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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

INTERVISTA | Astorre (PD): "Avanti con il modello Lazio. Il candidato presidente lo scegliamo in coalizione"

Il segretario regionale a RomaToday: "Dopo il 25 settembre c'è la necessità di cambiare paradigma e di partire dai programmi. Da militante del PD punterei su Daniele Leodori"

I programmi prima di tutto, sui quali trovare la convergenza di una coalizione in continuità con il modello Lazio (ovvero la maggioranza larga che va dal M5S ad Azione e Italia Viva a sostegno del governatore Zingaretti). Solo dopo il nome. Bruno Astorre, segretario del partito democratico, detta la linea in vista delle regionali. Una linea nuova perché "dopo il 25 settembre c'è necessità di un nuovo paradigma". Una linea che mitiga le posizioni espresse nella direzione di inizio luglio quando si consumò uno strappo con da una parte lo stesso Astorre e la sua corrente a sottolineare la necessità di non aver paura delle primarie e il resto del partito regionale a cercare una mediazione sul modello Roma, il candidato unico per il partito democratico, per evitare la guerra nel partito. Intervenne Letta che frenò sulle primarie. Quindi la caduta del governo, la campagna elettorale e le elezioni nazionali. Sembrano passati secoli ed anche la posizione di Astorre dalle recenti vicende è, evidentemente, mutata. 

Senatore Astorre, a tre giorni dalla sconfitta, qual è lo stato d'animo?

Sono ovviamente amareggiato sia dal risultato del partito che dalla sconfitta. Spero però riusciremo a trarre il giusto insegnamento da questa batosta. 

Quali pensa siano stati gli errori commessi e le cause della sconfitta?

Abbiamo dato l'anima, questo è innegabile. Va però preso atto dei fallimenti sia da un punto di vista della proposta politica che della tecnica elettorale. Da un lato non siamo stati in grado di formulare proposte chiare e facilmente percebili, soprattutto da quello che dovrebbe essere il nostro mondo di riferimento, quello del lavoro. Sul lato della tecnica politica invece sono mancate le alleanze e questo, a conti fatti, ha pesato. 

In un'intervista di ieri Patrizia Prestipino sosteneva, in sintesi, che la proposta di Conte è stata più efficace di quella di Letta. Condivide?

Che Conte abbia fatto una buona campagna elettorale è sotto gli occhi di tutti. Quanto a noi ribadisco come sia mancata una proposta efficace e immediatamente percepibile.

A Roma i dati del Pd sono stabili e in qualche caso in aumento. Nel resto della regione invece qualcosa sembra non funzionare.

Fratelli d'Italia anche a Roma è il primo partito. Nella Capitale da sempre, dal 2008, i dati sono stati migliori rispetto al resto delle province, dove abbiamo sempre avuto delle difficoltà. Quindi vedo un trend costante.

C'è una continuità anche con il dato amministrativo delle altre province, la difficoltà è evidente. 

Ritengo i due dati incomparabili. In entrambi i casi certo le cose non sono andate bene. 

Chiuse le urne nazionali, si aprono quelle regionali. Qual è la strada per continuare a governare la Regione?

Dobbiamo ripartire dai temi e rimettere al centro i programmi. Sanità, lavoro, transizione ecologica. Parlavo prima degli insegnamenti da cogliere dalla sconfitta. Ecco, dobbiamo avere proposte per fare le cose, non contro qualcosa o qualcuno.

Nel centrosinistra prima della elezioni nazionali c'erano tre candidature alle primarie. Le farete?

Non erano tre candidature, ma tre disponibilità a misurarsi. Tre personalità valide, tutte in grado di fornire un contributo fondamentale alla coalizione. 

Quindi non farete le primarie?

Prima bisogna costruire la coalizione e poi tutti insieme troveremo la sintesi su un nome che rappresenti l'intera coalizione. 

Che perimetro dovrebbe avere la coalizione?

C'è un modello Lazio, quello che esiste da marzo 2021. C'è un governo dalla regione che va da M5S ad Azione e Italia Viva. Dobbiamo sederci intorno ad un tavolo e costruire una proposta politica per i prossimi anni. 

Da quanto filtra da Azione non sembra esserci grossa disponibilità a far parte della coalzione

Si sbaglia. Le dichiarazioni di queste ore di Calenda non sono affatto di chiusura. 

Anche dal M5S nazionale filtra una certa rigidità, soprattutto sul tema del termovalorizzatore di Roma

Non è un tema all'ordine del giorno. C'è una legge nazionale che dà poteri al sindaco di Roma e in regione si può fare poco in tal senso. 

Senta, però è innegabile che lei fino a luglio fosse un fautore delle primarie. Dobbiamo registrare un suo passo indietro?

Non spingevo per le primarie. La mia idea era che di fronte a diverse disponibilità, tutte valide, in campo, il metodo per trovare una sintesi poteva essere quello delle primarie. 

Non negherà una sua vicinanza a Daniele Leodori però...

Assolutamente no. Daniele è un amico e lui, insieme a Zingaretti, ha costruito il modello Lazio. 

Quindi è il suo nome per la Regione Lazio? A luglio in direzione regionale sembrava non esserci alternativa.

Sono cambiate un po' di cose e certo alcuni toni forse erano esagerati. Dopo il 25 settembre c'è la necessità di cambiare paradigma e di partire dai programmi. 

Parla da segretario regionale. Da militante del partito democratico, dovesse scegliere, punterebbe su Leodori però...

Certo, a me non dispiace. 

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