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Atac verso il concordato, sindacati pronti allo sciopero

Lo annuncia la Filt Cgil di Roma e Lazio: "E' una strada rischiosa". Contraria anche Usb. Più cauta la posizione di Sul e Fast: "Prima vogliamo vedere le carte"

Mentre in Campidoglio si prosegue sulla strada del concordato preventivo, la situazione di Atac preoccupa sempre di più i sindacati. L'azienda del trasporto pubblico locale romana, gravata da un debito di 1,35 miliardi di euro, si prepara ad affrontare, con una road map contro il fallimento, la prova davanti al tribunale. 

"Siamo contrari perché la via del concordato è rischiosa" la posizione di Daniele Fuligni, segretario Filt Cgil di Roma e Lazio. "Se qualcosa va storto si va dritti nella procedura fallimentare con il rischio che anni di sprechi li paghino i lavoratori e noi questo non possiamo permetterlo". A pesare nella valutazione è anche la scadenza dell'affidamento del servizio: "Terminerà tra due anni e il tempo potrebbe non essere sufficiente per ristrutturare il debito con il serio rischio di ritrovarci a ridosso della scadenza con un'azienda fallita". Per questo, non nasconde Fuligni, "è probabile che nelle prossime ore apriremo una procedura di sciopero". 

Contraria alla strada intrapresa dall'amministrazione a Cinque Stelle anche Fabiola Bravi, dell'Unione sindacale di base: "A farne le spese saranno i lavoratori mentre a pagare dovrebbe essere chi questo buco l'ha creato. Bisognava avere coraggio per salvare Atac e invece è stata scelta una strada da burocrati che pensano solo a far tornare i conti". 

Chiedono di vedere le carte i segretari di Fast, Pietro Serbassi, e Sul, Renzo Coppini, sindacati che, insieme all'Utl, all'inizio del mese hanno stretto un 'Patto di cooperazione'. "Prima di esprimerci in merito chiediamo un incontro per poter vedere tutta la documentazione e conoscere la posizione diretta del management dell'azienda" le parole di Serbassi. "Per ora siamo a conoscenza di dichiarazioni più legate a un momento politico che a un progetto industriale. Se il piano sarà serio siamo disponibili a un negoziato". 

Per Coppini, la strada del concordato preventivo rappresenta "il male minore" ma "ad oggi stiamo ragionando solo su quanto riportano i giornali senza avere tra le mani alcun documento che ci permetta di capire la situazione" spiega. "Se ci sarà un impatto sul personale andrà gestito. Purtroppo però non ci hanno ancora convocato". 

Il prossimo 7 settembre è stato fissato il consiglio straordinario sulla municipalizzata, richiesto da Fratelli d'Italia. "Chiederemo conto al sindaco e alla sua giunta come intendono salvare la società e salvaguardare i livelli occupazionali" le parole di Fabrizio Ghera, capogruppo di Fdi-An. "Atac è nel caos, le dichiarazioni strampalate lette sui giornali in questi giorni confermano che i grillini sono tornati dalle ferie riposati ma ancora più confusi". 

La partita è di quelle pesanti. Ad affiancare il super manager Paolo Simioni ci saranno l'assessora alla Mobilità, Linda Meleo, e il presidente della commissione Trasporti, Enrico Stefàno. Un compito di primo piano anche per il neo assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, che a Livorno ha già testato la stessa 'cura' alla Aamps, la partecipata dei rifiuti. 

Intanto l'interesse dell'Anac sulla nomina di Simioni non preoccupa il Campidoglio. "L’atto di vigilanza" avviato dall’autorità anticorruzione sarebbe un atto dovuto a seguito dell’esposto presentato da una associazione di consumatori, fanno sapere. Si starebbe, quindi, creando "un polverone sul nulla" in quanto, viene spiegato dalle fonti capitoline, "sono state seguite le disposizioni di legge per l’individuazione dei nuovi vertici". La tripla nomina di Simioni a presidente, amministratore delegato e direttore generale dell’azienda di trasporti pubblica di Roma – sottolineano fonti del Campidoglio – sarebbe anche sostenuta da un parere che ne esclude l’incompatibilità, anche sulla base di analoghe e precedenti situazioni sottoposte all’attenzione della stessa autorità.

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