi fate è se mi interessa l'Atac la mia risposta è no, mentre se mi chiedete se siamo interessati al trasporto pubblico di Roma, la mia risposta è sì". Più chiaro di così Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, non poteva essere. "Atac è fallita", ha aggiunto e così i romani hanno bisogno di nuove aziende che gestiscano il trasporto pubblico. Ferrovie è quindi in prima linea e se la politica si nasconde dietro un silenzio assenso, la Cisl si schiera e apre le porte a Ferrovie dello Stato.

Francesco Sorrentino e Gianluca Donati, rispettivamente segretario generale e segretario della mobilità della Fit Cisl Lazio sono abbastanza espliciti: "Sentire che un’azienda leader nel settore dei trasporti internazionali come il gruppo FS è interessata ad ATAC Spa, non può che essere segno del buon lavoro fatto sino ad ora. Alla politica, alla proprietà, alle Istituzioni, per una volta, atteso il rispetto delle regole, chiediamo di tutelare e difendere le aziende italiane senza pensare di far fare affari agli avvoltoi del mercato. Noi non vogliamo perdere una ricchezza nostra italiana". 

Il sindacato traccia anche i meriti di Atac, ignorando il disinteresse per l'azienda espresso da Mazzoncini: "Le dichiarazioni dell’AD del gruppo FS non possono che essere lusinghiere per un’azienda che insieme a noi, alla FILT CGIL e UILT LAZIO da tempo ha intrapreso un percorso virtuoso di risanamento, recuperando il rapporto diretti indiretti, portando il numero di dirigenti da 117 del 2013 a 48 di oggi, recuperando nell’anno 2015 il 35% di produttività nelle operation e attestando l’assenza media al 4% ben al di sotto delle migliori società pubbliche e private. Incassando inoltre – prosegue la nota - la positiva evoluzione del “mol” (margine operativo lordo) che, da negativo nel 2015, è divenuto positivo (+ 116,8 milioni euro l’anno) senza parlare degli sforzi che sono stati fatti per recuperare il debito accumulato da gestioni scellerate, ovvero 1,7 miliardi che oggi è stato abbattuto di 2/3". 

E la politica? Quella che conta tace. Tra i candidati a sindaco si espone solo Virginia Raggi: "La ritengo una proposta assolutamente non accoglibile, la politica ha avuto anni per portare avanti e far fiorire un'azienda come Atac che dovrebbe essere un fiore all'occhiello del Comune di Roma, l'hanno portata quasi al fallimento e adesso non stupisce che si presentino privati. Questa non è assolutamente la nostra linea, vogliamo mantenere Atac pubblica e del Comune, quindi sono voci che non ci scalfiscono minimamente".

Nel Pd Giachetti non si esprime, Orfini, commissario cittadino lo segue, e il solitamente loquace (sul tema) Stefano Esposito se ne sta in silenzio (assenso?). L'unico a dire qualcosa è Umberto Marroni, deputato Pd ed ex capogruppo: "Durante l''audizione alla Commissione Trasporti della Camera ho notato una certa preoccupante incongruenza nelle parole pronunciate dall'amministratore delegato Renato Mazzoncini. Da una parte l'Ad di Ferrovie dello Stato giustamente dichiara che scorporare la rete ferroviaria di Fs vorrebbe dire indebolire l'intero gruppo e poco dopo, incomprensibilmente, auspica, anzi quasi preannuncia, che Atac "mollerà" la sua rete e che Fs sarebbe l'unico soggetto in grado in intervenire. A questo punto credo che sia necessaria un'operazione chiarezza non vorrei che si stesse cercando di indebolire l''azienda di trasporto pubblico romano per svenderla ai privati, così che a pagare siano ancora una volta i cittadini sia in termini di tariffe che di qualità del servizio, visto ad esempio che un privato non avrebbe alcun interesse a garantire i servizi periferici di trasporto". 
 

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