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Atac, niente gara nel 2019: il Campidoglio proroga l'affidamento fino al 2021

Protestano i Radicali: "E' una truffa ai cittadini"

Il servizio di trasporto capitolino non andrà a gara nel 2019. Il Campidoglio ha infatti comunicato di aver prorogato dal 4 dicembre 2019 fino al 3 dicembre 2021 l’affidamento in house ad Atac del servizio di trasporto pubblico locale, così come è stata confermata la rete di vendita e commercializzazione dei titoli di viaggio e l’attività di riscossione e controllo dei biglietti. La Giunta capitolina ha approvato una delibera. Per il Campidoglio una mossa che si inserisce nel quadro del "risanamento di Atac", prorogando l'esercizio del servizio "per l’intera durata prevista dal piano di rilancio aziendale". Nei mesi scorsi era stata annunciata l'intenzione di fissare la scadenza al 2024 ma l'Antitrust aveva espresso parere negativo. 

"La Giunta ha approvato la proroga del contratto di Atac sino al 2021 per consentire all'azienda di attuare il piano di risanamento in un arco temporaneo di quattro anni" ha spiegato l'assessora alla Città in Movimento, Linda Meleo. "Il piano industriale è in fase di stesura e si pone come obiettivo il miglioramento del servizio e il raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario dell’Azienda da oggi fino al 2021. In questi quattro anni va avanti il progetto di rinnovamento del parco bus e del servizio. La procedura concordataria ha come fine il risanamento e la conservazione del patrimonio produttivo e s’inserisce perfettamente nella logica del piano di ristrutturazione pensato per l’azienda".

Immediata la reazione dei Radicali che nei mesi scorsi hanno raccolto e raggiunto il numero necessario di firme per indire un referendum per chiedere ai romani se sono favorevoli o meno a mettere a gara il Tpl romano. "La proroga del contratto di servizio" scrivono Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli, rispettivamente segretario di Radicali Italiani e di Radicali Roma "è una truffa ai cittadini: non solo ai 33mila che hanno firmato la richiesta di referendum, ma a tutti i romani, che hanno il diritto di esprimersi su un quesito già ufficialmente ammesso senza che l'Amministrazione operi in senso contrario a quanto esso richiede" scrivono annunciando: "Ci opporremo in tutti le sedi giudiziarie possibili, a partire da una denuncia alla Commissione Europea e all'Antitrust, ma anche attraverso iniziative nonviolente che convocheremo già dalle prossime ore". 

La data del referendum dovrà essere fissata dalla sindaca Virginia Raggi entro il 31 gennaio. La proposta dei Radicali è quella di fissarlo il 4 marzo. "Poiché, a norma di Statuto, i referendum comunali devono essere indetti in una data che va da marzo a giugno, e vista l'imminente scadenza elettorale nazionale e regionale che avrà luogo il 4 marzo, riterremmo incomprensibile se la consultazione referendaria non dovesse essere convocata nello stesso giorno delle elezioni: sia per evidenti ragioni di risparmio per le casse di Roma Capitale, sia per altrettanto evidenti motivi di carattere organizzativo". 
 

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